Il Dipartimento di Giustizia e la Federal Trade Commission stanno discutendo su chi dei due organismi è titolato ad aprire una inchiesta sulla decisione di Apple di escludere dal proprio store le applicazioni scritte con alcuni specifici strumenti di programmazione. A lanciare l’indiscrezione, che se verificata significherebbe sicuramente una ulteriore escalation nella battaglia che oppone Apple ad Adobe intorno a Flash, è il New York Post.
Il tabloid newyorkese cita a sostegno delle voci “persone informate sui fatti” senza precisare ulteriormente ma aggiunge che la scelta di quale dei due organismi si occuperà della vicenda è ormai imminente e che al centro ci sarà la politica dettata dal nuovo contratto di sviluppo che esclude i compiler (come quelli appunto realizzati da Adobe) per la creazione di applicazioni multipiattaforma; l’obbiettivo è verificare se Apple, sfruttando la sua forza nel settore hardware mobile, danneggiata la concorrenza e quindi infrange le regole, le norme e le leggi in proposito.
L’indagine servirà, precisa il giornale, a raccogliere il materiale per verificare se esistono elementi a carico di Apple per dare il via ad un vero e proprio procedimento formale nel corso del quale Cupertino e i suoi avversari, e sicuramente tra questi anche Adobe, saranno chiamati a testimoniare di fronte ad un giudice. Un simile iter era stato seguito in passato per il caso Microsoft, probabilmente il più noto procedimento anti-trust della storia americana nel campo della tecnologia.