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Il Moige sul sistema anti-pedopornografia di Apple «Scelta coraggiosa»

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Continua a fare discutere il sistema antipedofilia annunciato da Apple. La Mela, lo ricordiamo, con gli aggiornamenti in arrivo di  iOS 15, iPadOS 15 e macOS Monterey, ha predisposto una funzionalità che consentirà di “scansionare” le immagini caricate su iCloud Foto individuando automaticamente materiale pedopornografico, attivando un meccanismo di allarme che farà scattare controlli da parte di personale specifico di Apple il quale segnalerà eventuali abusi alle associazioni che si occupano della tutela dei minori.

Oltre alla funzione che scandaglia le foto caricate su iCloud, una diversa funzione, consente di offuscare automaticamente questo tipo di materiale (potranno essere aperte solo dopo l’esplicito consenso), notificando i genitori qualora i figli minorenni ricevano su iMessage foto pedopornografiche.

La nuova funzionalità è stata apprezzata da alcune associazioni (che si sono congratulate con Apple per la scelta) ma preoccupa altre (es. l’Electronic Frontier Foundation, EFF) che vedono il sistema di scansione come una clamorosa invasione della privacy chiedendosi cosa accadrebbe se un domani Apple modificasse il sistema per identificare non solo materiale pedopornografico, ma ad esempio anche simboli e immagini poco gradite a governi e regimi vari.

Dubbi sulla tecnologia di Apple per rilevare le foto di abusi sui minori

A complimentarsi con la scelta di Apple anche il MOIGE (MOvimento Italiano GEnitori), un’associazione italiana impegnata in ambito sociale ed educativo per la protezione dei minori, che ritiene «minacciati dalla pedofilia, dal bullismo o da spettacoli televisivi violenti e volgari» e per la tutela dei diritti dei genitori.

“Il Movimento Italiano Genitori, da sempre attivo nella raccolta di segnalazioni in materia di pedopornografia e cyberpedofilia” si legge in un comunicato, “plaude alla decisione di Apple di sviluppare un software capace di rilevare la presenza di materiale pedopornografico sui vari device dell’azienda e torna a denunciare un fenomeno – la pedopornografia – che nell’ultimo decennio non ha fatto che crescere: basti pensare che in questo periodo i reati di pornografia minorile hanno registrato un drammatico aumento del 333%, e nel solo 2017 sono stati individuati quasi 80.000 URLs contenenti immagini di abuso sessuale su minori”.

L’impatto della pandemia, in questo caso, è stato esponenziale: i reati relativi allo sfruttamento e all’adescamento di minori online nel 2020 sono aumentati del 110% rispetto al 2019. La gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti, la situazione sta peggiorando anno dopo e anno e richiede – finalmente – misure eccezionali: non è più il tempo dell’inazione o delle mezze misure, è il momento di politiche incisive e scelte decise per spezzare questo circuito allarmante e pericoloso.

“Per questo”, scrive ancora l’associazione “non possono essere accolte le tesi di chi, in questo caso, lamenta conseguenze dannose sul tema della privacy personale, o che antepone il problema della riservatezza a quello della violenza e dell’abuso. Il contrasto alla pedopornografia rappresenta un compito universale e del tutto prioritario, stante la portata di un’emergenza che va estendendosi di giorno in giorno nel nostro Paese e anche altrove: in questo senso non basta lo sforzo – pur importante – delle istituzioni, serve anche il contributo dei privati e delle aziende che garantiscono i servizi web e/o commercializzano le piattaforme necessarie per utilizzarli”.

Per il Moige, che gestisce uno sportello di raccolta di segnalazioni in materia, ora è il turno di Google, WhatsApp, Telegram e di tutti gli altri produttori di device e strumenti tecnologici. C’è ancora tanta strada da fare per invertire la tendenza attuale, e raggiungere finalmente l’obiettivo condiviso: un futuro più sicuro e libero da ogni forma di abuso e violenza.

“Occorre lavorare uniti per la prevenzione e denuncia di abusi sessuali sui minori, che rappresentano una delle più inaccettabili forme di violenza, e dei materiali online che li contengono”, dichiara il direttore generale del Moige, Antonio Affinita. “Ben vengano quindi gli strumenti, come quelli di Apple, per intervenire in modo innovativo: ogni sostegno alle istituzioni, in questa difficile battaglia, è utile e prezioso”, conclude.

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