Entro il 2026 il 30% dei PC venduti in tutto il mondo saranno macchine con integrati processori con architettura ARM. A riferirlo è un analista di Canalys; la quota arriverebbe addirittura al 50% per quanto riguarda il mercato server.
Quando l’analista parla di processori ARM non fa ovviamente riferimento ai soli Mac ma anche ai i Chromebook (abbastanza diffusi in ambito education e molti dei quali dotati di chip ARM) e i (rari) PC veri e propri basati su CPU con architettura ARM, ovvero quelli con Windows 10 o 11.
La quota di mercato in questione è in costante aumento: era inferiore al 2% nel secondo trimestre del 2020, intorno al 7% nel 2021 (nello stesso trimestre) e al 9,5% l’anno dopo. Mercury Research, che fornisce i dati, stima una quota di mercato che sarebbe arrivata già al 13,1% nel terzo trimestre del 2022.
Non è chiaro da dove si presuma la possibilità paventata dall’analista di arrivare al 30% ma sono tanti i produttori che sempre più credono in architetture alternative a quella di Intel: oltre a Apple (che ha fatto un po’ da apripista dimostrando di crederci più di chiunque altro) ci sono anche Qualcomm (che scommette sempre di più in questo ambito e che allo scopo si è accaparrata alcuni ex dipendenti Apple specializzati in chip), ma anche nomi quali Nuvia e Mediatek potrebbe offrire soluzioni compatibili con Windows per ARM.
Attualmente le basse quote di mercato sul versante ARM sono da imputare a Microsoft: Windows 10 per ARM esiste dal 2017 (erede di Windows RT del 2012, sistema che può essere considerato il suo antenato), ma continua a proporre macchine lente paragonate all’offerta di Apple. Negli ultimi cinque anni Qualcomm (che regna in questo ambito, probabilmente grazie a un contratto di esclusiva) ha offerto solo processori derivati direttamente dagli Snapdragon per smartphone; solo quest’anno si è cominciato a vedere qualcosa di interessante con il Snapdragon 8cx Gen del Surface Pro 9 ma niente lontanamente paragonabile all’attuale offerta della Mela.
Per quanto riguarda l’ambito server, il market share in questo segmento è attualmente basso (intorno al 7%) ma è facile prevedere un incremento nei prossimi anni. Questo settore è diverso dal segmento PC ed è controllato da realtà quali Amazon (AWS) che forniscono servizi di cloud computing on demand e non hanno i vincoli del pubblico in generale.