Huawei ha presentato Qiankun, una nuova unità aziendale focalizzata sulla fornitura di sistemi di guida autonoma, segnando l’ultima spinta dell’azienda a diventare uno dei principali attori del settore EV. Un settore che l’azienda ha già seriamente ipotecato lanciando Luxeed S7, ma che soprattutto la vede inseguita dappresso proprio da un’altra azienda cinese, cioè Xiaomi con la sua SU7.
Il mercato cinese
Noi occidentali, pensando ai prodotti delle aziende cinesi e alle loro strategie, tendiamo ad avere una prospettiva distorta perché la percepiamo in maniera differente da come viene pensata pensata. Certo, c’è molta attenzione al mercato europeo o a quello internazionale in generale, ma in realtà le colossali aziende cinesi che sono presento in tutto il pianeta si guardano moltissimo tra loro e fanno molta attenzione a non lascirsi superare o lasciare un lato sguarnito alla concorrenza interna.
Questo sia per questioni di prestigio che per un semplice ragionamento di mercato: il primo bacino di utenza di qualsiasi azienda cinese è la Cina stessa, che ha un numero sovrabbondante di consumatori e quindi può fare serenamente la differenza per i volumi di vendita e il fatturato.
Il ruolo di Huawei
Torniamo all’auto elettrica. Huawei è stata a lungo il campione della tecnologia in Cina e nel mondo ma ha anche subito anni di ostracismo negli Usa e in Europa, con volate di sanzioni e blocchi, al punto da aver dovuto ripensare più volte la sua strategia. Mentre le vendite dei suoi smartphone venivano compresse dalle sanzioni negli Usa e in Europa, i suoi concorrenti cinesi come Xiaomi erano liberi di fare man bassa di quote di mercato e clientela.
Così, l’azienda cinese ha progettato una serie di mosse per sopravvivere e anzi prosperare in aree dove non ce lo saremmo aspettato. Come avevamo scritto Huawei ha, insomma, imparato a ballare con i lupi e adattarsi al mondo. Sia quello dei mercati sempre più complessi che quello delle sanzioni tecnologiche per gli approvvigionamenti e le idee per prepararsi.
La doppia identità dell’auto
Il capitolo dell’auto elettrica nel tempo è diventata fondamentale. A differenza dei big del tech statunitensi, che sono pochissimo differenziati perché sostanzialmente nasconono come aziende software (con la dovuta eccezione di Apple), i big cinesi nascono invece nel mondo dell’hardware e quindi hanno la predisposizione mentale a lavorare con differenti categorie di prodotti. Non è un problema, bensì solo una opportunità.
Senza contare che attorno a loro ci sono ampi ecosistemi fatti di migliaia di medie e grandi aziende cinesi che si possono alleare anche per fare co-branding con prodotti concessi in licenza ma venduti con il marchio della casa madre.
Tuttavia, in tutto questo l’azienda cinese deve riuscire a dare una spinta importante in alcuni settori per poter competere. Uno di questi è il derivato applicato dell’intelligenza artificiale, cioè la capacità di sviluppare software in grado di rendere autonoma l’auto elettrica.
I grandi flop occidentali
Qui ci sono molte cose che si potrebbero dire: le mille promesse e quelle relativamente poche mantenute da Tesla, il flop di Apple e Dyson, gli sforzi vacui dei produttori tradizionali. Oggi le auto non hanno la capacità di andare a giro da sole, se non in maniera molto limitata. Possono più che altro tenere la corsia, seguire il flusso, mantenere la distanza, fare parcheggio e poco altro. Poco autonome, insomma.
Ma si potrebbe anche sottolineare che un discorso è la guida autonoma e l’altra l’auto elettrica. Se ci si pensa bene, sono due cose completamente diverse e non necessariamente connesse. Si possono realizzare ottime auto a guida elettrica senza che ci siano necessità di renderle autonome. Se pensate ad esempio a una Tesla Model 3 o Model Y in questa prospettiva, è una eccellente automobile dal punto di vista della ciclistica, della performance e della guidabilità.
Un software solo per dominarli tutti
Huawei questo lo sa bene e infatti spinge su entrambi gli acceleratori. Quello per la realizzazione di un prodotto industrialmente valido, un’automobile elettrica potente e guidabile da un lato, e dall’altro per creare un software che permetta di fare quello che nessun altro ancora è riuscito a fare. Cioè un’auto che si guida da sola.
Così, mercoledì scorso Huawei ha presentato un nuovo marchio di software per la guida intelligente, dando ancora una spinta alla sua strategia per diventare un attore importante nel settore dei veicoli elettrici.
Il nuovo marchio Qiankun, che simboleggia una combinazione di cielo e monti Kunlun, prevede di fornire sistemi di guida autonoma che coinvolgono il telaio di guida, l’audio e il sedile del conducente, ha dichiarato Jin Yuzhi, CEO dell’unità aziendale Intelligent Automotive Solution (IAS) di Huawei, durante un evento in vista del salone dell’auto di Pechino.
Il software è l’oro del mondo
Qui bisogna capire che la strategia di Huawei usa non solo lo sforzo industriale nell’hardware (cioè l’automobile) ma anche l’idea di creare una piattaforma software smart buona per tutti. Un modo per attaccare il mercato da un altro versante e fare in buona sostanza come fa Google nel settore degli smartphone con Android (la piattaforma software per tutti) e Pixel (il suo prodotto). Approcciare così il mercato dell’auto elettrica diventa molto interessante.
“Il 2024 – ha detto Jin al salone dell’auto di Pechino – sarà il primo anno di commercializzazione di massa della guida intelligente e il numero cumulativo di auto in circolazione dotate del sistema di guida autonoma di Huawei supererà le 500 mila unità entro la fine dell’anno”. Jin ha inoltre previsto che entro un anno saranno immessi sul mercato più di 10 modelli di auto che adottano il sistema Qiankun di Huawei.
La strategia di Qiankun
In pratica, il conglomerato tecnologico con sede a Shenzhen ha lanciato la sua unità per le auto intelligenti nel 2019 con l’obiettivo di diventare l’equivalente del fornitore automobilistico tedesco Bosch nell’era degli EV intelligenti e di fornire software e componenti ai partner.
A novembre socrso Huawei aveva dichiarato che l’unità sarebbe stata scorporata in una nuova società che avrebbe ricevuto le tecnologie e le risorse principali dell’unità e avrebbe ricevuto investimenti da partner come la casa automobilistica Changan Auto. Jin ha inoltre presentato sette modelli di veicoli elettrici in collaborazione con case automobilistiche cinesi, che stanno già vendendo bene in quel mercato.
Tra questi, tre modelli del marchio Aito in collaborazione con Seres, la berlina Luxeed S7 sviluppata in collaborazione con Chery, due modelli con Avatr, sostenuta da Changan Auto, e uno con Arcfox, di proprietà di Baic, Beijing Automotive Group. Inoltre, Huawei ha presentato anche la berlina S9, il primo modello del marchio premium Stelato lanciato insieme a Baci.
La diversificazione nei veicoli elettrici si inserisce nel contesto di un’intensificazione della guerra dei prezzi nel più grande mercato automobilistico del mondo, alle prese con un rallentamento delle vendite e con l’aggravarsi dei problemi di sovraccapacità, mentre più di 40 marchi si contendono l’attenzione dei consumatori planetari.