Apple corre dei rischi a sfruttare le memorie di Yangtze Memory Technologies (YMTC), produttore cinese specializzato in memorie flash (NAND). Il subappaltatore cinese è nel mirino della Casa Bianca e anche del Ministero del Commercio, e sono in corso indagini per capire se YMTC abbia in qualche modo violato le leggi statunitensi sul controllo delle esportazioni fornendo componenti elettronici a Huawei.
Gli Stati Uniti ritengono che l’YMTC abbia legami molto stretti con il Partito Comunista Cinese (com’è ovvio che sia) ma anche con l’esercito del Paese. YMTC sfrutterebbe inoltre aiuti molto generosi da parte del governo cinese, elementi che consentirebbero al fornitore di vincere facile rispetto a prodotti della concorrenza.
Le pressioni da parte del Congresso degli Stati Uniti continuano a crescere – scrive Financial Times – e alcuni rappresentanti parlano addirittura di “minaccia immediata” – esortando l’amministrazione Biden a inserire l’azienda in questione nella lista nera del Dipartimento del Commercio, vietando quindi alle aziende statunitensi di rivolgersi a questo fornitore.
Apple ha fatto sapere di non utilizzare chip YMTC nei suoi prodotti, ma di stare valutando la possibilità di integrare le memorie di archiviazione NAND di questo fornitore in alcuni modelli di iPhone venduti in Cina.
Apple non prevede l’uso di questi componenti per gli iPhone venduti al di fuori della Cina, e sottolinea che tutti i dati archiviati su queste memorie sono “completamente crittografati”. Non basta ad ogni modo a rassicurare le autorità statunitensi, e queste sembrano preoccupate dal fatto che, anche se gli iPhone con chip YMTC non saranno distribuiti all’infuori dalla Cina, il subappaltatore potrà ad ogni modo avere accesso alla tecnologia Apple.x