Mentre continua ad aleggiare nell’aria una guerra nel campo delle sanzioni tra occidente e Cina, il governo del paese asiatico non vuol correre il rischio di rimanere con il cerino in mano. È questo il succo della decisione da parte del partito unico di finanziare con 1,9 miliardi di dollari Yangtze Memory Technologies Co. (YMTC), azienda produttrice di memoria 3D NAND flash.
YMTC è uno dei grandi gruppi che sono finiti nella “entity list”, l’elenco di imprese cinesi che – per disposizione del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti non è possibile avere rapporti; le imprese americane non possono trasferire tecnologie per il rischio che esse siano fatte proprie e usate nel campo della difesa.
Stando a quanto riferito dall’Agenzia Nuova Cina, lo scorso mese l’Ufficio Politico del Comitato centrale del Partito comunista cinese ha condotto il terzo studio collettivo su come potenziare la ricerca. Il Presidente Xi Jinping ha esortato il paese ad accelerare la ricerca scientifica affinché diventi autosufficiente con tecnologie ritenute vitali. Il Presidente ha sottolineato che i comitati di partito e il Governo a tutti i livelli devono spingere per rafforzare la ricerca, migliorare il coordinamento generale, incrementare le politiche di sostegno, promuovere ricerca e sviluppo professionale di alta qualità.
L’Accademia cinese delle scienze ha anche proposto un piano per la creazione di industrie nel settore dei semiconduttori in Cina, al fine di contrastare il ban di tecnologie USA.
L’iniziativa del Governo americano mette sui gruppi hi-tech cinesi una forte pressione perchè indebolisce una delle strategie dei gruppi tecnologici cinesi e di conseguenza, visto il meticoloso controllo del governo su ogni elemento dell’economica, della Cina nella sua interezza.
La grande parte delle innovazioni viene sviluppata in occidente poi passata alle fabbriche cinesi per costruire dispositivi o componenti. A loro volta i cinesi poi si “ispirano” o copiano queste tecnologie per compiti per le quali non sono state disegnate e poi le utilizzano in ambito domestico per creare prodotti competitivi o addirittura armi. La creazione di un lista nera rende molto più difficile sfruttare questa strategia e mette a rischio di ritardi tutto l’apparato tecnologico incluso quello della difesa cinese.
L’amministrazione Biden sta valutando l’ampliamento delle aziende USA che non possono vendere tecnologie americane ad aziende come Huawei, ma quest’ultima avrebbe già individuato in patria alternative ai componenti americani per continuare ad esempio lo sviluppo della rete 5G cinese; dopo componenti per prodotti connessi in 4G/5G e WiFi, gli americani valutano il ban di componenti essenziali per i servizi di cloud computing, mossa che accresce ulteriormente le tensioni con la Cina.