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Il futuro dell’istruzione post-covid secondo gli insegnanti

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Con l’avvento della pandemia abbiamo imparato a lavorare da remoto… E anche a studiare. Per esplorare le sfide derivanti dal nuovo modo di insegnare e per conoscere le soluzioni digitali che sono state implementate a supporto della didattica da remoto in Europa Wacom, azienda nota per pen tablet, display interattivi e penne digitali, ha condotto uno sondaggio tra gli insegnanti di scuole e università per condividere un piccolo spaccato dell’opinione pubblica sul tema della didattica a distanza.

Il 59% degli insegnanti ha dichiarato di essere passato interamente alle lezioni online dall’inizio della pandemia, mentre il 37% ha applicato un metodo ibrido e solo il 16% è rimasto fisicamente in classe. Di fronte a questa situazione, in cui l’istruzione online è diventata la principale forma di insegnamento, molte scuole hanno dovuto adattarsi e preparare adeguatamente gli insegnanti anche se a livello europeo solo il 33% degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto attrezzature per insegnare online.

Foto: Istituto Comprensivo “Marcello Candia” - Milano
Foto: Istituto Comprensivo “Marcello Candia” – Milano

Le principali sfide

Nell’indagine è stato chiesto agli intervistati quanto è stato difficile adattarsi all’insegnamento digitale e solo il 56% degli insegnanti ha dichiarato che è stato difficile adattarsi alla nuova modalità di insegnamento e lo stesso vale per i propri alunni (42% ritiene che sia stato difficile per i propri alunni).

Tra le principali sfide dell’insegnamento online, spiccano la partecipazione della classe, l’attenzione degli studenti e la mancanza di interazione: Il 62% ha trovato la partecipazione impegnativa o molto impegnativa, il 65% ha riscontrato difficoltà o molte difficoltà nell’attirare l’attenzione degli alunni e il 93% ha dichiarato che ciò che manca di più nella didattica online è l’interazione personale.

Altre difficoltà sono rappresentate dalla revisione dei metodi di insegnamento (59%) e dalla reperibilità degli strumenti tecnologici (57%) che vengono visti come un’opportunità dagli insegnanti.

Foto: Istituto Comprensivo “Marcello Candia” - Milano
Foto: Istituto Comprensivo “Marcello Candia” – Milano

Strumenti digitali in classe: computer e tablet al posto di quaderni e lavagne

Il cambiamento radicale dall’insegnamento faccia a faccia a quello ibrido o online ha comportato anche la sostituzione di lavagne, quaderni e penne con strumenti digitali.

I dispositivi più utilizzati a livello europeo dal personale docente per insegnare sono, al primo posto, computer e laptop (69%), seguiti da smartphone (24%) e iPad (19%) Inoltre, il 10% ha utilizzato penne digitali e il 7% ha utilizzato pen tablet. In termini di software, i preferiti sono le piattaforme per riunioni online (77%) e la creazione di presentazioni (67%), seguiti da programmi di creazione contenuti come Word (65%), di editing di PDF (55%) e programmi per lavagne virtuali (38%).

Anche gli studenti hanno dovuto acquisire strumenti digitali per poter seguire virtualmente le lezioni da casa, ma secondo l’80% degli insegnanti tutti o quasi tutti gli studenti avevano l’attrezzatura necessaria per connettersi alle lezioni online. Per quanto riguarda i dispositivi più utilizzati dagli studenti, ha predominato l’uso di personal #computer e smartphone e in misura minore di dispositivi della scuola stessa che alcuni studenti hanno potuto portare a casa per lavorare.

Foto: Istituto Comprensivo “Marcello Candia” - Milano
Foto: Istituto Comprensivo “Marcello Candia” – Milano

Il futuro dell’istruzione è nella digitalizzazione, ma la scrittura a mano rimane fondamentale

Il 56% degli insegnanti ha iniziato a insegnare online per la prima volta con l’avvento della pandemia, poiché fino ad allora non era stato considerato come una possibilità dalla maggior parte delle scuole. Il futuro potrebbe essere diverso e a pensarlo sono circa più della metà degli intervistati. I risultati per l’Italia, che rappresentano una parte inferiore rispetto agli altri paesi europei, sono in linea con le percentuali dell’Europa.

L’uso costante degli strumenti digitali durante tutti questi mesi tuttavia ha portato a un abbandono della scrittura manuale. In molti infatti hanno preso appunti esclusivamente con il computer durante le lezioni o hanno eseguito i compiti su documenti online. Secondo i dati dell’indagine condotta da Wacom, gli studenti hanno per lo più svolto i compiti utilizzando la tastiera del pc (73%) e più di un terzo (36%) degli intervistati ha dichiarato di aver utilizzato una penna digitale.

È possibile che in futuro la scrittura a mano cada in disuso nel mondo dell’istruzione con l’avanzare della digitalizzazione? Gli insegnanti, in generale, credono che l’uso della penna e la scrittura a mano siano importanti nell’istruzione a prescindere dalla digitalizzazione, soprattutto per consentire agli studenti di imparare (il 55% crede che sia importante o molto importante), ai docenti di insegnare (54%) e come strumento di supporto ai tool digitali (53%). Inoltre, quasi la metà degli intervistati crede che sia importante anche per esprimersi (44%).

Il futuro dell’istruzione post-covid secondo gli insegnanti
Foto: Istituto Comprensivo “Marcello Candia” – Milano

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