Il film di Danny Boyle sceneggiato da Aaron Sorkin in base alla biografia su Steve Jobs scritta da Walter Isaacson, non sembra attirare folle di spettatori al cinema, almeno nelle sale americane. Il film è stato distribuito venerdì in 2443 sale, dopo essere stato presentato il 9 ottobre in pochi luoghi prescelti. Nel primo fine settimana il film avrebbe incassato 7.3 milioni di dollari, solo un po’ di più rispetto a quanto aveva incassato il precedente film con Ashton Kutcher nello stesso lasso di tempo, che però non aveva beneficiato di tutto il battage pubblicitario e clamore suscitato dal nuovo. È ancora presto per fare un bilancio (bisogna anche considerare che il film non è ancora arrivato in Europa) ma la produzione, riferisce Variety, sembra già preoccupata e potrebbe avere difficoltà a ripagare i costi del film vero e proprio (30 milioni di dollari) e di marketing.
Intanto Walt Mossberg, giornalista che ha avuto modo di conoscere bene il co-fondatore di Apple in varie occasioni, ha visto il film e non è rimasto contento. “Steve Jobs non era perfetto. Aveva un carattere difficile. Era a volte eccessivamente rude e sgarbato. Mentiva. Ma si era ammorbidito e cresciuto come persona, e questa maturazione coincise con la parte migliore della sua carriera. Mr. Sorkin ha scelto di nascondere tutto ciò, al suo pubblico. Il meglio del vero Steve Jobs, venne a galla proprio mentre la sua vita terminava”.