“Ci siamo preparati con cura a questo evento nelle ultime settimane, ma non ci aspettavamo così tanta gente. Nessun altro marchio ha la capacità di generare emozioni e di parlare al cuore della gente come Apple”. E’ mattino presto quando Ruggero Pizzagalli, il direttore del centro commerciale Oricenter, arriva davanti alle porte, ancora chiuse, dell’Apple Store. Ieri è andato a casa alle tre del mattino, dopo aver passato la notte con quelli che erano in fila sin dal pomeriggio.
“Per accogliere i fan della mela – prosegue Pizzagalli -, per la prima volta in quattordici anni abbiamo aperto la galleria anche di notte. C’erano circa settanta ragazzi, ma i nostri servizi di controllo automatici hanno contato oltre duemila ingressi di curiosi che sono venuti a vedere dove avrebbe aperto l’Apple Store”.
Del resto alle otto le persone in coda – arrivate da tutta la Lombardia, ma anche dalle regioni vicine – erano già circa trecento e oltre cinquecento due ore dopo, al momento dell’apertura, con cinquanta addetti alla sicurezza che si sono occupati dell’organizzazione delle file.
Numeri e modalità assolutamente fuori dall’ordinario, anche per quello che – con duemila metri di vetrine, duecento negozi e dodici milioni di visitatori all’anno – è il più gtan grandi centri commerciali d’Italia. “Non abbiamo mai visto una ressa simile, nemmeno nei giorni dell’anno di maggior affluenza”, commentano i gestori del bar al di fuori dello Store, che ha provveduto a sfornare un centinaio di brioches, offerte da Apple, per rifocillare la gente in fila.
“Lavorare con Apple, conoscere da vicino le loro prassi, è stata un’esperienza davvero interessante – riprende Pizzagalli -. La collaborazione tra noi di Oriocenter e la casa della mela darà sicuramente altre soddisfazioni”.
Ma per Pizzagalli non è solo una questione di lavoro. “Lo confesso: in ufficio ho già un Mac, ma approfitterò della giornata per comprarmi anche un iPhone”.