Come avevamo anticipato qui, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha deciso di puntare il dito contro Google, accusando l’azienda di aver adottato e mantenuto una condotta illegale e anticoncorrenziale al fine di preservare il proprio monopolio sia nel settore dei motori di ricerca, sia in quello delle inserzioni pubblicitarie.
Il Wall Street Journal riferisce che si tratta dell’azione legale più aggressiva degli americani nei confronti di un big del mondo IT tecnologico, qualcosa che non si vedeva da quando Washington si scagliò, più di venti anni addietro, contro Microsoft. Il procedimento è il culmine di un’indagine durata oltre un anno e dal quale è emersa la necessità di apportare modifiche, allo strapotere di tutte le big del mondo IT incluso un loro possibile “spezzettamento” (si vocifera ad esempio della possibilità di obbligare Big G a separare Chrome da tutto il resto).
Sia i Repubblicani sia i Democratici hanno chiesto di limitare lo strapotere delle aziende dominatrici del web. Big G gestisce o controlla i canali di distribuzione della ricerca; da Google partono l’80% delle query di ricerca negli Stati Uniti, un sistema che impedisce ai concorrenti di costruire sistemi competitivi, con meno scelta per i consumatori con meno scelta e gli inserzionisti e prezzi che è impossibile rendere competitivi.
I primi commenti di Google sulla questione sono difensivi e portavoce dell’azienda hanno affermato il loro vantaggio competitivo nasce dall’offerta di un prodotto che miliardi di persone decidono di usare quotidianamente: L’azienda ritiene l’azione antitrust del Dipartimento di Giustizia “profondamente errata”. E un portavoce di Big G ha aggiunto: “La gente usa Google perché può scegliere di farlo, non perché è costretta o perché non trova alternative”. Si evidenzia anche che Google paga aziende come Apple affinché il motore di ricerca sia proposto come default e anche che da smartphone, computer e tablet, chi vuole, può cambiare il motore di ricerca proposto dal sistema.
Google evidenzia che che Windows viene fornito con il browser Edge e che il motore di ricerca predefinito è Bing. Su Android, Google ha accordi con i produttori per integrare vari servizi , con l’obiettivo di continuare a offrire il sistema operativo “gratuitamente”. Tuttavia, i produttori possono offrire altri servizi; Samsung, ad esempio, offre gli strumenti di Microsoft.
L’azienda di Mountain View fa presente ancora che esistono motori di ricerca concorrenti ma questa è garantita anche da altre fonti di informazione. Gli utenti usano Expedia per i viaggi, OpenTable per prenotare un ristorante, Instagram e Pinterest per tenersi al passo con le ultime mode e quando devono fare acquisti, il 60% degli americani parte da Amazon.
Anche la Commissione europea sta valutando regole più restrittive per una lista nera di colossi della tecnologia, nell’ambito delle indagini antitrust in cui è coinvolta anche Apple.
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