Numerosi istituti bancari fanno sempre più affidamento al cloud computing, una scelta che potrebbe essere rischiosa dal punto di vista della stabilità finanzaria e che richiederà una sorveglianza più rigorosa delle varie infrastrutture.
A evidenziarlo è un report della Banca d’Inghilterra che negli ultimi mesi ha esaminato la stabilità finanziaria nel Regno Unito, ponendo l’accento sulla crescente adozione dei servizi di public cloud, esprimendo preoccupazioni sui servizi forniti da una manciata di aziende che dominano il mercato.
Ne parla ZDNet spiegando che l’esternalizzazione di dati bancari chiave e relativi servizi affidati a un piccolo numero di cloud service provider (CSP), permette a tali fornitori di dettare le proprie condizioni, potenzialmente a discapito della stabilità del sistema finanziario.
I cloud provider potrebbero decidere di non rivelare a terze parti meccanismi di funzionamento interni dei loro sistemi, rendendo impossibile per i clienti capire se sono effettivamente in grado di garantire il livello di resilienza necessario per effettuare determinate operazioni bancarie.
Negli ultimi anni le istituzioni finanziarie hanno aumentato la loro dipendenza dai CSP; dal file sharing, a funzionalità di collaborazione, all’individuazione e alla prevenzione delle frodi, per passare alla gestione aziendale e alle comunicazioni, le banche sfruttano il cloud in outsourcing per eseguire software, per accedere a capacità di elaborazione maggiore, ma anche a supporto delle infrastrutture IT in generale. Finora i servizi cloud erano sfruttati per eseguire applicazioni periferiche alle operazioni del settore bancario, come i sistemi di gestione delle risorse umane, con nessun impatto sui servizi finanziari; la Bank of England evidenzia che le cose stanno cambiando e i CSP sono sempre più sfruttati nell’elaborazione di varie operazioni centrali alle attività bancarie.
Ci sono vari vantaggi dallo spostarsi sempre più sul cloud, ma il punto dolente è la concentrazione dei principali operatori che dominano il settore. I primi cinque cloud provider al mondo controllano l’80% del mercato, con Amazon (AWS) che detiene il 41% e Microsoft (Azure) che ha circa il 20% di market share. Il rischio di mettersi nelle mani di pochi protagonisti è di sottostare alle loro condizioni. Bank of England esorta le istituzioni finanziarie alla massima cautela sviluppando strategie di trasformazione digitale e sta discutendo con vari regolatori per capire come affrontare al meglio possibili rischi. Sono tanti i vantaggi del cloud computing (es. costi abbattuti per quanto riguarda gestione e manutenzione, affidabilità garantita, possibilità di accesso da ogni parte del mondo) ma anche i rischi non sono da sottovalutare (difficoltà nel comprendere come vengano gestiti i propri dati, potenziali problemi relativi a data breach o attacchi informatici, complicazioni nella gestione dei livelli di sicurezza del servizio cloud).
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