Le connessioni in fibra ottica consentono di raggiungere alte velocità quando si naviga su internet; sono offerte da svariate operatori, non sono disponibili dappertutto ma dove è possibile consentono di ottenere grandi velocità in upload e download. Questo tipo di connessioni sfrutta un cavo che non è altro che un insieme di sottili filamenti trasparenti di fibra di vetro o polimeri plastici, delle dimensioni approssimative di un capello umano, tenuti insieme da una guina protettiva in gomma.
Rispetto ai tradizionali cavi in rame (i “doppini”), la fibra permette di trasportare molti più dati/informazioni per unità di tempo, sono più facilmente maneggiabili, flessibili, immuni ai disturbi elettrici e maggiormente resistenti alle condizioni atmosferiche esterne (alte e basse temperature), un insieme di caratteristiche che permette non solo di ottenere velocità ma anche di disporre di una tecnologia meno soggetta a guasti e inconvenienti.
Ricercatori australiani delle università di Monash, Swinburne e RMIT affermano ora di essere riusciti a ottenere velocità record nelle connessioni usando un chip ottico: 44,2 terabit al secondo. Tradotto in termini pratici, spiega un articolo apparso su Nature Communications, significa poter scaricare 1000 film ad alta definizione in una piccola frazione di secondo.
La tecnologia sfrutta un componente definito “micro-pettine” ed è stata già testata sul campo: i ricercatori hanno installato 76,6 km di fibre ottiche tra il campus della RMIT e quello della Monash. Il micro pettine è stato sfruttato per mettere insieme centinaia di laser sfruttati come canali di comunicazione separati, e simulando connessioni molto congestionate sulla larghezza di banda dei 3.95 THz sono riusciti a ottenere una velocità massima di 44,2 Tbps.
“A lungo termine, speriamo di riuscire a creare chip fotonici integrati che potrebbero permettere di ottenere tale velocità di trasmissione dati usando esistenti collegamenti in fibra ottica con costi minimi”, ha riferito Arnan Mitchell, professore alla RMIT, uno degli autori dello studio.
Una tecnologia di questo tipo potrebbe supportare contemporaneamente connessioni ad alta velocità per 1,8 milioni di famiglie a Melbourne e servire miliardi di persone anche in periodi di intenso traffico di rete. I ricercatori hanno sostanzialmente modificato le modalità con le quali vengono generate le frequenze di luce per trasportare i bit lungo i cavi. Il metodo rompiazza 80 laser con un singolo dispositivo più piccolo e leggero (“micro-comb”) nell’esistente hardware usato nelle attuali infrastrutture per le comunicazioni.
I vantaggi di questo tipo di connessioni non si avrebbero solo con servizi tipo Netflix, spiega il Dr Bill Corcoran, co-autore della ricerca, ma anche nelle dorsali per le comunicazioni, ottenendo una soluzione scalabile che consentirà di preparare le infrastrutture internet del futuro.