Il CEO di Huawei loda Apple ancora una volta evidenziando il ruolo-guida dell’azienda di Cupertino, un modello da seguire per la salvaguardia della privacy degli utenti.
Poche settimane addietro, Zhengfei aveva criticato il boicottaggio contro Apple attivato in Cina per protesta contro i ban statunitensi, spiegando che si trattava di rappresaglie “inutili”, arrivando al punto di dire che – se necessario – sarebbe stato il primo a difendere la Casa di Cupertino. “Apple è mio maestro ed è alla guida. Come studente, perché dovrei oppormi al mio maestro? Non lo farei mai».
Zhengfei ha ora riferito al Financial Times che la sua azienda non fornisce dati al governo cinese, sulla falsariga di Apple che non fornisce dati che potrebbero compromettere la privacy degli utenti. A suo dire, gli utenti sono proprietari dei loro dati, non Huawei.
“I dati sono di proprietà dei nostri clienti, non nostri”, ha detto Zhengfei. Gli operatori di telefonia devono tracciare gli utenti, altrimenti non sarebbe possibile effettuare telefonate. È compito dei carrier tracciare i dati degli utenti. Noi, in quanto fornitori di apparecchiature di telefonia, non tracciamo gli utenti”.
“Non faremo mai una cosa del genere”, “se l’avessi fatto anche una volta, gli Stati Uniti avrebbero diffuso le prove in tutto il mondo, le 170 nazioni e regioni nelle quali operiamo avrebbero smesso di comprare i nostri prodotti e la nostra azienda collasserebbe”.
Si calcola che Huawei produrrà 30 miliardi di dollari di ricavo in meno nei prossimi due anni, per via delle accuse di spionaggio da parte del governo statunitense e delle relative sanzioni.
Poche settimane addietro Zhengfei ha paragonato Huawei a un “aeroplano seriamente danneggiato”, spiegando di non avere immaginato che il governo USA potesse essere così determinato a ostacolare le attività dell’azienda cinese. Gli USA hanno imposto dei limiti, impedendo, di fatto, di fare affari con aziende statunitensi, compresa Google che fornisce il sistema operativo Android.