Il CEO di Google, Sundar Pichai, sale ancora nella gerarchia aziendale di Mountain View, e ora ha assunto anche la carica CEO di Alphabet, l’holding che, tra le altre cose, controlla anche Google.
La novità è stata annunciata con una lettera sul blog di Google firmata dai co-fondatori dell’azienda firmata da Larry Page, Amministratore delegato di Alphabet e Sergey Brin, Presidente che assicurano il loro coinvolgimento come amministratori e azionisti.
Sundar Pichai è nato nel 1972 a Chennai (India) dove ha passato sua infanzia. Si è laureato in ingegneria dei metalli presso l’Istituto Indiano di Tecnologia di Kharagpur; ha conseguito un Master of Science all’Università di Stanford e un Master in business administration alla Wharton School of the University of Pennsylvania.
Ha lavorato come consulente per varie aziende e nel 2004 è entrato in Google curando la gestione di alcuni prodotti dell’azienda come Chrome, Chrome OS e Google Drive, e supervisionato lo sviluppo di applicazioni come Gmail e Google Maps. Nel 2015 è stato nominato amministratore delegato dopo essere stato in precedenza nominato Product Chief dal precedente CEO, Larry Page, nel 2014.
Il cambiamento alla guida di Alphabet nasce dal desiderio di Page e Brin di semplificare la struttura gestionale dell’azienda, poiché Google e le “altre scommesse” (Waymo, Verily, Calico …) operano in modo indipendente, con propri consigli di amministrazione e relazioni con investitori esterni.
Google, nata nel 1988, è un giovane adulto di 21 anni e, se fosse una persona, avrebbe la necessità di “lasciare il nido” scrivono i co-fondatori. “Pensiamo che sia arrivato il momento di assumere il ruolo di genitori orgogliosi, che offrono consigli e amore, ma non una fastidiosa sorveglianza quotidiana”. E ancora: “Sundar porta umiltà e una grande passione per la tecnologia ai nostri utenti, partner e dipendenti ogni giorno. Non avremmo potuto trovare di meglio per guidare Google e Alphabet nel futuro”.
Page e Brin, insieme detengono oltre il 50% delle azioni di Alphabet con diritto di voto, e già da tempo si sono in qualche modo fatti da parte, non comparendo ad esempio a eventi importanti e lasciando che Pichai fosse il leader di fatto della holding.