Sembra la trama di un film di spionaggio o un salto indietro negli anni della Guerra Fredda: un ufficiale governativo statunitense di alto livello potrebbe aver utilizzato un telefono compromesso, forse un iPhone, per mesi. La vicenda emerge grazie a una memo che circola nei piani alti dell’amministrazione USA dal mese di settembre, report la cui esistenza non è stata negata dal portavoce della Casa Bianca ed è riportata da Politico. Ex generale della Marina ritirato nel 2016, John Kelly ha ricoperto diversi ruoli chiave nell’amministrazione Trump: è stato segretario della Homeland Security, fa parte della West Wing ed è responsabile dello staff del Presidente.
Tutti questi incarichi si sono succeduti dall’inizio dell’anno, periodo in cui si presume il telefono personale di Kelly sia stato compromesso, fino alla scoperta avvenuta tra solo tra agosto e settembre. Questa estate infatti Kelly ha consegnato il proprio terminale allo staff IT della Casa Bianca lamentando problemi di funzionamento e mancati aggiornamenti software.
L’esame del terminale avrebbe confermato che il telefono compromesso sconsigliandone l’utilizzo. In alcune interviste Kelly ha precisato che si trattava di un terminale personale utilizzato solo sporadicamente durante lo svolgimento degli incarichi pubblici, ora completamente sostituito da un terminale fornito dal reparto IT della Casa Bianca. Sempre nella memo i tecnici precisano che per il momento non si hanno prove di intercettazioni né di trafugamento dati ma gli esami sono ancora in corso. In particolare si stanno studiando tutti gli spostamenti di Kelly da dicembre fino alla consegna del terminale, per appurare dove e quando il telefono sia stato compromesso.
Che si tratti di un iPhone è una ipotesi suggerita da diverse fotografie pubbliche ufficiali, in cui Kelly è ritratto mentre utilizza quello che sembra essere un terminale Apple protetto da una cover, come visibile anche nella foto di Susan Walsh/AP Photo che riportiamo in questo articolo. Considerando l’elevata sicurezza di iPhone e iOS, per hackerare il terminale con ogni probabilità è necessario l’accesso fisico al dispositivo.
Mentre le dichiarazioni del portavoce della Casa Bianca tendono a ridimensionare l’incidente precisando che Kelly ha utilizzato il telefono compromesso solo di rado, risulta diametralmente opposto il parere di un esperto di sicurezza. Lo scenario peggiore, secondo Bill Marczak, senior researcher fellow presso il Citizen Lab della Università di Toronto, è quello in cui gli attaccanti hanno ottenuto l’accesso completo, che permette di controllare ogni funzione del terminale, incluso l’accesso al microfono e alle fotocamere. «Gli [attaccanti, ndr] di cui sarei più preoccupato – dichiara l’esperto – Sono stati nazioni o altri attori che potrebbero aver accesso alla rivendita di spyware commerciale venduti a stati-nazione».