Il governo degli Stati Uniti sta prendendo in considerazione l’idea di sanzionare economicamente la Russia per interrompere il supporto alla tecnologia americana nel Paese, un bando molto simile a quello del 2019 che ha causato il forte ridimensionamento di Huawei.
Così mentre la Russia ammassa le truppe intorno ai confini ucraini e il presidente Vladimir Putin riconosce l’indipendenza di due regioni separatiste ordinando alle truppe di entrarvi come forze «di mantenimento della pace», gli USA pensano di introdurre una Regola sui prodotti diretti esteri (FDPR) che, a seconda della sua portata, potrebbe paralizzare la capacità russa di reperire o utilizzare le tecnologie americane.
Ai nostri lettori questa norma dovrebbe suonare familare: è infatti la stessa che il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha utilizzato nei confronti di Huawei nel 2019, col risultato che l’azienda cinese è stata esclusa dall’utilizzo di chip statunitensi e del sistema operativo Android (e fin da subito la sua quota di mercato precipitò). Gli effetti di un divieto simile su un intero paese dipenderanno dalla sua portata anche perché in tutto il pianeta non esiste un chip o un semiconduttore realizzato senza l’ausilio di strumenti o software statunitensi.
Provando a immaginare l’attuazione di una normativa di questo tipo, innanzitutto tutti gli iPhone e i telefoni Android in commercio potrebbero diventare meno funzionali non appena il supporto di App Store e i protocolli sottostanti vengono interrotti. Apple e Google potrebbero essere persino costrette a interrompere l’invio di aggiornamenti ai propri dispositivi in Russia, e magari anche alle app sviluppate in Russia potrebbe essere impedito l’invio degli aggiornamenti per la distribuzione nell’App Store USA; allo stesso modo alle reti telefoniche e ai data center potrebbe essere vietato l’uso di software o hardware americani.
In altre parole, potrebbe venire immediatamente paralizzata la capacità russa di usare qualsiasi tecnologia connessa agli Stati Uniti, con la giustificazione di “interesse della sicurezza nazionale” americana.
Secondo voci di corridoio l’obiettivo reale sarebbe quello di ostacolare la Russia nel reperimento «di chip, circuiti integrati e microprocessori di importanza cruciale, nonché delle tecnologie avanzate» di stampo americano, fondamentali in alcuni settori come quello della difesa, dell’aviazione civile e dell’intelligenza artificiale.
I leader statunitensi e alleati hanno paragonato le operazioni russe «di mantenimento della pace» nell’Ucraina orientale a una invasione, e il governo USA ha già promesso conseguenze «rapide e gravi» in caso di invasione. Finora minacce di questo tipo non hanno indotto il Cremlino a cambiare rotta, ma qualora dovessero concretizzarsi «farebbero presto conoscere alla Russia la potenza di misure come questa». L’annuncio potrebbe già avvenire tra poche ore, quando il presidente Joe Biden fornirà un aggiornamento sulla crisi Russia-Ucrania.
Tutti gli articoli di macitynet che parlano di Mercato e Finanza sono disponibili ai rispettivi collegamenti.