L’appello di Apple contro la sentenza della Commissione europea, che ricordiamo ha condannato Apple al pagamento di una sanzione da 13 miliardi di euro per tasse non pagate al governo irlandese, ha finalmente una data: si discuterà in tribunale il prossimo 17 e 18 settembre, quasi certamente pochi giorni prima del lancio dei nuovi iPhone 2019.
Sia Apple che il governo irlandese hanno fatto appello alla sentenza secondo cui l’accordo fiscale offerto alla multinazionale di Cupertino dall’Irlanda equivaleva a un aiuto di Stato illegale.
Apple ha incanalato le entrate di tutte le sue vendite in tutta l’UE attraverso il suo quartier generale europeo in Irlanda. Probabilmente, tale scelta è stata fatta sulla base di un’aliquota d’imposta sulle società estremamente bassa rispetto ad altri paesi dell’UE, pari ad appena il 12,5%. Peraltro, il governo irlandese ha ulteriormente aiutato Apple con accordi speciali, che hanno concesso al colosso di pagare ancora meno.
L’UE ha stabilito che tali accordi erano illegali. È stato accertato che ad aver violato le leggi è stato il governo irlandese, e non Apple, ma tale decisione ha avuto come risultato quello di imporre ad Apple il pagamento delle tasse arretrate non riscosse.
Poiché entrambe le parti hanno presentato ricorso, è stato convenuto che Apple avrebbe versato la somma su un conto di deposito a garanzia, giusto in attesa della decisione di appello.
Bloomberg riferisce che si terrà un appello congiunto, proposto sia da Apple che dal governo irlandese. Secondo il rapporto, l’appello di Apple è solido, e al suo interno sarebbero riportati alcuni “errori fondamentali” in cui sarebbe incorsa la Commissione Europea nella sua interpretazione dei fatti. Sono ben 14 i motivi di appello proposti dai legali di Cupertino.
L’argomento chiave, tuttavia, riguarda il “dove” dei guadagni di Apple. La CE sostiene che i profitti sono realizzati nel paese in cui viene effettuata la vendita. Apple, di contro, sostiene che ad essere venduta è la proprietà intellettuale – vale a dire, il lavoro di ricerca, progettazione e sviluppo dei prodotti – e dunque tutto il lavoro che viene svolto negli Stati Uniti: i profitti, per Apple, verrebbero dunque dagli USA.
L’audizione per le difese in tribunale avverrà in due giorni, 17 e 18 settembre, in 48 ore che segneranno la fine della querelle. A parere dell’opinione pubblica statunitense, la decisione della UE di richiedere retroattivamente le tasse non pagate è ingiusta.
Ad ogni modo, la decisione del tribunale non si farà attendere. A breve, infatti, Apple saprà se dovrà restituire i 13 miliardi di euro richiesti dalla UE, o se viceversa i giudici di appello ribalteranno la decisione di primo grado.