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iFixit ha smontato un vecchio Mac 128K

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Per festeggiare il trentesimo anniversario della nascita del Mac, iFixit, sito specializzato nel teardown di nuovi computer, per l’occasione ha deciso di smontare il primo Mac presentato: il mitico Macintosh 128K. È un’ottima occasione per comprendere gli incredibili progressi nel settore dell’informatica, capire quanto Apple era avanti rispetto alla concorrenza e comprendere anche come alcune peculiarità che contraddistinguono i prodotti Apple non siano mai cambiate.

Il primo Mac presentato costava 2,495$ l’equivalente odierno di più o meno  5600$ (circa 4000 euro al cambio attuale). Il processore utilizzato era un Motorola 68000, la RAM 128K, il display era un CRT in bianco e nero da 9″ con risoluzione di 512×342 pixel; per l’archiviazione era presente di serie un drive per floppy disk da 3,5″ (prima società ad adottare questo formato) sui cui supporti potevano essere memorizzati massimo 400K. Di serie: tastiera e uno strano (per l’epoca) dispositivo: il mouse.

I codici che identificano le varie parti sono, com’è facile immaginare, molto semplici: il mouse era codificato con la sigla “M0100” e usava un connettore seriale DB-9; il Mac era identificato con la sigla M0001 (Apple si era riservata un po’ di “zeri” per codificare macchine future).

L’apertura del case rivela l’alimentatore, il display CRT, il floppy e, un po’ nascosta, la scheda logica. Come probabilmente sapete, nella parte interna posteriore del case di plastica erano riprodotte le firme dei creatori del Mac, con gli autografi di Bill Atkinson, Andy Hertzfeld, Bruce Horn, Jef Raskin e altri membri storici del team che creò il computer.

All’interno della macchina i riparatori autorizzati potevano accedere svitando alcune viti Torx; all’interno erano utilizzate sia viti torx, sia viti Philips (“a croce” o “stella”). L’alimentatore usato era da 60W: incredibile tenendo conto che doveva alimentare un display CRT, la scheda logica e altri componenti. Già trent’anni addietro Apple aveva un debole per la pulizia e l’ordine: la scheda logica con un piccolo sforzo scivola facilmente dalla sua sede e non integra un sistema di raffreddamento (il 68000 non scaldava molto e non era necessario prevedere simili sistemi). La stessa famiglia di processori fu usata in seguito, oltre che nei Mac successivi, anche su Sega Genesis, Commodore Amiga, Atari ST e persino su una calcolatrice grafica: la TI-89.

Sulla motherboard si evidenziano: il 68000 di Motorola, il contatore binario 74LS393, i moduli da 64KB di memoria RAM di Micron (64 kb x 16 chip = 1024 kb, o 128 KB). Si dice che, nonostante il parere contrario di Jobs, gli ingegneri segretamente predisponessero la scheda logica affinché accettasse espansioni di memoria future (fino a 512KB).

Il Simtek 344-0041 (detto “Integrated Woz Machine”) era il controller dei dischi, mentre lo Z8530PS si occupava delle comunicazioni seriali.

Per i floppy disk era presente per l’epoca un rivoluzionario drive da 3,5″ (inizialmente Apple voleva optare per il più classico drive da 5,25″, denominato Twiggy).

La tastiera meccanica offriva buone sensazioni e piacevoli click durante la digitazione. Il connettore per il collegamento al computer era l’interfaccia RJ11 usata per l’attestazione di cavi destinati ai servizi telefonici e di trasmissione dati. Il mouse rivelava la pallina e le ghiere usate per captare i movimenti lungo i due assi di movimento.

Il punteggio di riparabilità assegnato da iFixit alla macchina è 7 su 10: è facile accedere alla macchina, cambiare alcune parti (floppy, alimentatore, scheda logica, display CRT, batteria). Uniche “lamentele”: la scarsa possibilità di upgrade con più RAM, qualche difficoltà nell’aprire il case e la pericolosità di lavorare con i circuiti ad alta tensione dei vecchi monitor CRT.

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