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Il Regno Unito attacca al cuore Apple, chiesta una backdoor per spiare gli utenti iPhone

Il Regno Unito vuole da Apple una backdoor (un metodo per aggirare le misure di sicurezza di un sistema informatico) per accedere ai contenuti criptati su iCloud di utenti della Mela in qualsiasi parte del mondo.

Lo riferisce il Washington Post parlando di un ordine segreto e non divulgabile del governo britannico partito lo scorso mese e che obbligherebbe Apple a fornire pieno accesso a materiale cifrato, e non semplicemente aiuto nel “craccare” specifici account, qualcosa che non ha precedenti nelle grandi democrazie e un attacco al cuore di Apple che fonda sul rifiuto di rispondere a questo tipo di richieste, larga parte dell’impianto di sicurezza dei suoi sistemi.

Ma l’accettazione o l’obbligo per Apple di una simile possibilità sarebbe una sconfittanon solo per la Mela per varie aziende del mondo IT, molte delle quali da anni si battono contro obblighi di questo tipo, contrarie a meccanismi che minano la tutela dei dati privati degli utenti.

Di backdoor come questa si parlò molto qualche anno addietro in occasione della cosiddetta strage di San Bernardino, sparatoria avvenuta in un centro sociale per disabili in California, il 2 dicembre 2015.

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L’FBI non riusciva ad accedere all’iPhone 5c dell’attentatore; l’ente investigativo americano, pensando che all’interno del cellulare ci potessero essere prove di complicità all’interno e all’esterno degli USA, chiese ad Apple di accedere ai dati pretendendo che venisse aperta una backdoor. Apple, per diretta e molto esplicita iniziativa di Cook, rifiutò decisamente in nome della privacy degli utenti.

Le ragioni del rifiuto erano state a suo tempo spiegate in una lunga lettera scritta di pugno dall’amministratore delegato. «La decisione di opporci all’ordine non è qualcosa che prendiamo alla leggera. Riteniamo però di dover far sentire la nostra voce di fronte a ciò che vediamo come un eccesso da parte del governo americano. Crediamo che le intenzioni dell’FBI siano le migliori, però abbiamo paura che questa richiesta possa minare le libertà dei cittadini».

La decisione di Apple non era piaciuta all’epoca neanche all’attuale presidente USA Donald Trump che al tempo aveva invitato gli americani a boicottare Apple in nome della sicurezza nazionale.

Dopo un lungo tira e molla, l’FBI riuscì a individuare autonomamente un modo per accedere al dispositivo, uno sblocco costosissimo che si rivelò, tra l’altro, inutile), smontando uno dei capisaldi della strategia di Cook: portare in tribunale e sconfiggere sulla base di questa richiesta il Federal Bureau of Investigation, all’epoca diretta da James Comey, in seguito silurato da Trump.

Ora il Segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito ha consegnato a Apple un documento, un “avviso di capacità tecniche”, ordinando accesso nell’ambito del Investigatory Powers Act che amplia i poteri della British Intelligence Community a discapito della tutela dei dati personali dei cittadini.

Le agenzie di intelligence e delle forze dell’ordine britanniche risultano legittimate ad effettuare intercettazioni mirate delle comunicazioni, compresa la raccolta di massa di dati di comunicazione e l’intercettazione di massa.

Le legge, indicata dai critici come “Snoopers’ Charter”, letterealmente carta o licenza degli spioni, sacrifica la privacy e libertà di espressione, rendendo tutti possibili sospettati. Apple non può nemmeno fare riferimento al fatto di avere ricevuto richieste in questo ambito, rivelazioni che potrebbero essere considerate reati penali.

Il Washington Post spiega che Apple può impugnare la richiesta di funzionalità da parte del Regno Unito facendo appello a una commissione segreta che dovrebbe prendere in considerazione elementi quali le spese da sostenere per l’applicazione dei requisiti, e un giudice dovrebbe valutare se richieste del genere sono effettivamente proporzionate alle esigenze del governo.

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Le attuali norme del Regno Unito non consentono in ogni caso di ritardare l’adempimento durante un ricorso. In precedenza, quando erano iniziate a circolare ipotesi di richieste di attivare backdoor, un portavoce di Apple nel Regno Unito aveva dichiarato: “Non si capisce perché il governo del Regno Unito dovrebbe avere l’autorità di decidere in nome dei cittadini del mondo se questi ultimi possono avvalersi di comprovati vantaggi in materia di sicurezza che derivano dalla cifratura end-to-end”.

Apple ha in precedenza sottolineato che la richiesta del Regno Unito violerebbe precedenti sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. È probabile che Google e altri ancora (es. WhatsApp) abbiano ricevuto ordini simili da parte del Regno Unito.

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