In Italia ce ne accorgiamo quando ci rendiamo conto di quanti problemi ci sono con le lettere accentate, che invece praticamente mancano del tutto in inglese e per questo sono ancora oggi “mal digerite” dai computer attraverso Internet. Ecco, pensate a come si deve sentire un russo, un cinese, un giapponese, un coreano, un indiano, un arabo che viene costretto a usare un alfabeto non suo (spesso utilizzando una convenzione di scrittura praticamente opposta, come caratteri e ideogrammi) davanti alla tastiera di un computer e a un sito web il cui indirizzo è scritto con un www.
Ecco dunque che sbarcano i siti studiati dall’Icann per avere un indirizzo completamente scritto in modalità carattere differente. Non si tratta di uno dei trucchi studiati via software (e che in passato hanno creato anche vari disagi) ad esempio in Cina per “localizzare” Internet sui computer che usano i caratteri di Confucio. Invece, è una soluzione possibile grazie a Unicode, il sistema più avanzato di Ascii che codifica lettere e simboli su una base molto più ampia e flessibile.
La conversione avverrà , se venerdì o lunedì prossimo la sessione internazionale dell’Icann che si sta per aprire a Seoul lo approverà , tramite una complessa roadmap di cambiamenti tecnici che non riguardano ovviamente gli utenti semplici della rete. Anzi, per noi, a meno di non voler andare su qualche esotico sito internet, non cambia niente. Invece, per quanto riguarda più della metà degli 1,6 miliardi di utenti della rete, è un salto nel futuro e un ritorno a casa, nel comfort della propria lingua natale.
La speranza è che questo cambiamento serva anche a rendere più flessibile Internet ma soprattutto anche a superare la barriera del digital divide che spesso blocca le persone meno “acculturate” dei paesi emergenti, a malapena in grado di leggere e scrivere nella propria lingua locale e mai svezzati all’alfabeto che gli occidentali hanno mutuato non senza qualche difficoltà dai romani in epoca latina.
Il motivo per cui le lingue anglosassoni e nordiche, ad esempio, hanno regole di pronuncia così diverse e cangianti sta nel fatto che l’alfabeto latino è si “imposto” con la forza su quelli locali, basati su rune per i Goti e via dicendo, “comprimendo” i suoni e stravolgendo la morfologia dei fonemi, come a voler far indossare giacca e pantaloni a un alce.
In questa pagina è possibile trovare alcuni indirizzi internet a siti web che già utilizzano in via sperimentale e parziale un indirizzo in cui quasi tutto a parte il TLD (cioè l’indicazione .it o .com, il domino di primo livello). Attenzione, non tutti i browser “reggono” il test. Su Mac Safari e Firefox vanno benissimo, mentre la versione preliminare di Chrome svela il re nudo convertendo l’alfabeto esotico in una serie di lettere e simboli del nostro.