Apple ha raggiunto un accordo con i clienti e con gli stati che gli permetterà di evitare un nuovo processo per gli e-book. La casa della Mela era stata giudicata colpevole di avere tramato per alzare il prezzo dei libri elettronici, operando per colpire la rivale Amazon. All’epoca i publisher erano per lo più legati ad Amazon, che ha spesso venduto libri in perdita al fine di sostenere il business Kindle. Tra gli editori che avevano accettato la proposta di Apple di cambiare il sistema e il modello adottato da Amazon, ricordiamo HarperCollins.
Amazon, vendeva gran parte dei libri elettronici sottocosto, spingendo (e guadagnando dopo) le vendite dei Kindle; semplificando, acquistava all’ingrosso i libri dagli editori a un certo prezzo, per poi rivenderli a un prezzo inferiore, evitando di superare i 9,99 dollari. Apple è stata accusata di avere fatto pressioni e convinto altri editori a seguire una diversa politica per i prezzi, con conseguente aumento dei prezzi per gli acquirenti.
Per i legali di Apple l’arrivo dell’iBookstore ha “dato il via alla competizione in un mercato fortemente concentrato, aumentando i volumi, abbassando i prezzi e accelerando l’innovazione”. Più volte il giudice Cote è stato attacato, avendo “ripetutamente” applicato norme giuridiche non corrette, portando a una “falsa conclusione” riguardo all’esistenza di una “cospirazione per stabilire i prezzi”.
A febbraio di quest’anno Appe aveva presentato appello. All’epoca si parlava di 840 milioni di richieste di risarcimento da parte delle autorità e dei consumatori, il triplo rispetto ai 280 milioni richiesti inizialmente, aumento giustificato secondo l’accusa per i successivi sviluppi della vicenda. Le specifiche della transazione attuale non sono note: bisognerà attendere l’appovazione del giudice per l’accordo transattivo.