Chiamatela seconda giovinezza, chiamatela andropausa, ma Ibm adesso si lancia verso il mondo colorato e stuzzicante del social networking con la potenza che caratterizza il carroarmato di Armonk. In particolare, una sua divisione – che potremmo anche chiamare “un’armata”, viste le dimensioni – ha aperto allo scambio di informazioni “meno formale” e a tutti i frizzi e i lazzi che ne conseguono. Si tratta di Lotus Notes, che assume adesso il nome sbarazzino di Lotus Connections.
Accanto a un signore pelato ma in giacca, cravatta e pizzetto d’ordinanza, e con dietro una avvenente impiegata dai capelli rossi, che marciano all’unisono verso il navigante del web, c’è lo statement della nuova politica di Ibm per questo settore: “Ibm Lotus Connections è un software sociale per le imprese che vi rende capaci di essere più innovativi e vi aiuta ad eseguire più velocemente il vostro lavoro utilizzano reti dinamiche di colleghi, partner e clienti”.
Certo, Ibm non ha il sapore di una start-up della costa californiana (va ricordato che l’azienda con sede principale vicino a New York è l’archetipo dei Men in Black, insieme ai servizi segreti americani degli anni Cinquanta e Sessanta, per il sobrio e uniforme modo di vestire della sua leggendaria forza vendite). Tuttavia, una buona notizia per chi ha difficoltà ad immaginare Lotus Connections alla stessa stregua di MySpace e AdultFinder è nel fatto che i 340 mila dipendenti dell’azienda hanno utilizzato la soluzione – rivelano i guru del marketing dell’azienda – per trovarsi, scambiarsi informazioni interne e socializzare con lo stile frivolo ma efficace (giurano su quest’ultimo punto tutti i profeti del Web 2.0) che caratterizza gli ultimi due anni.
L’unico problema che si pone adesso è la ridondanza di prodotti (e la possibile obsolescenza) tra Lotus Notes “normale”, Lotus Collaborations e SameTime (un altro software collaborativo dell’azienda). Ma forse la nuova versione di Notes, la numero otto, riuscirà ad evolvere e fare il miracolo integrando tutto quanto è integrabile nella nuova interfaccia. Chi può dirlo? Certo non quelli di Microsoft, i maggiori competitor di Ibm in questo settore con Exchange, che hanno sviluppato con il server Share Point Server 2007 un po’ di funzionalità “sociali” (wiki e blog, tanto per cambiare) e che sperano anche loro di cavalcare l’onda aziendale del web sociale…