Cinquanta anni fa, l’allunaggio dell’Apollo 11 fu una gigantesca conquista tecnologica e umana e i sistemi IBM rappresentarono la spina dorsale dell’opera della NASA. Circa 4.000 tra programmatori, scienziati, ricercatori e esperti di IBM presero parte a questa grande impresa, lungo tutte le sue fasi: dalla preparazione, alla missione, al post allunaggio. IBM sperimentò e testò nuove tecnologie, costruì i computer, e scrisse i programmi software che hanno permesso il lancio degli astronauti e il loro ritorno in sicurezza sulla Terra.
Per celebrare il cinquantesimo anniversario (Apple lo ha appena ricordato attraverso la clip For All Mankind), mercoledì 17 luglio si terrà una tavola rotonda, moderata dal Dr. John E. Kelly, IBM Executive Vice President del Johnson Space Center di Houston, T.X., che riunirà i veterani della missione Apollo 11, cui è affidato il compito di raccontare il “dietro le quinte” dell’allunaggio, grazie ad un punto di osservazione privilegiato su un evento memorabile per la storia umana.
Sarà anche l’occasione per approfondire come l’intelligenza artificiale, il quantum computing e le tecnologie esponenziali possano favorire il progresso e l’esplorazione di nuove frontiere. Nel 2018, per esempio, IBM ha contribuito al lancio di CIMON, il primo assistente per gli astronauti abilitato dall’intelligenza artificiale, all’interno della Stazione Spaziale Internazionale.
Ricordiamo che la missione spaziale del 20 luglio 1969 si può ancora rivivere in VR al Museo nazionale di Scienza e Tecnologia di Milano il 20 e 21 luglio.