Sony e IBM Research di Zurigo hanno sviluppato una tecnologia di storage su nastro magnetico in grado di memorizzare 201 Gb/in2 (gigabit per pollice quadrato). Si tratta di un salto enorme in questo ambito, che consente a un singolo dispositivo più piccolo del palmo di una mano di memorizzare qualcosa come 330 Terabyte di dati.
Il risultato è stato possibile mettendo insieme tecnologie di memorizzazione su nastro magnetico di Sony, testine di lettura/scrittura sviluppate da IBM Zurigo, tecnologie di servocontrollo avanzate e algoritmi per l’elaborazione dei segnali. La densità dell’area di memorizzazione di 201 Gb per pollice quadrato è circa 20 volte maggiore della densità tipica dei nastri magnetici.
I dati aziendali critici sono spesso contenuti in librerie di nastri automatizzate, dove una o più unità nastro servono fino a decine a migliaia di cartucce. Le librerie di nastri di fascia alta sono in grado di archiviare petabyte * milioni di gigabyte * di informazioni.
Per ogni gigabyte, i sistemi a nastro costano attualmente da un quinto a un decimo dei sistemi di storage su hard disk (HDD), a seconda delle dimensioni. Inoltre, le cartucce nastro non consumano energia se non quando vi si accede, a differenza dei dischi che in genere girano ininterrottamente, fornendo un’altra area di risparmio di costi e facendo del nastro di gran lunga una delle tecnologie di storage più efficienti in termini di energia disponibili attualmente.
Negli ultimi anni, i ricercatori del centro di Zurigo hanno migliorato vertiginosamente la precisione di controllo della posizione delle testine di lettura e scrittura, aumentando di oltre 25 volte il numero di tracce inseribili in un nastro da mezzo pollice. Inoltre, hanno sviluppato nuovi metodi avanzati di rilevamento, per migliorare l’accuratezza di lettura dei minuscoli bit magnetici, conseguendo così un aumento della densità di registrazione lineare di oltre il 50 per cento.
Un’altra tecnologia di supporto chiave per raggiungere le prestazioni richieste di inseguimento della traccia in questa dimostrazione è legata a una testina di lettura e scrittura a basso attrito. Tra i segreti del nuovo sistema di storage, l’inserimento di un livello “lubrificante” che permette di ridurre al minimo gli attriti e quasi azzerare i movimenti indesiderati del nastro. Quando si cerca di leggere dati da un’area di 7 nm su un nastro che gira a una velocità di 10 metri al secondo, anche il più piccolo effetto indesiderato può diventare problematico.
IBM ha una lunga tradizione di innovazione nello storage dei dati su nastro magnetico. Il suo primo prodotto commerciale, il 726 Magnetic Tape Unit, è stato annunciato 60 anni fa. Utilizzava bobine di nastro largo mezzo pollice, ciascuna delle quali aveva una capacità di circa 2 megabyte.