La notizia di licenziamenti di massa di IBM è priva di fondamento. La smentita alla notizia pubblicata nelle scorse ore, anche dal nostro sito, e proveniente da una fonte autorevole come Forbes che aveva parlato di “bagno di sangue” evidenziando che a casa sarebbero rimasti più di un lavoratore su quattro (il 26% della forza lavoro) arriva da Big Blue stessa in una nota diffusa agli organi di stampa, tra cui il nostro.
“IBM – si legge nella nota – abitualmente non fa commenti sui rumors, tantopiù se ridicoli o se privi di fondamento. Se qualcuno avesse verificato le informazioni messe a disposizione con l’annuncio dei risultati finanziari, o avesse semplicemente chiesto, si sarebbe reso conto che IBM ha già annunciato l’accantonamento di 600 milioni di dollari per il ribilanciamento della forza lavoro. La cifra equivale ad alcune migliaia di persone, una mera frazione di quanto riportato. L’anno scorso IBM ha assunto 45.000 persone. Al momento le posizioni aperte in tutto il mondo sono 15.000 e coprono le aree tecnologiche a maggior crescita come il cloud, gli analytics, la sicurezza, il mobile e il social. Questo evidenzia il fatto che l’azienda continua a riequilibrare gli skill professionali laddove vengono individuate le migliori opportunità di business”.
IBM dunque sembra ammettere che un certo numero di persone potrebbero essere estromesse dal posto di lavoro, ma nega risolutamente che ci sarà il “bagno di sangue” prospettato da Robert Cringely, giornalista di Forbes che ha più di un aggancio nella Silicon Valley.
La scorsa settimana IBM ha nel frattempo reso noti i dati relativi all’ultimo quarter del 2014: l’azienda ha ottenuto 24,1 miliardi di dollari di fatturato, meno dei 24,77 miliardi ipotizzati dagli analisti; l’utile del trimestre in questione è calato del 4% rispetto ai risultato dell’anno precedente.