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IBM: «Per Swift open source il merito è anche nostro»

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Se Apple ha reso Swift open source è merito anche di Apple, almeno questo è quel che Big Blue ci ha detto, rispondendo ad un domanda che abbiamo proposto a Robert LeBlanc, vicepresidente senior per tutto il cloud di Ibm. L’occasione di interloquire con LeBlanc, oltre che un esclusivo gruppo di manager dell’azienda di Armonk, ormai un alleato strategico di Apple nel settore delle imprese, l’abbiamo avuta oggi a Las Vegas, nel contesto di InterConnect, un conferenza organizzata da IBM per discutere di cloud e mobile.

L’evento, il più importante evento annuale di Ibm in questo ambito, ha portatp una serie di annunci strategici (soprattutto l’alleanza a più livelli con VMware e una partnership con GitHub) e una spinta ulteriore all’alleanza in piedi da due anni con Apple: iPad e iPhone prima, con produzione di app semi-automatizzate per le grandi aziende, e poi alleanza anche sui MacBook Pro e infine quella per l’uso di Swift come elemento chiave per la strategia cloud di Ibm.

Fa gola l’ambiente di sviluppo funzionale di Xcode, la potenza paragonabile a quella del C++ (256 volte più veloce in esecuzione di quella di Python, ad esempio), il milione e mezzo di app già realizzate, i 15 milioni di sviluppatori, il miliardo di apparecchi iOS in circolazione al mondo.

Sul palco abbiamo visto un top executive e volto noto per i passaggi nei keynote di Apple, Brian Croll, a capo del product marketing di Cupertino. Obiettivo, mostrare la potenza di Swift, il linguaggio di programmazione creato da Apple con l’ambizione di diventare uno dei più potenti strumenti di programmazione della storia, dal codice per una app a quello per il cloud e per i server.

Niente di nuovo per chi segue il mondo Apple, se non l’interesse per questa ormai solida alleanza che vede Ibm dedicare sempre più attenzione alla partnership con Apple: una scelta fortemente voluta da Tim Cook e quasi ironica, vista la storia “da pirata” della Apple di Steve Jobs che aveva esorcizzato Ibm come Grande fratello del famoso spot “1984” che lanciò il Macintosh durante il Superball di quell’anno.

Una piccola ma succosa novità arriva durante la sessione di Questions and Answers (Q&A) riservata ai giornalisti delle selezionate testate di tutto il mondo.  Alla domanda di chi scrive sul ruolo di Ibm per quanto riguarda lo sviluppo di Swift, la risposta del sopracitato Robert LeBlanc è stata molto chiara e non ha lasciato spazio ad ambiguità.

“La nostra partnership con Apple – dice LeBlanc – cresce, il ruolo di Swift cresce e noi abbiamo avuto un ruolo importante nella decisione di Apple di mettere Swift in Open Source. Abbiamo una grande esperienza con il codice libero da quando sposammo la causa di Linux, venti anni fa, e soprattutto nella costruzione di grandi comunità di contributori, come sta succedendo con Swift e Apple. Il codice di Swift 2 adesso è a disposizione su GitHub, Apple sta apertamente sviluppando la versione 3 del linguaggio di programmazione e sviluppiamo tecnologie come la Sandbox. Le portiamo sul mercato e poi vediamo cosa decide quest’ultimo ovviamente. Comunque sì, Ibm ha avuto un ruolo importante nella decisione di Apple di mettere Swift in open source e stiamo già da tempo contribuendo in modo massivo e sostanziale allo sviluppo del linguaggio”.

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