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iTunes Store: escluso chi è senza esclusiva?

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Se chiedete ad un rivenditore esperto quali sono i segreti per un buon volume di vendite, fra i vari, ne elencherà  sicuramente uno: la vetrina.
La collocazione della merce è un aspetto importante nella strategia di vendita: sono stati versati fiumi di inchiostro sugli “showcase”, con tanto di teorie psicologiche pronte a giustificarne le pratiche.
Un’altra cosa che il rivenditore vi ricorderà  è che, se volete la vostra merce in bella mostra, dovrete spalancare il portafoglio.

Online non esiste una vetrina materiale; ciò che conta è la collocazione virtuale.
Ad esempio, nel caso dei motori di ricerca, più il risultato di una ricerca è ben posizionato (diciamo fra le prime dieci o venti posizioni) più è probabile che venga cliccato.

Su Ebay, più un’inserzione è visibile, più aumentano le possibilità  di vendere l’oggetto. Nonostante la vetrina sia virtuale i costi sono palpabili: più c’è volontà  di rendere visibile un’inserzione, più le tariffe per la stessa saranno alte.

Continuando la comparazione, verrebbe da pensare che i prodotti meglio piazzati su un negozio online come iTunes Music Store siano il frutto di lauti assegni girati a Steve Jobs.
Invece pare non sia così: per Cupertino la discriminante per una buona visibilità  del prodotto non è la cifra sborsata, ma un’esclusività  aggiunta.

Lo conferma Lily Allen, cantante pop inglese, che in una recente intervista radiofonica lamentava di avere subito pressioni da Apple, che richiedeva materiale esclusivo e inedito come “conditio sine qua non” per pubblicizzare maggiormente la musica della Allen sull’iTMS.
Al che l’artista britannica è corsa ai ripari, registrando e proponendo ad Apple un suo brano in versione “rubbish remix” (remixaggio spazzatura), come definito da lei stessa.

Ma vale davvero la pena sforzarsi di offrire degli extra per essere visibili sull’iTMS?
Secondo alcune stime, gli artisti più conosciuti beneficerebbero sensibilmente della buona collocazione sulla vetrina dell’iTMS. Per i meno noti, invece, non sarebbe così: i contenuti esclusivi procurerebbero più beneficio a Apple che all’artista stesso.

Apple nega che la sua politica di promozione abbia intenti meramente speculativi, sostenendo di voler rinverdire le vecchie, buone abitudini di qualche decennio fa, quando le piccole etichette indipendenti proponevano prodotti esclusivi, mentre i rivenditori sciorinavano consigli musicali con sincera convinzione e buona fede, non perché erano stati pagati per farlo.

E’ da notare come, con questo tipo di strategia, la Mela riesca a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte: da una parte la presenza di contenuti in esclusiva è un buona ragione per invitare i clienti a scegliere l’iTMS piuttosto che altri negozi, online o fisici che siano.

Dall’altra, questa esclusività  è a tutto vantaggio del consumatore, che possiede un canale di distribuzione diverso da quello tradizionale, sia nella forma che nei contenuti. Molti utenti ammettono di aver scoperto artisti nei quali non si sarebbero mai imbattuti se non grazie all”iTMS.

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