I due milioni di contratti denunciati ieri da At&T lasciano aperta la possibilità che le vendite di iPhone siano inferiori alle previsioni. Questo quanto si apprende leggendo alcune considerazioni stilate dall’analista Toni Sacconaghi di Bernestein Research e consegnate ai clienti della società di consulenze di mercato.
Sacconaghi prende le mosse dal grande gap che emerge dal raffronto tra i due milioni di contratti e i 3,7 milioni di iPhone (stima di Bernstein, Apple è anche più ottimista valutando in 4 milioni le vendite) venduti. Sommando ai volumi di At&T i 350mila iPhone europei si arriverebbe a ben 1.45 milioni di iPhone ‘dispersi’ e che si sarebbe tentati di attribuire al mercato grigio ma che l’analista non crede possano essere tutti finiti nelle mani di chi li vuole sbloccare.
‘Una stima generosa ‘ scrive Sacconaghi ‘ attribuisce al mercato parallelo un 20% della produzione. La stessa Apple aveva denunciato alcuni mesi fa che il 18% dei telefoni veniva sbloccati. Apple però durante gli ultimi mesi ha reso più difficile lo sblocco degli iPhone e questo potrebbe avere ridotto ulteriormente la percentuale’. In ogni caso continuano ad attribuire al mercato grigio un 20% del mercato di iPhone, si arriverebbe ad avere 670mila iPhone di cui non si avrebbe traccia Questo induce Sacconaghi ad ipotizzare che essi siano nei canali, pronti per la consegna, ma non ancora venduti.
In termini pratici Sacconaghi crede che iPhone abbia rallentato la sua corsa e che quando Jobs ha parlando di 4 milioni di iPhone consegnati in realtà ha indicato semplicemente il numero di quelli che Apple ha fatto uscire dalla fabbrica e che almeno parzialmente sarebbero nei suoi magazzini o in quelli dei suoi partner.
Se così fosse si sarebbe di fronte ad una doppia cattiva notizia: Apple vende meno iPhone di quelli che gli osservatori si attendono e il livello dei magazzini dove si trova dell’invenduto è più alto di quanto sarebbe opportuno auspicare.