La voglia di iPhone dilaga ovunque nel mondo, tutti lo cercano, tutti lo vogliono e questo, se è certamente un segnale entusiasmante per il futuro del cellulare di Apple, apre ampi spazi a furbetti, furbi e furboni che approfittano della voglia della gente e dell’ingenuità di una parte della clientale per appioppare fregature costose.
Notizie di ‘bidonate’ che approfittano del nome di iPhone se ne sono avute diverse nei giorni scorsi, soprattutto via Internet ma da qualche giorno presso la redazione di Macity si percepisce, grazie alla segnalazione dei lettori, una sensibile recrudescenza di questo fenomeno che diventa anche più preoccupante perché tocca anche negozi all’apparenza rispettabili e molto visibili e come tali ispirano fiducia, aumentando la probabilità che in trappola cadano anche clienti più smaliziati.
Tra i casi più eclatanti c’è quello che ci segnala Andrea Ciccutini che ha acquistato (a 799 euro) un iPhone spacciato come ‘originale Tim e proposto in anteprima’, affermazione resa credibile dal fatto che il negozio, parte di una rispettabile catena e collocato presso un grande centro commerciale di una città del Nord, era effettivamente un centro Tim. ‘Il contesto era rafforzato dal fatto che il software era stato tradotto in Italiano (frutto evidentemente di un hack NDR).
Tornato a casa – ci scrive Andrea – apro la scatola e in primis mi accorgo che il caricabatterie è il modello a spina americana poi apro lo sportellino per inserire la scheda e dentro trovo una sim at&t’
Avviato l’aggiornamento e inserita una scheda italiana il nostro amico si è trovato di fronte al messaggio: ‘prego inserire una sim non bloccata e collegare l’iPhone ad iTunes per l’attivazione’. Andrea è poi riuscito, dietro insistenza e con qualche opportuna rimostranza, a farsi restituire il denaro che aveva sborsato, ma probabilmente qualcun altro dei clienti di quello stesso negozio non sarà stato così ostinato.
Era parte di una grande catena commerciale che ha diversi negozi in tutta Italia, ma diversa da quella segnalata più sopra, anche il negozio dove è stato visto un altro iPhone in vendita come se fosse parte della normale offerta.
‘Ho chiamato il commesso – ci ha detto un altro nostro lettore, Biagio Puma – che mi ha detto che si trattava di una loro “esclusiva” che ne aveva pochi pezzi. Il telefono, mi è stato detto, non era legato da nessun contratto e accettava qualsiasi scheda’.
Anche qui (siamo sempre in un centro commerciale e in una città del nord) il prezzo in vetrina era di 799 euro con un dettaglio abbastanza inquietante: ‘il commesso mi ha detto che in telefono arrivano ‘sbloccati’ dalla fabbrica e che la catena di cui fa parte il suo negozio ne ha alcuni a magazzino’.
Ovviamente, poiché non si sta parlando di Apple, c’è da sospettare in una organizzazione che ha comprato qualche mese fa un certo numero di telefoni con il vecchio firmware (l’1.02), li ha sbloccati ed immessi sul mercato italiano approfittando della compiacenza di qualche negoziante privo di scrupoli, il tutto, si spera, senza che i proprietari della catena di franchising di cui i punti vendita citati fanno parte, ne sappiano nulla.
Ancora più preoccupante ed inquietante è il fatto che queste segnalazioni sono solo alcune di quelle di cui si ha notizia in rete, il segno che il fenomeno è vasto e potenzialmente molto pericoloso, almeno per la tasche della gente che spendono centinaia di euro per avere telefoni che diventano inservibili al primo aggiornamento software.
Da parte nostra quel che possiamo fare è ammonire i nostri lettori ricordando che Apple non ha annunciato alcun accordo con gestori italiani e che, quindi, ogni telefono che viene venduto in Italia è necessariamente d’importazione non ufficiale (e non autorizzata) e come tale sbloccato usando metodi non approvati da Apple, questo indipendentemente dalla rispettabilità e dalla fama del negozio dove esso viene venduto.
Ciò significa che ogni iPhone venduto in Italia è a rischio di blocco al primo aggiornamento con un nuovo firmware.