Appropriazione indebita. Questa l’accusa con cui si presenteranno in tribunale a San Mateo Brian Hogan e Sage Wallower, due residenti, rispettivamente, di Redwood City e di Emeryville implicati nel caso del prototipo di iPhone 4 perso in un bar d un ingegnere Apple e finito su Internet dopo che Gizmodo lo aveva “acquistato” da Hogan e Wallower.
L’accusa di appropriazione indebita di un bene smarrito è assai meno pensante di quella di furto o di sottrazione di segreti industriali che si prospettava in un primo caso in ogni caso due giovani rischiano per la severa legge americana fino ad un anno di carcere se fossero riconosciuti colpevoli. In particolare la posizione più delicata è quella di Wallower che viene anche accusato di possesso di un bene rubato.
Chi esce dalla situazione completamente pulito, come spiega il San Francisco Chronicle nella sua edizione on line, almeno dal punto di vista del codice penale e civile, è Gizmodo. La testata di proprietà di Gawker Media non avrebbe infranto alcuna legge secondo Morley Pitt, Assistant District Attorney della contea di San Mateo. Gizmodo aveva comprato, attraverso il suo giornalista Jason Chen, il dispositivo che era stato perso in un bar e ritrovato da Hogan. Secondo Jobs Gizmodo aveva cercato di ricattare Apple chiedendo accesso privilegiato all’ufficio stampa per futuri rilasci di prodotti: «mi avevano detto che avrei dovuto lasciar perdere –aveva detto allora Jobs – ma non possiamo cambiare i nostri valori fondanti e lasciar perdere una cosa del genere. Piuttosto me me andrei da Apple». Nel corso della fase preliminare delle indagini si era scoperto che il telefono era stato offerto in vendita anche ad altre testate che avevano rifiutato “l’affare”. Gawker Media, invece, aveva accettato di pagare i due californiani pubblicando on line una lunga galleria di immagini del dispositivo, pur senza essere in grado di accenderlo in quanto disabilitato remotamente da Apple. Gizmodo aveva poi restituito il telefono una volta ricevuto una lettera con cui Apple ne chiedeva la restituzione.
Dopo la scoperta di quanto accaduto e l’avvio delle indagini, la casa di Chen era stata perquisita e sequestrati diversi beni di sua proprietà suscitando le proteste dell’editrice e anche di diverse altre testate giornalistiche che hanno ritenuto eccessivi i provvedimenti applicati e vendicativo il comportamento di Apple che in quel modo cercava di intimorire un giornale che stava solo facendo il suo dovere, esercitando il diritto di cronaca.
Gizmodo da parte sua si era sempre appellato appunto al diritto di cronaca rifiutando la tesi secondo cui avrebbe ricattato Apple e ricettato un bene che sapeva di non essere di proprietà di chi glielo offriva. L’ipotesi degli avvocati di Gizmodo è stata anche quella abbracciata dal procuratore che ha ritenuto il sito on line non implicato in alcuna azione illegale prosciogliendo completamente il giornale e anche il giornalista.
L’operazione che ha portato alla presentazione su Internet del prototipo ha avuto, comunque e come ovvio, conseguenze nel rapporto tra Apple e Gawker Media. I giornalisti di questa ultima testata non sono più invitati da tempo agli eventi dell’azienda di Cupertino. Nello stesso tempo ogni volta che si presenta l’occasione per criticare Apple, Gawker media non perde l’occasione per farlo, non sempre a proposito, come accaduto lo scorso anno quando per causa di AT&T erano finiti su Internet una serie di indirizzi di posta elettronica di personalità americane. Per quel caso, che sta avendo risvolti molto pesanti per due hackers che si nascondevano dietro il nome di Goatse Security e che si erano illegamente introdotti nei sistemi AT&T, Gawker Media aveva accusato Apple di affidarsi a partner senza accertarsi che questi siano perfettamente in grado di garantire la sicurezza dei suoi clienti.