Il mondo della carta e dei libri ha cominciato le grandi manovre per prepararsi allo sbarco su iPad, tutto questo a soli pochi giorni dalla presentazione di Jobs. Le ultime notizie d’Oltre Oceano riferiscono di un grande fermento nel settore dei libri di testo e degli editori che ci occupano principalmente di libri scolastici: tutte le principali case statunitensi si stanno preparando per creare edizioni digitali pronte per funzionare su iPad. Tra i nomi di spicco riportati dal The Wall Street Journal ricordiamo Houghton Mifflin Harcourt K-12, Pearson Education, e Kaplan: tutte queste si sono rivolte alla società ScrollMotion, che ha già realizzato ebook per iPhone/touch, per convertire le proprie opere in formato iPad.
Interessante notare che nella corsa alla conversione dal cartaceo al digitale scatenatasi all’annuncio di iPad partecipa anche McGraw Hill. Il dettaglio riportato dal quotidiano finanziario USA smonta l’ipotesi formulata da alcuni osservatori che avevano paventato l’esclusione di McGraw Hill voluta da Steve Jobs in persona a causa delle anticipazioni su iPad rilasciate dall’amministratore delegato poche ore prima del keynote.
Ed è proprio un dirigente di McGraw Hill che offre una delle migliori descrizioni di quello che iPad sta provocando ancora prima di essere disponibile sugli scaffali dei negozi: “E’ da 25 anni che si parla dell’impatto che la tecnologia può avere sull’educazione. Sembra proprio che avverrà nel 2010”.
Un’altra importante promozione di iPad arriva dal magnate dell’informazione Ruptert Murdoch. In occasione di una conference call Murdoch ha chiaramente espresso di fronte a stampa ed analisti la sua perplessità sulle politiche di prezzo stabilite da Amazon per i libri digitali sul Kindle, in dettaglio criticando la scelta di contenere i prezzi a 9,99 dollari. Nella stessa occasione Murdoch ha precisato che “Nell’accordo con Apple, i cui dettagli non sono stati ancora comunicati, ci consente di applicare una varietà di prezzi leggermente più alti”. La voce di Murdoch va ascoltata con attenzione visto che il tycoon australiano non controlla solo un impero fondato su Tv e cinema, ma è anche l’editore di testate prestigiose come The Times, The Sund, The Wall Street Journal e per soprannumero è proprietario anche di HarperCollins, una casa editrice diffusa in tutto il mondo.