Addio a iMussolini. L’applicazione che contiene (forse sarebbe meglio dire conteneva) i discorsi e vari spezzoni filmati e testi scritti con il pensiero del Duce, è stata rimossa oggi pomeriggio da App Store. Ad portare all’eliminazione del programma non sarebbe però stata la pressione internazionale di numerose associazioni, tra cui alcune anche internazionali, che ritenevano il suo contenuto offensivo della memoria delle vittime del nazifascismo, ma l’Istituto Luce.
In base a quanto riferiscono alcuni media come Repubblica, l’ente custode di un imponente patrimonio in video che copre tutto l’arco della storia moderna italiana, avrebbe rilevato una infrazione ai suoi diritti di copyright. Alcuni degli spezzoni filmati inseriti in iMussolini dallo sviluppatore Luigi Marino, sarebbero di proprietà dell’Istituto Luce, una realtà nota per avere una cura molto puntuale nella tutela dei proprio contenuti.
Marino si sarebbe difeso sostenendo che i materiali da raccolti e distribuiti nella sua applicazione sono di patrimonio comune e liberamente reperibili su Internet. Secondo gli avvocati dell’Istituto Luce, citati da Repubblica, i filmati sono invece “caratterizzati dal logo dell’Archivio Storico Luce in modo inequivocabile” e “sono stati indebitamente scaricati da dvd di documentaristica storica regolarmente in vendita”.
In aggiunta a questo Istituto Luce, sempre secondo Repubblica, definisce “Odioso e diseducativo l’uso strumentale, e a fini economici, dei discorsi di Mussolini fuori dal contesto dell’analisi complessiva che caratterizza da sempre la produzione di documentari da parte di Cinecittà Luce”.
Al momento Istituto Luce sembra intenzionato a procedere legalmente per la tutela dei suoi diritti non avendo “autorizzato alla commercializzazione di tali filmati, né il signor Marino, né Apple”.
Come noto e come riferito nei giorni scorsi contro iMussolini si era scagliata la American Gathering of Holocaust Survivors and their Descendants, un’associazione americana delle vittime dell’olocausto cui si erano poi aggiunte varie personalità come Tullia Zevi, già rappresentante della comunità ebraica di Roma che aveva definito l’applicazione come una “parte della deriva verso la legittimazione del fascismo e la riabilitazione di Mussolini”.
Marino si è sempre difeso sostenendo che la sua applicazione aveva fine documentario e storico e non apologetico; Apple, a sua volta, aveva risposto promettendo di ripulire i commenti pubblicati in calce all’applicazione che erano divenuti una palestra di insulti delle due parti, favorevoli e contrari, all’ideologia fascista, chiarendo però che non avrebbe rimosso il programma. La scelta di cancellare l’applicazione però, a fronte della segnalazione di una infrazione di diritti di copyright, è sostanzialmente automatica, al di là della qualità e del merito dei contenuti e per questo ora iMussolini non è più disponibile.