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I200 contro Xiaomi Mi Air 2: le due strade alla imitazione degli Airpods

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Non c’è dubbio che uno dei prodotti più venduti di questi giorni che portano al Natale siano gli Airpods. Un dispositivo iconico e molto funzionale, perfetto da usare con iPhone ma acquistato anche da chi ha un cellulare Android. Non è quindi una sorpresa che sul mercato siano apparsi cloni, più o meno, perfetti degli AirPods e anche diversi imitatori che non copiano ma si ispirano agli Airpods.

Qui a Macitynet abbiamo provato tutti gli Airpods (in particolare gli AirPods 2 e gli AirPods Pro) e sappiamo quel che valgono ma abbiamo voluto fare in esperimento, mettendo alla prova due prodotti che rientrano in entrambe le categorie: quella dei cloni degli Airpods e quella degli apostoli degli Airpods.

I200 Auricolari stereo

Gli I200 semplicemente definiti “Auricolari stereo” sono rappresentanti della prima categoria, perfetti cloni degli Airpods. Quanto perfetti? Al punto da ingannare un iPhone e fargli pensare di essere degli Airpods. È stata questa la sorpresa principale che abbiamo avuto non appena abbiamo aperto la scatoletta, anche questa imitata (quasi) alla perfezione delle I200. Ma le sorprese sulle funzionalità di questo ultra economico clone, non si sono fermate qui.

Aspetto e design

Il design è del tutto identico se non per alcuni dettagli quasi invisibili, a quello degli Airpods. Dimensioni, tipo delle plastiche, forma, colore non si presentano come differenti in alcun modo da quelli degli Airpods 2. Persino la posizione del LED è identica e il peso è quasi lo stesso (48 grammi gli AirPods 2, 47 grammi gli I200). Sono un paio di dettagli a distinguere le due custodie  degli auricolari.

Il primo è che negli I200 mancano le scritte identificative all’interno del coperchio e sul retro. In pratica questi auricolari di produzione cinese non si spacciano formalmente per degli Airpods. Il secondo dettaglio è che la scritta che identifica auricolare sinistro e auricolare destro stampigliata sulle aste degli auricolari è leggermente spessa di quella degli AirPods originali.

Se poi ci si volesse cimentare ulteriormente nella ricerca delle differenze per ricevere il titolo onorifico di “occhio di falco” dovremmo notare che negli AirPods ci sono aperture che si intravedono dietro la griglia frontale mentre negli I200 non si vede nulla e che la chiusura del coperchio del prodotto cinese ha una inferiore resistenza e non scatta con la stessa precisione. Anche i magneti interni che trattengono gli auricolari sono meno potenti

Il modo migliore per distinguere le vere e le false AirPods è però dare un’occhiata alla scatola. Nonostante le dimensioni e il disegno siano gli stessi, è qui che chi ha costruito il clone ha dedicato meno risorse: manca la scritta AirPods ma anche e soprattutto, la scatola si apre con difficoltà ed è costruita con materiali dozzinali: cartone di scarsa qualità e un guscio di plastica non certo riciclata, molle e sottile.

Come sono fatti e come funzionano

Come accennato i materiali degli I200 sono del tutto identici a quelli degli Airpods. La custodia ha una batteria interna che ricarica i due auricolari e a sua volta si ricarica con un cavo Lighting (persino questo incluso nella confezione). Non ci sono tasti o levette per controllare il volume, tutto funziona con i tap.

Ma fin qui nulla di sorprendente perché siamo nella scia della clonazione del design. Là dove questi I200 stupiscono è nel fatto che anche il loro funzionamento è sorprendentemente simile, ma faremmo meglio dire anche a costo di essere noiosi, identico, a quello gli Airpods tradizionali.

In termini pratici quando si apre il coperchio per abbinarli, l’iPhone li riconoscerà come AirPods e ci chiederà se vogliamo collegarli. Anche se quando saranno collegati verranno riconosciuti come l200, tutto il resto sarà, ancora una volta, identico: livello batteria per singolo auricolare e della custodia nel widget, accensione e spegnimento quando gli auricolari finiscono nell’orecchio e quando si staccano.

Evidentemente è stata clonata non solo la componentistica ma anche il firmware degli Airpods con una operazione che dovrebbe cancellare ogni dubbio sulla legalità dell’intera operazione. Anche qui solo un paio di dettagli distinguono gli Airpods originali da quelli clonati.

Il primo: gli I200 non vengono visti da iCloud e quindi un volta connessi ad un dispositivo, al contrario degli Airpods, non sono subito abbinati agli altri dispositivi Apple collegati allo stesso account. Il secondo: è impossibile configurare i controlli dei tap sulle asticelle degli auricolari.

Il sistema ha comandi fissi e distingue tra tasto destro e sinistro. Non essendo possibile richiamare Siri con Hei Siri, per regolare il volume si deve operare direttamente su quello del telefono. In ogni caso Siri si può attivare con una lunga pressione sull’aureolare destro.

Come suonano e come telefonano

Il punto in assoluto più debole degli I200 è la qualità del suono. Non staremo fare una analisi dettagliata di alti, bassi, medi, risoluzione perchè è impossibile ed inutile. L’audio è talmente piatto e soffocato, impastato su tutte le frequenze che definirlo definire mediocre sarebbe eufemistico.

Possiamo usarlo per ascoltare qualche podcast oppure per una colonna sonora senza pretese, ma il confronto con i già non del tutto musicalmente entusiasmanti Airpods è improponibile. Il prodotto Apple al confronto suona come delle cuffie esoteriche da 1000 euro.

Il discorso è solo leggermente meno drastico se si parla del livello sonoro delle telefonate, ma anche qui siamo al minimo sindacale. Il livello dell’audio del nostro interlocutore, come prevedibile visto la qualità della musica, lo sentiremo con tonalità bassa, al punto che in alcune occasioni con un minimo di rumore intorno a noi sarà quasi inascoltabile.

Peggio andrà a chi sta dall’altro capo del telefono perché noi dovremo urlare per farci sentire. Siamo di fronte ad un effetto della distanza della bocca dal microfono e dall’assenza di tutte le tecnologie (inclusa la cancellazione del rumore ambiente) che sono dentro agli Airpods ma sopra tutto probabilmente alle conseguenze di una componentistica interna di scarso livello.

Batteria

Non abbiamo trovato indicazioni sulla durata stimata delle batterie, né sul sistema di ricarica. Ci sono però informazioni specifiche sulla capacità della batteria della custodia (350 mAh) e dei singoli auricolari (60 mAh). Si tratta di componenti inferiori (nel caso della custodia) e largamente inferiori (per gli auricolari) rispetto agli Airpods 2 che “cubano” rispettivamente 398 e 93 mAh.

Questo determina sulla carta una autonomia quasi dimezzata per gli auricolari. In realtà da un paio di prove che abbiamo svolto l’autonomia che negli Airpods è di circa 4 ore e quello di chiamata di un paio di ore e mezza, qui è più che dimezzata. La musica non arriva a due ore e una chiamata di  una ventina di minuti devasta la batteria.

Secondo l’indicatore del Widget (che è impossibile dire quanto sia preciso) si passa infatti dal 92% al 10%. Anche qui siamo probabilmente siamo di fronte all’effetto combinato di un software ingegnerizzato male, alla capacità ridotta della batteria e un cattiva implementazione della tecnologia Bluetooth.

Conclusioni

Se si cerca qualche cosa di esteticamente identico ad Airpods per “spararsi le pose”, come si dice in qualche angolo d’Italia, spendendo quanto costerebbe una scatola vuota degli AirPods, questi I200 sono la scelta giusta. Possono ingannare tutti coloro che li vedono e anche moltissimi di chi li prende in mano, anche se utilizzati non ingannerebbero nessuno tra coloro che hanno provato degli AirPods anche solo una volta.

Acquistarli, aspetti legali e morali a parte, comunque può essere una scelta per alcuni aspetti comprensibile da parte di una certa fascia di pubblico. L’aspetto più inquietante è però che i I200 sembrano costruiti non solo per ingannare chi li vede ma anche chi li compra e finisce per pensare che siano dei veri Airpods schiudendo la porta a truffe e inganni da parte di commercianti privi di scrupoli.

Disponibilità

Gli I200 sono in vendita su Gearbest al prezzo di 20 euro cliccando su questo link diretto.

Xiaomi Mi Air 2

Xiaomi non è una di quelle aziende che brilla per innovazione nel design, ma certo non la si può accusare di non essere in grado di proporre prodotti che pur prendendo ampiamente spunto dai leader del mercato coniugano qualità costruttiva e un eccellente rapporto tra costi, funzioni e tecnologie.

È il caso degli Mi Air 2 (noti anche come Airdots Pro 2), delle cuffie full wireless che non fanno mistero di ispirarsi agli Airpods ma si propongono anche come una alternativa a basso costo ma di buona qualità. Ci riescono?

Aspetto e design

I Mi Air 2 hanno la stessa impostazione e stesso fattore di forma degli Airpods. Si tratta di auricolari semi-in ear con una scatola che si occupa di ricaricarli. Il colore bianco di tutto il set e la forma degli auricolari fanno un esplicito riferimento al prodotto Apple, ma certo non ci si può confondere.

La custodia è più grande e ha una forma ovale troncata nella parte alta e nella parte bassa, piuttosto originale. Gli auricolari veri e propri hanno dimensioni simili a quelli degli Airpods, ma un profilo meno continuo e lineare; l’elemento che contiene il driver sembra applicato, per una precisa scelta stilistica, all’asta. La precisione costruttiva e di vari elementi che si accoppiano per formare i Mi Air 2 non è al livello di quella degli Airpods, ma comunque il materiale è buono.

Degli auricolari Xiaomi ci è piaciuta in particolare la scelta di utilizzare un plastica opaca che fornisce una buona sensazione al tatto, persino migliore, a nostro gusto, di quello che restituisce maneggiare gli Airpdos. Il contenitore, privo della trascurabile ricarica wireless, è più grande, ma non drammaticamente e quindi può tranquillamente restare in una tasca.

La forma ergonomica degli auricolari li rende apparentemente più stabili degli auricolari Apple. La ragione è probabilmente nell’assetto determinato dal design utilizzato per integrare l’elemento che entra nell’orecchio e l’asta che viene premuta con più decisione contro la parte sottostante l’orecchio. Una parte del merito è forse anche dal fatto che anche le aste dei Mi Air 2 è sempre realizzata come la custodia in una plastica opaca e meno scivolosa di quella degli Airpods.

Come sono fatti e come funzionano

Dal punto di vista costruttivo, come accennato i Mi Air 2 sono ben realizzati usando materiali di buona qualità. Essendo auricolari Bluetooth 5 dopo essere stati abbinati all’iPhone usando il classico tasto che li mette in comunicazione con il telefono verranno riconosciuti dallo smartphone quando viene aperto il coperchio della custodia. Vengono anche attivati e disattivati quando si indossano, proprio come gli Airpods.

I controlli via “tap” sono abbastanza scarni; doppio tap sull’auricolare destro riproduce una traccia, doppio tap su quello sinistro richiama Siri e niente altro… Non siamo riusciti a trovare un sistema per passare da una traccia all’altra e il manuale interamente in cinese non ci è stato di grande aiuto.

Come suonano e come telefonano

I Mi Air 2 dal punto di vista musicale suonano in maniera discreta, per alcuni aspetti anche bene. Niente di straordinario, intendiamoci, ma la separazione è buona, i bassi sono passabili, quelli che è in grado di produrre un auricolare semi-in ear, la voce umana, alti e medi rendono l’ascolto piacevole.

C’è anche un buon senso di spazialità; tra i difetti una percepibile distorsione al massimo volume. In definitiva la qualità musicale non è molto diversa da quella degli Airpods come simile, quindi modesto, è il livello di insonorizzazione dal rumore ambientale. Del resto la mancanza di inserti auricolari e la particolare forma permettono al suono esterno di entrare facilmente dentro dl cavo dell’orecchio.

Passabile ma non perfetta la chiamata telefonica. In particolare la nostra voce giunge all’interlocutore abbastanza chiara ma il volume è più basso di quello degli Airpods, probabilmente è un effetto del sistema di cancellazione del rumore ambiente. Chi ci parla e viene ascoltato nei Mi Air 2 invece non avrà problemi perchè il volume in ricezione è buono.

Batteria

Non siamo riusciti a trovare indicazioni attendibili sulla capacità in mAh delle batterie dei Mi Air 2. Xiaomi si limita a farci sapere che l’autonomia è di 4 ore e che la custodia è in grado di ricaricare gli auricolari per tre volte. Nel test che abbiamo svolto abbiamo in realtà faticato ad arrivare alle tre ore, senza nessuna telefonata, tenendo il volume al 60% circa. Per quanto riguarda la ricarica siamo riusciti a ripristinare le batterie in effetti per tre volte.

Conclusioni

I Mi Air 2 sono auricolari più che sufficienti globalmente a nostro giudizio migliori di tanti altri cinesi dello stesso prezzo. Per alcuni aspetti, come per la riproduzione audio in rapporto alla tipologia dell’accessorio, sono anche decisamente buoni. Si ispirano ma non imitano gli Airpods e questo è decisamente un pregio, offrendosi come una alternativa ispirata al prodotto leader del mercato.

Non possono competere in alcun modo per integrazione con gli iPhone ma se si punta a spendere il meno possibile ed è questo fattore di forma, il semi in ear, che interessa, i Mi Air 2 sono da tenere in considerazione rispetto anche a tutta una serie di concorrenti cinesi che presentano prodotti simili per prezzo e funzioni ma non capaci di suonare altrettanto bene.

Disponibilità

I MI Air 2 si acquistano su Gearbest a circa 50 euro cliccando su questo link diretto.

Conclusioni delle conclusioni

I due prodotti che abbiamo testato, come abbiamo accennato, sono chiaramente frutto del dominio di Airpods nel mondo degli auricolari full wireless, dominio che provano ad intaccare in  due differenti modi: gli I200 Auricolari stereo, sfidando apertamente i limiti della legalità, imitando pedissequamente il riferimento cui guardano, i Mi Air 2 provando a proporre qualche cosa che ha più o meno le stesse funzioni e che ammicca alla iconicità del prodotto Apple, ad un prezzo largamente inferiore.

Prendere una strada o l’altra dipende da che cosa andate cercando. Se l’aspetto è tutto e le qualità un aspetto trascurabile, ammesso che riteniamo che valga la pena di premiare chi imita in tutto e per tutto un prodotto che è brevettato e registrato, allora prendete gli I200. Se preferite la sostanza e il miglior rapporto tra spesa e funzioni, non c’è dubbio che i Mi Air 2 siano la scelta da fare. Noi, si sarà capito, propenderemmo decisamente per la seconda opzione.

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