A poco meno di un mese dalla seconda edizione del festival ICT è stato pubblicato uno studio, realizzato da Harvard Business Review Analytic Services e sponsorizzato da Verizon Enterprise Solutions, che mostra come la tempestiva adozione di nuove tecnologie conduca a migliori risultati di business.
In un mercato dove l’ICT è ancora percepito, da un gran numero di aziende e decision makers, come un costo, questi studi dimostrano, invece, quanto la tecnologia possa essere abilitante e vantaggiosa.
“The Digital Dividend – First Mover Advantage” – questo il titolo del report – evidenzia infatti che i “pionieri” dell’Information Technology sono più avanti rispetto ai loro concorrenti in termini di crescita del fatturato e posizione sul mercato. Il 20% di queste aziende ha registrato una crescita del fatturato superiore al 30%: oltre il doppio rispetto alle aziende identificate dallo studio come “follower” (quelle che restano a guardare e investono solo dopo che i vantaggi sono stati comprovati) e il triplo delle aziende “prudenti” (quelle che aspettano fino a che una tecnologia non sia del tutto consolidata).
Le rilevazioni sono state effettuate su un campione di 672 leader tecnologici e di business di tutto il mondo allo scopo di capire l’impatto sulle aziende di quelle che HBR Analytic Services definisce le “tecnologie Big Five”: mobile, social, cloud computing, advanced analytics e comunicazioni machine-to-machine (M2M). “Le aziende che vogliono primeggiare devono innovare costantemente, e questo studio dimostra come la tecnologia sia un importante fattore di crescita del business”, ha dichiarato Tony Recine, Chief Marketing Officer di Verizon Enterprise Solutions.
Il 54% di tutti i pionieri IT rientranti nel campione identifica la tecnologia come fattore di cambiamento significativo dei propri modelli di business, mentre il 52% la considera come fattore di cambiamento significativo nei prodotti e nei servizi venduti. Più in generale, ben il 72% di tutti gli intervistati ha dichiarato che l’utilizzo dell’IT ha incrementato la loro capacità di rispondere efficacemente alle esigenze della clientela.
Lo studio ha anche identificato ostacoli nell’adozione di nuove tecnologie, con il 44% degli intervistati che segnala l’esigenza di una maggior flessibilità culturale per potersi adattare e creare nuovi modelli di business. La collaborazione tra i vari dipartimenti è considerata critica, e la separazione dell’IT dalle operazioni di business può costituire uno svantaggio significativo per un’azienda. Dall’altra parte, un crescente numero di persone dichiara di essere ora coinvolto nelle decisioni tecnologiche: il 25% degli interpellati si considera “molto coinvolto”, mentre il 48% ritiene di essere “in qualche modo coinvolto”. Meno del 10% degli intervistati lavora in specifiche funzioni IT, a dimostrazione di quanto l’IT sia ormai solidamente integrata nell’ecosistema complessivo delle aziende.
La ricerca ha riscontrato anche delle variazioni nell’adozione di nuove tecnologie a seconda delle aree geografiche e dei settori verticali. Nel caso dell’Energia & Utility, ad esempio, il 43% degli intervistati afferma di credere ai benefici della tecnologia e, adottandola, punta a conseguire il vantaggio della prima mossa. Nella pubblica amministrazione, il 64% degli intervistati considera l’IT come un investimento che produce innovazione, mentre nei servizi di business e consulenza le nuove tecnologie hanno permesso al 71% degli intervistati di modificare la propria strategia di business negli ultimi tre anni – con un 49% che ha visto migliorare lo sviluppo di prodotti grazie a tecniche analitiche avanzate.
In termini geografici, infine, sono le aziende asiatiche ad aver registrato il cambiamento più considerevole nello sviluppo dei prodotti (41%) grazie a una significativa adozione tecnologica rispetto a quelle europee (28%) e a quelle nordamericane e del resto del mondo (30%).