Il governo russo vuole una sua console per videogiochi, un dispositivo in grado di competere con PlayStation e Xbox.
La Russia da alcuni anni porta avanti una battaglia contro giochi e sviluppatori occidentali, e il governo di Mosca ha minacciato la messa al bando di titoli quali “Apex Legends” e “The Last of Us Part 2”. Oggetto del contendere è la presunta propaganda pro-LGBTQ di questi tioli contro la quale la Russia di Putin si oppone.
A febbraio, ricorda il sito GameRant, l’Organizzazione russa per lo sviluppo dell’industria videoludica (RVI) ha presentato un piano a lungo termine che prevede la creazione di una nuova console di gioco pronta per il 2026-2027
Dopo un incontro nell’ambito dello sviluppo economico di Kaliningrad (roccaforte di Mosca accerchiata dalla Nato), Putin ha chiesto, tra le altre cose, di portare avanti lo sviluppo console da gioco fisse e portatili. È previsto l’uso di sistemi operativi e servizi cloud proprietari.
Il piano a lungo termine prevedeva già in precedenza la disponibilità della nuova console per il 2026-2027; ora Putin in persone avrebbe chiesto di accelerare le attività e un piano di sviluppo entro il 15 giugno 2024. Un portavoce del Cremlino ha confermato che l’obiettivo è stimolare l’industria dei videogiochi locali.
Il Primo ministro della Federazione Russa, Mikhail Mishustin, è stato incaricato della supervisione dell’operazione in collaborazione con l’Organizzazione per lo sviluppo dell’industria dei videogiochi (RVI).
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha riferito che l’ordine presidenziale arriva da ragioni industriali. L’Huffington Post fa notare che dopo l’invasione della Russia in Ucraina, Sony, Microsoft e Nintendo hanno interrotto le loro attività nel Paese, al pari di molti grandi produttori di altri settori.
Gli scontri del governo russo con l’industria videoludica occidentale non si limitano agli sviluppatori: lo scorso anno un tribunale russo ha multato Twitch per aver diffuso quelle che sono state definito informazioni false, chiedendo l’eliminazione di contenuti nei quali si faceva riferimento all’invasione in Ucraina, nello specifico dettagli sulle vittime civili e metodi usati dall’esercito russo.