I nuovi Google Pixel 7 e Pixel 7 Pro sono i primi telefoni Android a supportare esclusivamente app a 64 bit. Lo riferisce il sito XDA-Developers spiegando che la build di Android 13 installata si questi smartphone non permette di avviare applicazioni a 32 bit. Il chip Tensor 2 di Google dovrebbe permettere tecnicamente di avviare le sue vecchie app, e quella di Big G è dunque solo una limitazione software (del sistema operativo).
La novità non dovrebbe essere un problema per gli utenti di Pixel 7: non sarà semplicemente più possibile installare vecchie app aggiornate. Sul Play Store di Google non sono più accettate app a 32 bit dal 2019 e dovrebbero dunque essere rare le app non compatibili con i nuovi telefoni di Google.
Il passaggio delle app da un’architettura a 32 bit a 64 bit offre diversi vantaggi in termini di prestazioni, memoria gestibile, sicurezza e altro ancora, Google ha deciso di accelerare questo passaggio e a quanto pare anche sul suo futuro tablet (previsto per il 2023) non sarà possibile avviare app a 32 bit.
Apple è stata la prima ad abbandonare l’architettura a 32 bit, nel 2017 con il rilascio di iOS 11 (all’epoca un passaggio considerato inutile da osservatori poco attenti e incapaci di pensare al futuro, personaggi che poi si sono dovuti ricredere). L’ecosistema più aperto di Google ha rallentato notevolmente la transizione ai 64 bit, soprattutto a causa dei tanti store alternativi che continuano allegramente a ignorare dettami e linee guida di Big G.