Ci sono tanti libri nuovi da scegliere, ne escono alcune decine di migliaia ogni anno. Ma non a tutti piacciono le ultime novità, quelle che finiscono in classifica, che vengono lette da tutti. Eppure, non ci sono solo “libri commerciali”, ma anche gemme piccole e grandi. Libri che non sono solo nuovi ma anche molto belli da leggere e che vi faranno passare qualche ora spensierata, battere il cuore e provare emozioni nuove, perché no.
Qui abbiamo selezionati le ultime uscite, da noi consigliate da leggere mentre ci si riposa o durante le vacanze.
Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macitynet raccolti in un’unica pagina.
Le regole dello Shangai
Erri de Luca non tradisce mai. Lei è una giovane gitana in fuga dalla famiglia per sottrarsi al matrimonio combinato con un uomo anziano, lui è un orologiaio che sta campeggiando sul confine e la accoglie nella propria tenda. L’incontro inaugura un’intesa fatta di dialoghi notturni sugli uomini e sulla vita, uno scambio di saperi e di visioni – lei che crede nel destino, nei segni, nel dio delle cose, lei che addestrava un orso e lo amava come il migliore degli amici; lui che si sente un ingranaggio dentro la macchina del mondo e che quel mondo interpreta secondo le regole dello Shangai, come se giocare fosse un modo per mettere ordine nel caos. Un’intesa che durerà a lungo, anche da lontano, e finirà per modificare l’esistenza di entrambi: uno scarto nel gioco, un bastoncino che si muove. Erri De Luca si mette su piste poco battute, su vite che si annodano e si sciolgono. Lo fa con una storia densa e lieve, dove ogni parola schiude significati più profondi, ogni frase è una porta di accesso prima di tutto a sé stessi, e nel farlo ci invita a un gioco calmo, paziente e lucido, nel quale anche una mossa impercettibile può cambiare il corso della partita.
Mi limitavo ad amare te
Con questo romanzo Rosella Postorino è stata finalista al premio Strega. Cosa che, nel suo caso, vale forse più della vittoria finale. Si esiste interi solo prima di nascere. Ma quello strappo è la vita. Omar ha dieci anni e passa le giornate alla finestra sperando che sua madre torni: da troppi giorni non viene, e lui non sa più nemmeno se è viva. Suo fratello gli strofina il naso sulla guancia per fargli il solletico, ma non riesce a consolarlo. Senza la madre il mondo svapora. Solo Nada lo calma, tenendolo per mano: soltanto lei, con i suoi occhi celesti, è per Omar un desiderio. Ha undici anni, sulla fronte una vena che pulsa se qualcuno la fa arrabbiare, e un fratello, Ivo, grande abbastanza da essere arruolato. Nada e Omar sono bambini nella primavera del 1992, a Sarajevo. Per allontanarli dalla guerra, una mattina di luglio un pullman li porta via contro la loro volontà. Se la madre di Omar è ancora viva, come farà a ritrovarlo? E se Ivo morisse combattendo? In viaggio per l’Italia, lungo strade ridotte in macerie, Nada conosce Danilo, che ha mani calde e una famiglia, al contrario di lei, e che un giorno le fa una promessa. Nessuna infanzia è spensierata, ciascuno di noi porta con sé le sue ferite, ma anche quando ogni certezza sembra venire meno, possiamo trovare un punto fermo attorno al quale far girare tutto il resto. Mi limitavo ad amare te entra nelle fibre del lettore colpendo quel punto come una freccia. Ispirato a una storia vera, è un romanzo di ampio respiro, di formazione, di guerra e d’amore, che si colloca a pieno titolo nella tradizione del grande romanzo europeo. Con la sua scrittura precisa e toccante, Rosella Postorino torna a indagare le nostre questioni private, quelle che finiscono per occupare il centro dei pensieri e delle azioni degli esseri umani anche nel mezzo dei rivolgimenti storici più scioccanti. Così, mentre infuria il conflitto che per primo in Europa ha spezzato una lunga pace, ecco che ci interroghiamo sull’“inconveniente di essere nati”. Come si diventa grandi quando da piccoli si è stati amati malamente? E chi può mai dire di essere stato amato come e quanto avrebbe voluto? Nada, Omar e Danilo scoprono presto nel legame che li unisce, e che li spinge a giurarsi fedeltà eterna oppure a tradirsi, la più grande risorsa per una possibile salvezza.
Trust
Con questo romanzo Hernan Diaz ha vinto il premio Pulitzer. New York, anni cinquanta. Dopo la pubblicazione di un romanzo mendace e offensivo sulla sua vita, il ricchissimo finanziere Andrew Bevel, diventato milionario dopo alcune speculazioni seguite al crollo in Borsa del ’29, assume la giovane Ida Partenza, figlia di un anarchico italiano, perché lo aiuti a scrivere un’autobiografia in grado di raccontare finalmente la verità sui suoi successi e sulla sua defunta moglie, Mildred. Ida intuisce presto che nemmeno dalla sua penna, strettamente controllata dal committente, uscirà il ritratto fedele di una donna complessa la cui reale personalità continua a sfuggirle, e la morte improvvisa di Bevel la costringe infine a lasciare incompleto il lavoro. Soltanto trent’anni dopo ha la possibilità di accedere agli archivi della Fondazione Bevel, dove trova finalmente il diario di Mildred, prezioso tassello mancante all’enigma che ha lasciato nella sua vita un’impronta indelebile. Quattro testi, quattro generi letterari, quattro voci, quattro punti di vista compongono un raffinato gioco di specchi in cui dietro le scelte di un leggendario uomo d’affari americano si intravede la figura polimorfa e affascinante di una moglie, artefice misconosciuta della sua fortuna.
Atlantolario. Spalancare il mondo a parole
È un libro molto particolare, ma ancora più particolare la sua storia. Accade un giorno alla Scuola Holden: ci sono un bel po’ di studentesse e studenti e, in mezzo a loro, c’è Jovanotti. Lui si racconta con generosità e intelligenza, loro chiedono, parlano, si espongono: un crepitare di energia che mette addosso la voglia di rivedersi. Di scoprirsi. Alla fine è chiaro a tutti che quell’energia non può andare dispersa, perché l’energia che si sprigiona da ogni singola parola ha il potere di ridisegnare la mappa di quel che conosciamo. Questo libro nasce da qui: dalla vertigine di esplorare il potere delle parole perché oggi, più che mai, il mondo è fatto di parole. Anzi, questo libro nasce dalla possibilità di dire un po’ del mondo per illuminarlo da un’altra prospettiva. Dunque non poteva che essere un atlante vocabolario, un atlantolario, perché è una mappa fatta di parole. Ispirati dal carisma e dall’immaginario di Jovanotti, i ragazzi della Scuola Holden hanno infatti scelto parole in grado di dare un nome a ciò che oggi ci entusiasma, ci fa innamorare, ci fa ballare, ciò che colora e dà ritmo alla vita: all’energia che ci tiene insieme anche se abbiamo età diverse. In un certo senso, questo libro è una fotografia che ci fa stare tutti nella stessa inquadratura. Che ci dà un posto – un mondo – da abitare. Perché condividere certe parole, e ciò che custodiscono, è il modo di ricordarci sempre l’umanissima tribù a cui diamo forma insieme, più potente di qualunque realtà geografica. L’ombelico del mondo è l’insieme dei nostri ombelichi, è un’infinità di linee nomadi – migranti – che quando entrano in contatto creano un unico, enorme, spettacolare ammasso di energia che si condensa, si concentra, lascia traccia di sé.
ELP
Torna alla grande Antonio Manzini. Non si fa che parlare dell’ELP, l’Esercito di Liberazione del Pianeta. Il vicequestore Rocco Schiavone guarda con simpatia mista al solito scetticismo ai gesti clamorosi di questi disobbedienti che liberano eserciti di animali d’allevamento in autostrada. Semmai è incuriosito dal loro segno di riconoscimento che si diffonde come un contagio tra ragazze e ragazzi. La vera violenza sta però da un’altra parte e quando Rocco viene a sapere di una signora picchiata dal marito non si trattiene, «come una belva sfoga la sua rabbia incontenibile»: «un buon suggerimento» per comportamenti futuri. Solo che lo stesso uomo l’indomani viene trovato ucciso con un colpo di pistola alla fronte. Uno strano assassinio, su cui Schiavone deve aprire un’inchiesta da subito contorta da fatti personali (comici e tragici). Per quanto fortuna voglia che facciano squadra clandestinamente anche i vecchi amici senza tetto né legge di Trastevere, Brizio e Furio, che corrispondono al suo naturale sentimento contro il potere. Nel caso è implicata una società che sembra una pura copertura. Ma dietro questa copertura, qualcosa stride e fa attrito fino a bloccare completamente Rocco sull’orlo della soluzione del caso. Intanto crescono in aggressività gli atti dell’ELP fino a un attentato che provoca la morte di un imprenditore di una fabbrica di pellami. Indagando, Rocco si rende conto che forse, dal punto di vista della sensibilità ambientale, sullo stabilimento non c’è molto da ridire. Ma perché i «simpatici» ambientalisti sono giunti a tanto? ELP è particolarmente narrativa e mette sotto un unico segno due casi e due inchieste. Le riunisce lo sfondo di calda attualità sociale. Anche il brusco vicequestore è più ombroso e stanco, sente più acutamente quanto importante sia l’amicizia, e deve investire nell’indagine tutta la sua irruente e sincera passionalità, e tutta la tenerezza della sua invincibile malinconia.
Il figlio sbagliato
Lei è la regina del giallo nordico. E torna con un nuovo caso per Erica e Patrik. A Fjällbacka è arrivato l’autunno e una fitta nebbia grigia si rifiuta di mollare la stretta sulla costa. Anche se la maggior parte dei turisti è già andata via, in paese sono in corso i preparativi per un’importante mostra fotografica: Rolf Stenklo, noto artista dello scatto, sta per esporre le sue opere più personali, e la curiosità per cosa svelerà l’allestimento è grande. Ma quando mancano solo due giorni all’inaugurazione, qualcuno entra nella galleria e lo uccide. Poco dopo, anche la casa del celebre scrittore Henning Bauer, candidato al premio Nobel per la letteratura in pieno blocco creativo, è sconvolta da un’aggressione brutale. Difficile non pensare che i crimini siano in qualche modo legati. Tanto più che i due uomini si conoscevano bene, essendo entrambi tra i fondatori del Blanche, un club culturale aperto a un ristretto numero di prescelti. Luogo di potere e contatti necessari a farsi strada nel cangiante mondo delle arti, il Blanche è una tappa obbligata per chiunque sulla scena svedese voglia ottenere fama e visibilità con un romanzo, una raccolta di poesie o un’installazione. Mentre le indagini di Patrik Hedström e della sua squadra procedono a fatica, Erica è alle prese con un nuovo libro. E nelle sue ricerche su un caso di omicidio che risale al 1980, riesce a trovare un collegamento proprio con il Blanche e le persone coinvolte negli eventi che hanno di recente scosso Fjällbacka. A riprova che l’eco delle menzogne risuona sempre a lungo.
Nulla si distrugge. Un’avventura del commissario Bordelli
Ogni città ha il suo commissario. Firenze ha Bordelli. Siamo alla fine di aprile del 1970 e il commissario Bordelli, ormai in pensione, può dedicarsi a un caso riaperto di recente, un’indagine mai risolta che lo tormenta da molti anni. Si tratta dell’assassinio del figlio di un noto fascista avvenuto nel 1947, che nel clima irrequieto del Dopoguerra era stato frettolosamente archiviato. Mentre, con l’aiuto del vice commissario, Bordelli scava nel passato alla ricerca della verità, sulla montagna pistoiese la Pubblica Sicurezza sta scandagliando il bosco in una frenetica lotta contro il tempo e una brutta faccenda tornerà alla luce. Come se non bastasse, un vecchio amico che più di dieci anni prima era scomparso nel nulla ricompare all’improvviso, facendo affiorare alla memoria di Bordelli il ricordo di una vicenda complessa e dolorosa. Perché nelle nostre vite fatte di carne e racconti, nulla si distrugge.
Sorelle. Una storia di Sara
Maurizio De Giovanni racconta un’altra avventura del suo personaggio più riuscito, in un mix tra thriller e giallo tradizionale e avventure paradossali. Teresa Pandolfi ha esagerato. Questo pensa chi l’ha rapita. La sfacciata, attraente bionda a capo dell’Unità segreta dei Servizi deve essere messa a tacere. Prima di farla fuori, però, serve la certezza che non abbia lasciato prove compromettenti per il loro sistema di potere. Intanto Sara è in crisi. Diverse come il giorno e la notte, lei e Bionda sono amiche, colleghe, rivali. Più ancora: sorelle. Dal giorno in cui non le risponde a un messaggio, Mora ha capito: Teresa è in pericolo di vita. Lei è disposta a qualsiasi cosa per salvarla, con Viola, Pardo e persino Boris, il colossale Bovaro del Bernese. Al suo fianco la risorsa più preziosa, l’ex agente Andrea Catapano, che con Bionda e Mora ha condiviso gli anni migliori. Così comincia una forsennata corsa contro il tempo. Per capire se esistono delle prove, unica merce di scambio per la liberazione di Teresa, Sara dovrà scavare dentro tutto ciò che sa di lei. Tornare alle indagini di ieri, collegarle a quelle di oggi. Ma dovrà soprattutto schiudere lo scrigno dei ricordi, anche i più minuti, all’apparenza insignificanti, che ognuno di noi cela a propria insaputa in fondo al cuore. Lì in mezzo, Mora potrebbe indovinare la pista giusta, a cui arriverebbe – in uno slancio dell’anima – soltanto una sorella.
Le cose che ci salvano
Ma quali sono le cose che ci salvano? Lorenza Gentile approfondisce. Gea vive in un condominio sui Navigli di Milano e non oltrepassa mai i confini del suo quartiere. In un mondo che sogna di andare su Marte, lei coltiva con amore il suo “orticello”. Ha ventisette anni e si arrangia come tuttofare. Conserva in casa tutto ciò che prima o poi potrebbe servire perché non crede nei supermercati e nel comprare, ma nel riciclare e dare nuova vita alle cose. E, fedele alla sua personale “economia circolare di quartiere”, distribuisce in giro gli oggetti che aggiusta, oltre a pillole per lo spirito sotto forma di poesie, biglietti, origami con citazioni. Vive sola, ma ha buoni amici: l’ottantenne pseudo-portinaia del palazzo, un pensionato taciturno, l’energica donna che gestisce la tavola calda in fondo alla strada, un tredicenne che sogna di diventare autista di corriera. Nessuno della sua età, perché Gea, nella sua età, non ci si ritrova. Così come non si ritrova nel mondo. Forse perché è cresciuta in un posto sperduto, con un padre ossessionato dalle catastrofi che la obbligava a prepararsi sempre al peggio? Cominceremo a scoprire il suo segreto grazie al Nuovo mondo, una vecchia bottega di rigattiere, appartenuta un tempo alla carismatica Dorothy. Quella serranda rossa è rimasta abbassata per anni, finché all’improvviso la proprietà è stata rilevata da un’agenzia immobiliare, che vuole sgomberare e vendere al miglior offerente. Ma se non si può riparare il passato, si può immaginare un nuovo futuro. Sarà questa la missione di Gea, la sua ragione di vita o forse proprio l’occasione per costruirsela, una vita: salvare il negozio a ogni costo. Perché tutto ciò che salviamo finisce a sua volta per salvare noi.
Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi
Qui si ride e anche tanto. Bravo Francesco Recami. l Solista del mitra prepara un colpo grosso, l’obiettivo sono i Frigoriferi Milanesi, l’intricato sistema di caveau a prova di furto, l’antica Fabbrica del Ghiaccio. Complici sono Il Piero, Faccia d’Angelo, La Miciona, La Piccerella, Il René, La Mantide. Il malloppo è qualcosa di estremamente prezioso, di losca provenienza, in ballo c’è anche una vendetta. Nel frattempo alla Casa di ringhiera la vita continua al solito, litigiosa, pettegola e malignetta. La falsa invalida, signorina Mattei-Ferri, ha deciso di cambiare atteggiamento e rendersi più amabile con i vicini, soprattutto i nuovi; il pensionato Amedeo Consonni si dedica al nipotino Enrico, dopo aver superato una profonda depressione; la professoressa Angela, dal buen retiro di Camogli, non perde di vista affetti e affari; il vecchio Luis De Angelis continua ad accudire paranoicamente la sua automobile, adesso una Maserati. E così via, tutti ostili tra loro, estranei, eppure legati gli uni agli altri come nella Finestra sul cortile. Però ci sono delle novità. Un gruppo allegro di studentesse di Fashion, venute dalla provincia più opulenta ad addentare la metropoli; e due nuove coppie di ricchi inquilini, a testimoniare che anche la Casa di ringhiera si gentrifica. E proprio da Camilla, la bella amante dell’architetto Sommariva, si viene a sapere qualcosa di Yutta, la venere tedesca che, dopo aver ammaliato tutti, era sparita con una fortuna e in barba al pensionato Consonni. La notizia fa ripiombare la Casa di ringhiera in una scalcagnata ed esagerata avventura. In questa nuova puntata della serie fortunata in cui un intero caseggiato assume personalità entro una cornice comico criminale, mosso da un’animazione farsesca, l’autore Francesco Recami sollecita il lettore a riflettere su cosa sia in realtà l’intrattenimento letterario. Un tema drammatico e surreale entra nella scena: che tipo di vita è quella dei personaggi di un romanzo?
I qui presenti
Fabio Bartolomei con il suo contenuto: tossicodipendente, spacciatore senza talento, una famiglia disastrosa alle spalle, Oscar è destinato a non lasciare traccia di sé. Cos’altro potrebbe andare storto nella sua vita? Il mondo intero, ecco cosa. In una notte di bufera Oscar si rifugia dalla sua riluttante fidanzata. Al risveglio scopre che intorno alla casa non c’è più nulla, niente città, niente mare, niente colline, niente mondo. È tutto sparito, cancellato. Anzi: nascosto. Perché a ogni suo passo piccole porzioni di prati, strade e palazzi tornano a riapparire. Tra sgomento e desiderio di scoperta arrivano i primi tenui segnali: da qualche parte il vecchio mondo c’è ancora, e va avanti come se nulla fosse accaduto.
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