La cultura di Internet nasce dall’intersezione di quattro differenti ambiti. Ci sono i tecnologi utopisti, che ameranno Linux ma cominciano frequentando le università tech dell’area. Ci sono gli imprenditori alla ricerca di nuovi modi per fare soldi. Ci sono i finanziatori che spesso in passato hanno visto l’altro lato della barricata e cioè l’attività di imprenditore di startup. E ci sono infine i sognatori, quelli che si illudono che ci sia un futuro utopico davanti all’umanità, e che si curano dell’ambiente e di mille altre cose (magari vegane).
Il mix di queste tensioni ideali, di questi idealtipi, nel corso dei decenni ha creato personalità straordinariamente complesse ed efficaci come quella di Steve Jobs e di alcuni altri (pochi) pionieri del mondo tech. Ma questo mix ha anche rivoluzionato il modo con il quale tutti noi viviamo grazie alla tecnologia. In maniera disordinata, cercando di dare più spazio possibile ai sognatori e all’open source, ecco qui i libri che raccontano o testimoniano le loro storie. Tutti da leggere.
Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.
Hackers: Gli eroi della rivoluzione informatica
Non si può raccontare la storia della rivoluzione informatica senza usare questo volume fondamentale di Steven Levy, uno dei più famosi giornalisti americani che si occupano da quarant’anni di cose tecnologiche. E Levy ha scritto vari libri, tutti importanti e decisamente interessanti, ma se ne bisogna scegliere uno solo in particolare, ebbene eccolo qui, è questo racconto dell’etica e della storia degli hacker, iniziata nelle cantine del Mit dove gli studenti amanti dei trenini del Tech Model Railroad Club usano per la prima volta un computer sviluppato a scopo militare per far funzionare in modo automatico il loro plastico. Ripubblicato in ebook a un prezzo popolare, il libro è una testimonianza fondamentale e un testo assolutamente ancora godibile ancora oggi.
Hackers: Gli eroi della rivoluzione informatica
The four. I padroni. Il DNA segreto di Amazon, Apple, Facebook e Google
In un mondo in cui i piccoli contano pochissimo, questa storia dei grandi che contano tantissimo è fondamentale. Critica, graffiante, a tratti quasi eretica, l’opera di Scott Galloway è una delle poche a raccontare senza tanti peli sulla lingua cosa sono e dove vanno i colossi della tecnologia. L’unica pecca? Aver sottovalutato il ruolo di Microsoft, che non compare a parititolo degli altri.
The four. I padroni. Il DNA segreto di Amazon, Apple, Facebook e Google
Da Unix a Linux: Una storia del Software Libero
Ci sono molti modi per raccontare la storia dell’open source e di Unix e Linux in particolare. Quella scelta da Marco Moraschi è una delle più sintetiche ma complete. Parte con un paradosso: i calcolatori di mezzo secolo fa, con i sistemi operativi limitati e soprattutto fatti su misura. Da qui la nascita di una piccola (mica tanto) rivoluzione, cioè quella impostata da un gruppo di ricercatori dei Bell Labs che creano Unix e il suo linguaggio di programmazione, il C. Da qui a Linus Torvalds, lo studente finlandese che nel 1991 crea il kernel di Linux, passando per il progetto GNU di Richard Stallman e gli altri, il passo è breve. Ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Da Unix a Linux: Una storia del Software Libero
Linux
Sembra paradossale imparare cos’è Linux, da dove nasce e come funziona partendo da un libro di carta. Fa tanto anni Novanta. Eppure questo lavoro di Scott Granneman è un lavoro accurato e ben strutturato, che ripercorre non solo la storia di Linux ma anche le premesse, le principali evoluzioni, la complessità tecnica e la ricchezza di possibilità di questo campione del mondo open source. L’altro vantaggio di questo libro è che presenta il codice e i comandi essenziali per avere letteralmente “in tasca” Linux e i suoi possibili derivati concettuali. Flessibile e funzionale, questo è un libro operativo, compatto e completo.
UNIX: A History and a Memoir
Non è tradizione di questa rubrica pubblicare libri in inglese, anche se ammettiamo che leggere in quella lingua ci semplificherebbe molto il lavoro e darebbe lo spazio per pubblicare molti più libri. Tuttavia, quando c’è una eccezione da fare, la facciamo volentieri. Come nel caso di questa storia di Unix raccontata da uno dei protagonisti massimi: Brian Kernighan, un dei padri di Unix e del linguaggio di programmazione C. Questo libro è il suo racconto di come sono andate le cose, ed è non solo rivelatorio ma pieno di interessanti spigolature e aspetti altrimenti trascurati dalla storia ufficiale.
Whole Earth: The Many Lives of Stewart Brand
È famoso per aver fondato il Whole Earth Catalog, la vera bibbia della controcultura americana, che venne citata indirettamente da Steve Jobs per la famosa frase riportata alla fine dell’ultimo numero pubblicato: “Stay Hungry, Stay Foolish”. Ma Stewart Brand è stato molto più di questo, come racconta John Markoff in questo libro che è appena uscito e che speriamo venga prestissimo tradotto in inglese.
Perché la vita e la figura di Brand è una di quelle più importanti per capire la controcultura e il mondo della cultura digitale californiana, entrambi nati alla fine degli anni Sessanta. È sempre Brand quello che ha immaginato che vedere la prima foto presa “dall’esterno” del nostro pianeta Terra, cioè dallo spazio, sarebbe stata un’idea rivoluzionaria. Dopo averla ottenuta e pubblicata è quella che ha generato il momento di coscienza collettivo che ha portato alla nascita dei movimenti ambientalisti e a una differente coscienza del nostro tempo.
Whole Earth: The Many Lives of Stewart Brand
L’unica regola è che non ci sono regole. Netflix e la cultura della reinvenzione
Netflix non è certamente un campione dell’open source o della rivoluzione democratica digitale, ma ha lo stesso inventato una cultura della reinvenzione più che dell’invenzione che è molto interessante. È una storia di successo sia di business che per l’industria culturale ma anche per le tecnologie cloud utilizzate. E soprattutto, è nato grazie alla potenza di fuoco del suo creatore, Reed Hastings, che ha scritto assieme a Erin Meyer questo libro permettendo di entrare dentro la storia di Netflix e della fine della televisione come la conosciamo.
L’unica regola è che non ci sono regole. Netflix e la cultura della reinvenzione
Steve Jobs non abita più qui
Michele Masneri è una delle penne più brillanti del nuovo giornalismo tradizionale, quello fatto da giornalisti “vecchio stile” che però sono più giovani (contrapposti a blogger, influencer e amenità varie). In una serie di viaggi in California per le testate per le quali collabora Masneri è riuscito a riscoprire l’America facendosi domande ingenue ma al tempo stesso universali, che toccano aspetti diversi e nuovi rispetto a quelli già codificati dalle generazioni di viaggiatori dell’informazioni e invitati speciali che lo hanno preceduto. In particolare, la scoperta della Silicon Valley da parte di Masneri è la scoperta fatta con la retorica del giornalismo di una volta aggiornata ai tempi moderni (si parla con l’autista di Uber anziché con il tassista per capire “come gira il fumo”). La conclusione è brillante.
La valle oscura
Anna Wiener è una giornalista abbastanza nota negli Stati Uniti non foss’altro perché scrive per le riviste “giuste” (come il New Yorker). Pochi sapevano che prima di diventare una giornalista Wiener avesse lavorato in aziende tech, prima a New York e poi a San Francisco. Una specie di racconto distopico stile “Friends” ma parodisticamente invertito, questo diario romanzato di quegli anni è uno spaccato della Silicon Valley impossibile da vedere e da raccontare se non lo si è vissuto dall’interno all’età giusta.
Da zero a uno: I segreti delle startup, ovvero come si costruisce il futuro
Peter Thiel, creatore di varie aziende e rappresentante d’eccellenza di una forma di capitalismo predatorio, mostra in questo libro scritto con Blake Masters come si fa a creare da zero un’azienda. È un libro duro, perché dure sono le premesse e le conseguenze della scelta di operare nel mondo delle startup. Tassi di fallimento elevati, rischi costanti, ostacoli da tutte le parti. È necessario avere una cultura differente rispetto a quella degli imprenditori tradizionali e questo libro la racconta meglio di molti altri nella sua genuina ferocia.
Da zero a uno: I segreti delle startup, ovvero come si costruisce il futuro
Open Sources: Voices from the Open Source Revolution
Non è un libro recente (è del 1999), non è in italiano (è in inglese), non è una biografia (è una raccolta di saggi). Ma è un capolavoro. Chris DiBona e Sam Ockman qui coordinano quelli che all’epoca erano i principali esponenti del movimento open source e fanno scrivere loro articoli sulle attività. È il modo per sentire le voci di Richard Stallman, Linus Torvalds, dell’editore Tom O’Reilly, di Eric Raymond e di Bruce Perens, tra gli altri. Se approcciato con lo spirito giusto, è la più bella autobiografia che si possa immaginare dell’originale movimento open source. Un libro immancabile. Si trova anche in rete, ma l’edizione di carta è più pratica da leggere.
Open Sources: Voices from the Open Source Revolution
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