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I migliori libri sulla storia contemporanea d’Italia

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Una introduzione alla storia italiana non può che andare al contrario e partire dall’attualità. La storia contemporanea, non quella moderna. La storia fatta dagli storici e dai giornalisti che prendono il passo e guardano alto, per capire quali sono le tendenze in cui viviamo, quali i fatti da ricordare, quali i dati da scoprire.

Viviamo in uno dei paesi più belli al mondo, con la concentrazione di arte e monumenti più alta di qualsiasi altra nazione al mondo sia in valore relativi che in numeri assoluti. Abbiamo una storia ricchissima e millenaria, con tradizioni che hanno reso l’Italia un faro per il mondo. Eppure, ci dimentichiamo spesso chi siamo diventati. Ecco qui i libri per riscoprirlo.

Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.

I migliori racconti brevi e minimalisti made in USA

Patria 1967-1977

Enrico Deaglio è un giornalista e non uno storico, anche se ormai pratica più la storia che il giornalismo. Il suo libro, uscito nel 2010, ha un pregio: ha rimesso la storia in pista. E ci ha fatto chiedere: ma davvero è successo tutto questo? Nel 1967 Gianni Morandi canta “C’era un ragazzo che come me”, De André “Via del Campo” e Luigi Tenco si spara un colpo di pistola al Festival di Sanremo: si sente nell’aria che qualcosa sta per succedere, e infatti comincia un decennio di rivoluzioni, conquiste, speranze, disamori e misteri. Ma che cosa è successo davvero in quel decennio?

Restano parole ed espressioni strane e lontane – il “Sessantotto”, L'”autunno caldo”, “il palazzo”, “Io sono mia”, il “compromesso storico”, “I lama stanno in Tibet” – a ricordarci quanto tempo è passato e quanto è cambiato il nostro paese. Era la Prima Repubblica, quando la classe dirigente non si chiamava ancora casta e nel segreto, intanto, si preparavano bombe e colpi di stato. Anni in cui tutto un paese perse dolorosamente la propria innocenza, scoprendo quanto fosse feroce e reazionario il suo cuore di tenebra.

L’Italia odierna – nella quale i cittadini hanno la mutua, il weekend e una bella serie di diritti – spesso dimentica che tutto questo lo portò quel decennio ormai rimosso. Anni di lamiera, di piombo, di lavatrici, di manganelli. Dell’Italia di quel decennio Enrico Deaglio è un testimone d’eccezione. Con una cronaca in diretta ripercorre storie notissime e altre dimenticate, in un collage di musica, idee, passioni politiche, libri, film, radio libere che hanno segnato un prima e un dopo nella storia del nostro paese. L’Italia di oggi cominciò allora.

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Patria 1978-2010

E poi il tempo passa e il 1977 diventa storia. Ma Enrico Deaglio non ha dormito sugli allori del successo epocale del suo primo libro e ha fatto una seconda parte, che arriva sino al 2010. In un libro di novecento pagine, una cavalcata in quel vero romanzo che è stata l’Italia degli ultimi trent’anni. È come guardare un film sulla nostra vita, in cui gli avvenimenti sono raccontati mentre succedono.

Si comincia con Aldo Moro nella prigione del popolo, nell’anno che ha cambiato tutto. E poi, l’ascesa della mafia, il rapporto stretto tra crimine e potere, la guerra e i segreti di Cosa Nostra, i morti e i soldi che li hanno accompagnati. I grandi condottieri dell’industria tra sogni e corruzione, la fine ingloriosa della Prima repubblica, l’ascesa della televisione e del suo magnate, il Nord conquistato dalla Lega, il nuovo potere del Vaticano, la rivalutazione del fascismo, la crisi e la deriva.

La nostra storia in cinquecento storie: anno per anno, i protagonisti, i fatti, le parole, le vittime e i vincitori, le resistenze, la musica e le idee che hanno costruito il nostro paese. Un libro per ricordare quanto è successo e per scoprire che – molto spesso – le cose non erano andate proprio così.

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Patria 2010-2020

Infine, siccome il tempo continua a passare, il terzo capitolo della storia Patria di Enrico Deaglio, che arriva sino all’altro ieri. Mentre l’Italia e tutto il resto del mondo si ritrovano precipitati in una crisi sanitaria, economica e sociale gravissima nessuno ci pensa, ma questo decennio è cominciato con il bunga bunga. Il vaffa era nella politica italiana già da tre anni. Che fai, mi cacci?, disse Fini a Berlusconi. Chi si ricorda più di Emanuele Filiberto, di Pupo e del tenore Canonici sul palco di Sanremo? E del Trota? E dello spread a quota 528? Se ci dimentichiamo, non riusciamo a capire come siamo arrivati qui.

In questi dieci anni abbiamo assistito senza fare abbastanza alla tragedia dei migranti in mare, al renzismo, al populismo e al sovranismo, alla farsa dell’abolizione della povertà, all’infamia dei porti chiusi, a Mafia Capitale e alla deriva della giustizia, alla decrescita industriale, abbiamo imparato a usare lo smartphone e scoperto il Bosone di Higgs, abbiamo visto i comici al governo, l’invasione delle fake news, i “pieni poteri” e il Papeete. L’Italia si è trasformata. È come un romanzo pieno di scandali, intrecci e svolte inaspettate.

I protagonisti siamo noi. Ma conosciamo davvero tutte le regole e i segreti di questo gioco complicatissimo? Enrico Deaglio completa la trilogia di Patria con la cronaca in diretta del decennio più veloce e imprevedibile della storia italiana, con le sue incoerenze, le risate, le intuizioni e gli errori che ci hanno portato fin qui. Il racconto di questi dieci anni turbolenti si chiude con un diario personale e in tempo reale dell’epidemia, che spalanca scenari nuovi ma soprattutto porta in superficie vecchissime contraddizioni. Una grande narrazione della nostra storia sociale, fatta di trame sotterranee e clamorosi colpi di scena, di dettagli dimenticati e personaggi indimenticabili. Ci sarà un happy end? E chi sarà l’uomo del decennio?

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Storia dell’Italia contemporanea. 1943-2023

La storia agli storici, come Umberto Gentiloni Silveri. Il volume, presentato in un’edizione aggiornata agli ultimi eventi – la crisi pandemica, le nuove forme di rappresentanza e il ritorno della guerra in Europa -, propone una sintesi originale e accurata di ottant’anni di storia italiana alla luce delle continue interazioni fra quadro interno e contesto internazionale.

Un itinerario composito e plurale, attraversato da snodi e momenti, opportunità e rischi: dal declino della parabola fascista alla guerra fredda, dalla costruzione europea alla scelta atlantica, dai movimenti sociali alle sfide globali del nostro tempo, dal crollo dei partiti alle tensioni che scuotono la democrazia in Occidente. L’autore definisce il ritratto di una comunità nazionale democratica e partecipativa, una Repubblica perennemente in bilico tra continuità e rottura, tradizione e innovazione.

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Nel continente nero. La destra alla conquista dell’Europa

La storia dell’Italia contemporanea è anche la storia di una grande inversione che il direttore di Fanpage racconta nel dettaglio con questa inchiesta dettagliata e documentata. «Costituire un ordine è più importante che conquistare il potere.» È una scritta, ormai cancellata, che correva lungo un muro di Roma, in via Merulana. Potrebbe partire da questo assunto la lunga e approfondita inchiesta di Francesco Cancellato sui partiti della Destra europea.

Alla vigilia delle elezioni del 2024, il fronte delle Destre, più o meno estreme, si presenta più forte che mai, anche grazie all’affermazione, in Italia, del partito di Giorgia Meloni. Così, attraverso interviste a colleghi stranieri e confronti con esperti e attivisti, spostandosi dalle piazze polacche a quelle spagnole, il direttore di Fanpage.it ricostruisce l’ascesa delle formazioni di Destra nei singoli Stati, mettendo in luce i binari comuni su cui si muovono, i legami con organizzazioni transnazionali che li finanziano, le nemmeno troppo celate radici nei regimi dittatoriali di primo Novecento, i temi dirimenti (dal negazionismo climatico all’islamofobia, dall’identitarismo alla battaglia contro i diritti civili) che ne stanno accrescendo il consenso.

Attraverso Germania e Svezia, Polonia e Spagna, passando per l’Ungheria e la Francia – con un focus sull’Italia di Salvini e Meloni –, queste pagine informano e illuminano un processo di avanzamento che è prima culturale che politico; mettono in guardia da possibili smottamenti nell’equilibrio europeo; denunciano, in ultima istanza, il crollo dei cordoni sanitari che fino a oggi avevano tenuto lontano dai centri decisionali le formazioni della Destra estrema. È un fenomeno in atto sotto i nostri occhi, ovunque nel «Continente nero» che rischiamo di diventare. «Riconoscere questa forza, guardarla negli occhi» scrive Cancellato «è il primo passo per affrontarla.»

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La più bella. Perché difendere la Costituzione

Una domanda che ha una sola risposta, quella meravigliosamente articolata in questo volume da Luca Sommi. È bella, giusta, poetica, gentile, generosa la nostra Costituzione. È scritta come una poesia ma è rigorosa, non ammette che la si contraddica. Considera tutti i cittadini e le cittadine uguali, dal più povero al più ricco, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di lingua, di orientamento politico, di condizioni sociali ed economiche. Per la nostra Carta costituente, tutti devono avere pari dignità sociale e la legge deve essere uguale per tutti. E obbliga la Repubblica a rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono ai cittadini e alle cittadine di avere una vita dignitosa. Non dobbiamo avere paura di niente, perché c’è la Costituzione a proteggerci. In questo racconto sentimentale Luca Sommi ci porta a scoprire la bellezza della nostra Carta fondamentale. Per amarla come merita. E per difenderla quando serve.

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Il paese che siamo. L’Italia dalla prima Repubblica alla politica on demand

Cosa siamo diventati? Ce lo chiediamo spesso e questi libri indicano proprio la strada per costruire questa trasformazione. Lorenzo Pregliasco lo ha facilmente intuito. La Prima Repubblica ci sembra un mondo lontano e irripetibile. In bianco e nero, senza social, un mondo nel quale gli italiani guardavano alla politica in modo diverso, i partiti avevano milioni di iscritti e andavano a votare quasi tutti. Può suonare incredibile oggi, ma in un sondaggio del 1951 secondo l’80 per cento delle donne era desiderabile che il marito fosse più colto della moglie, mentre nel 1967 il 58 per cento degli intervistati riteneva che le donne non dovessero occuparsi di politica.

Cosa è successo da allora? In che modo l’Italia è diventata il paese che è oggi? Lorenzo Pregliasco risponde a queste domande tornando indietro nel tempo, alla riscoperta di fatti e protagonisti che hanno segnato un’epoca. Perché, anche se sembrano appartenere a un passato lontano, ci sono momenti e figure che vivono ancora oggi attraverso le idee, i diritti e i modi di essere che ci hanno trasmesso. Non saremmo la stessa Italia senza l’articolo 1 della Costituzione, i referendum degli anni Settanta e l’esempio della lotta alla mafia di Falcone e Borsellino.

Raccontando vite, passaggi e scelte decisive, Pregliasco ci porta in un viaggio alla riscoperta delle più importanti trasformazioni sociali e culturali del nostro paese: momenti trascurati dai programmi scolastici, spesso sconosciuti a chi non li ha vissuti direttamente, ma essenziali per capire l’Italia di oggi. Dalla nascita della Repubblica all’avvento dell’Antipolitica, passando per il boom economico, gli anni di piombo e Tangentopoli, l’autore indaga cosa è cambiato – e cosa no – nella sensibilità e nelle opinioni degli italiani e come siamo passati dall’adesione totale ai partiti di massa all’odierna «politica on demand». Un racconto coinvolgente e ricco di spunti di riflessione, che ci mostra come siamo diventati il paese che siamo.

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Almanacco della Repubblica: Repertorio ragionato della politica italiana 1945-2021

Un’opera unica. Il libro che mancava per capire la politica e avere sempre sotto mano la storia della nostra RepubblicaUno strumento che si propone quasi come indispensabile per chiunque, per motivi di studio o anche per semplice interesse o passione, voglia avere sempre a portata di mano tutto ciò che riguarda la struttura, gli sviluppi, le dimensioni e la storia delle istituzioni politiche italiane.

Un repertorio con numeri, nomi, dati, date, cronologie: le elezioni politiche, le elezioni europee, le leggi elettorali, i referendum, le legislature, i Presidenti della Repubblica, i governi, l’apparato del potere (con tutti gli enti e le strutture, dall’Accademia della Crusca alla Rai, passando per Corte dei conti, Cnr, Csm, Inps…), le leggi che hanno cambiato l’Italia, i volti del potere (con oltre cento schede in ordine cronologico, da Luigi Einaudi a Luigi Di Maio), i luoghi, il sesso e l’età, le stranezze del potere. In apertura del volume la Costituzione nella versione più aggiornata di tutte le modifiche avvenute nel corso del tempo.

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Presidenti della Repubblica. Da De Nicola al secondo mandato di Mattarella

La storia dei Presidenti della Repubblica è poco conosciuta, eppure la sua linearità e relativa semplicità permette di scoprire cose importantissime sulla nostra Patria. A partire dal ruolo voluto dal Costituente.

Infatti, descritta succintamente dal testo costituzionale, la Presidenza della Repubblica è stata via via «riempita» dai momenti politici e dalla cultura di chi è stato chiamato a incarnarne lo spirito. Cosa distingue Einaudi da Gronchi? È stato Pertini il primo «presidente degli italiani»? Perché il sistema mediatico ha descritto Napolitano come «Re Giorgio»? Cosa rappresenta, per l’Italia e il suo sistema politico, la riconferma di Sergio Mattarella?

L’Assemblea costituente optò per una forma di governo parlamentare, ma affidò al Capo dello Stato importanti poteri di intermediazione politica, di controllo e di stimolo che il cittadino comune vede ciclicamente in atto nei passaggi istituzionali: la formazione dei governi, lo scioglimento della Camere, l’elezione dei Presidenti stessi. Nel corso della storia repubblicana queste funzioni si sono allargate e ristrette, perché interpretate da uomini politici all’interno di momenti politici. Ecco perché, per capire davvero i Presidenti della Repubblica, i loro profili vanno letti dentro alle stagioni della politica italiana.

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I potenti al tempo di Giorgia

Luigi Bisignani, il più famoso faccendiere italiano, e il giornalista Paolo Madron, ci hanno preso gusto e raccontano uno spicchio di Italia a cavallo tra la cronaca e il gossip. Segreti, tradimenti e passioni di chi comanda oggi in Italia. Per la prima volta nella storia della Repubblica, a comandare in Italia è una donna. Giorgia Meloni ha fondato un partito, ha vinto le elezioni ed è decisa a imporre una nuova classe dirigente, anche a costo di scontentare alleati, colleghi di partito e pezzi di apparato burocratico e dei servizi segreti.

Ma cosa sta succedendo realmente all’interno dei Palazzi del potere? Luigi Bisignani e Paolo Madron, in un’incalzante conversazione, raccontano la lotta in corso per entrare nelle stanze dove si decidono le sorti del paese e per sedersi ai tavoli che contano davvero: senza fare sconti a nessuno svelano i retroscena, i complotti, i patti stretti più o meno alla luce del sole per accaparrarsi le poltrone migliori nei ministeri, nei consigli di amministrazione delle partecipate, nelle segreterie.

Nel raccontare la traiettoria politica che ha condotto una giovane militante delle sezioni della destra romana fino alla presidenza del Consiglio, “I potenti al tempo di Giorgia” disegna una mappa imprescindibile per individuare, nome per nome – da Elly Schlein a Marina Berlusconi -, quali sono i sorprendenti vincitori e quali i furiosi sconfitti di questa guerra all’ultimo sangue nei primi anni dell’era Meloni.

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L’Italia s’è ridesta. Viaggio nel paese che resiste e rinasce

L’ottimismo della ragione di Aldo Cazzullo, il giornalista che quotidianamente mostra il percorso della politica, costume e società nel nostro Paese. “L’Italia oggi è spaventata, di cattivo umore, impaurita dal futuro. Invece sono convinto che l’Italia abbia davanti a sé una grande occasione di ripresa e di sviluppo. Una chance di rinascita, una nuova stagione.”

È possibile uscire da un viaggio nell’Italia della grande crisi più ottimisti di prima. Perché c’è un paese che alla crisi resiste, e che riparte. Perché il mondo globale, che consideriamo una sciagura, è una grande opportunità per un paese come il nostro, capitale della bellezza e dell’arte, del design e della creatività. Perché il mondo di domani – non solo l’America ma anche la Cina, l’India, il Brasile – è pieno di consumatori che vorrebbero comprare i nostri prodotti, vestirsi come noi, vivere come noi.

Perché abbiamo ricchezze che nessun ladro potrà mai rubare, bellezze che nessun falsario potrà mai imitare, saperi che nessuna impresa potrà mai delocalizzare. Non è vero che i figli staranno peggio dei padri: il futuro dipende da noi, e può essere migliore del presente. La celebrazione dei 50 anni dell’unità è stata un successo: noi italiani abbiamo capito di amare l’Italia. C’è una cosa che ancora ci manca: la fiducia in noi stessi.

Invece dobbiamo ricordarci che il nostro non è un Paese qualsiasi. Essere consapevoli di chi siamo, e di quel che possiamo fare. Per aiutarci a capire chi siamo, Aldo Cazzullo racconta quindici città. Da Torino, che ha cambiato umore e non ha più pudore dei propri sentimenti, a Bari, dove nascono i nuovi miti della letteratura e dello spettacolo.

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Storia linguistica dell’Italia repubblicana dal 1946 ai nostri giorni

Purtroppo scomparso, il linguista e commentatore Tullio De Mauro è stata una delle voci più interessanti per la comprensione della nostra storia, sfruttando la sua peculiare prospettiva della linguistica. La svolta istituzionale e politica del 1946 rinnovò profondamente l’Italia, nel costume, nella cultura e nel linguaggio.

Le città erano piene di cumuli di macerie, ma nella pace ritrovata le speranze prevalevano. In quel bisogno di esprimersi, la lingua comune fu chiamata a rispondere a una pluralità di impieghi e registri prima sconosciuta, e così accadde anche ai dialetti. Parte da questa volontà di nuovo la Storia linguistica dell’Italia repubblicana, che si propone di continuare fino all’oggi la Storia linguistica dell’Italia unita dedicata agli anni dal 1861 al secondo dopoguerra.

Il libro racconta il quadro delle condizioni linguistiche e culturali del paese a metà Novecento: un paese contadino segnato da bassa scolarità, analfabetismo, predominio dei dialetti. Individua poi i mutamenti di natura economica, sociale, politica e le luci e le ombre di quel che è avvenuto nel linguaggio: largo uso dell’italiano nel parlare, ma continua disaffezione alla lettura, nuovo ruolo dei dialetti, scarsa consuetudine con le scienze, mediocri livelli di competenza della popolazione adulta, difficoltà della scuola.

L’ultimo capitolo, infine, mostra come tutto ciò incida sui modi di adoperare la nostra lingua: sul vocabolario e la grammatica che usiamo, parlando in privato o in pubblico, o scrivendo testi giornalistici, amministrativi e burocratici, letterari o scientifici.

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Tempi difficili per la Costituzione

Gli smarrimenti dei costituzionalisti rappresentanti da uno dei più importanti studiosi di diritto pubblico e giudici costituzionali del nostro Paese: Gustavo Zagrebelksy. Parlare dei costituzionalisti è come parlare di costituzione. Se essere costituzionalisti significa sfornare ‘pareri’, la costituzione anch’essa diventa un parere, anzi una somma di pareri. E diventa un parere persino che ci sia questa Costituzione e non un’altra.

Un tempo, almeno su questo i costituzionalisti erano uniti: quella Costituzione alla quale hanno promesso di dedicare studi ed energie deve essere difesa e promossa. Oggi, un’epoca sembra tramontata e molti lavorano allo scopo opposto: cambiarla, renderla irriconoscibile. Naturalmente, si dice, lo scopo è sempre quello di migliorarla. Sono ancora costituzionalisti? La domanda è lecita.

Talora sembrano ideologhi, altre volte politici, se non anche politicanti che usano la Costituzione come un mezzo e non come il fine, il fine ultimo che è la convivenza senza sopraffazione e senza violenza. «Che cosa stiamo diventando?» si chiede un costituzionalista che viene da tempi ormai lontani. È un destino finire tra gli ‘opinionisti’ da cui si pescano quelli più congeniali a questa o quella area politica, a questa o quella tesi? C’è un’Associazione dei costituzionalisti che riunisce circa 500 persone con il compito di «promuovere e difendere le peculiarità della cultura costituzionalistica». Che cosa sono queste peculiarità? Se c’erano, dove sono finite? Forse un tempo si sarebbe potuto rispondere.

Oggi è difficile. «Sia chiaro – si dice in questo libro –, questa non è una critica, ma una constatazione e, insieme, una delusione, un dispiacere e, forse, un rimorso».

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Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi

La mettiamo quasi in fondo, un po’ nascosta, ma forse è l’opera storica migliore tra quelle che cercano di raccontare l’Italia contemporanea realizzata da uno studioso e uomo di cultura, Paul Ginsborg, che è stato un punto di vista fortissimo per capire la storia d’Italia.

I momenti cruciali della Resistenza, la nascita della Repubblica sotto il dominio della Democrazia cristiana, il miracolo economico, il centrosinistra e il Sessantotto, le lotte politiche e sindacali degli anni Settanta, il terrorismo: un affresco storiografico ricco di suggestioni e spunti critici che sottolinea il drammatico passaggio da un Paese fascista distrutto dalla guerra a una grande e opulenta nazione democratica.

Nella complessa architettura del libro fatti politici, dati economici e analisi della famiglia e della società si intersecano, dando vita a un quadro globale dell’Italia contemporanea. Attingendo a metodi e fonti diversificate – dalla storia orale, alle analisi sociologiche, alle commissioni parlamentari – questo libro ricostruisce il tessuto più quotidiano della vita degli italiani in una narrazione di grande leggibilità e rigore storico, il lavoro di Paul Ginsborg, pubblicato per la prima volta nel 1989, ha suscitato immediatamente un acceso dibattito, e ha assunto un posto di grande rilievo nella storiografia dedicata all’Italia repubblicana.

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Il portaborse

Non sarebbe una lista dei migliori libri di Macity se non ci fosse almeno un fuorisacco. E quale migliore sorpresa che non ripescare il libro con la sceneggiatura del film omonimo con il volto di Nanni Moretti? Scritto dal regista Daniele Luchetti. La copertina del volume riporta la faccia truce di Nanni Moretti che impersona l’onorevole Botero, il capostipite di tutti i politici corrotti e corruttori. E a lato, Silvio Orlando, il goffo professore che si fa irretire dal potere come il protagonista di Faust, diventando un “portaborse”.

Assieme alla bella sceneggiatura il libro fornisce anche una ricca documentazione delle polemiche che il film ha provocato e delle recensioni, italiane e straniere, che ne hanno decretato il successo. logica, con esempi curiosi e paradossali, ma anche con utili strumenti. Alcuni programmi di computer permetteranno ai lettori più esperti di eseguire con le macchine i calcoli più complessi.

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