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I migliori libri sul giornalismo digitale

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Una volta si diceva che il giornalismo era fatto consumando le suole delle scarpe dei cronisti e annusando l’odore d’inchiostro nelle rotative sino a tarda notte, quando si chiudevano le edizioni dei giornali che la mattina prestissimo sarebbero arrivate in pacchi serrati alle edicole di tutto il Paese. Oggi non è più così, praticamente.

Il sistema dell’informazione è stato completamente rivoluzionato però, singolarmente, non si parla ancora per bene di giornalismo dell’epoca digitale. Cambiano sia il versante della raccolta e produzione delle notizie, cioè il lavoro del giornalista per trovare le notizie, che quello del versante del consumo delle notizie, cioè la loro vendita agli utenti finali che ne fruiscono in modi nuovi ed inediti come logica rispetto al passato.

Abbiamo sentito parlare tutti di fake news oppure di click-bait, però è veramente singolare che non si affronti, neanche all’interno della professione, in maniera organica il tema e lo si analizzi con lo scopo pragmatico di imparare come si fa. Questi libri che vi proponiamo qui sotto cercano di risolvere in parte questo problema.

Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.

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Che cos’è la disintermediazione

Cominciamo con questo questo piccolo classico di Paola Stringa, giornalista e ricercatrice, che affronta il tema in maniera sintetica ed esaustiva ma sempre comprensibile dalla prospettiva più elevata: quella della disintermediazione. La nostra società sta cambiando per via della trasformazione in beni digitali di quelli che una volta erano beni e servizi tradizionali e il giornalismo non fa eccezione. Qui è spiegato tutto in maniera chiara e comprensibile.

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Giornalismo digitale

Affrontiamo l’argomento di petto come fa Sergio Bolzoni: il giornalismo digitale, ciò l’evoluzione della professione che ha il fine di informare le persone per renderle consapevoli di quello che succede nella società moderna e consentire di partecipare alla vita pubblica in maniera informata. Il libro è ricco e completo, ma paga forse il fatto di essere del 2015 e quindi non aggiornato sulle ultime novità tecnologiche.

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Giornalismo online. Crossmedialità, blogging e social network: i nuovi strumenti dell’informazione digitale

Davide Mazzocco fa un lavoro molto approfondito in questo in questo suo libro uscito nel 2018 che esplora la trasformazione costante degli strumenti web, il ruolo dei social, le modalità di diffusione delle notizie attraverso la rete e i tipi diversi di scrittura che si possono utilizzare. Al centro, le strategie per muoversi attorno ai tre pilastri della rete dal punto di vista di chi vuole informare: social media, crossmedialità e motori di ricerca.

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Giornalismo digitale: Dalla perdita d’identità del giornalismo multimediale alla post-verità

Il libro di Andrea Picchi ha un ruolo critico prima ancora che didattico: l’autore infatti esplora il panorama dell’informazione italiana e straniera cercando di dare un senso all’insieme delle modalità di nuova e vecchia informazione e come interagiscono tra di loro. Attenzione, è la versione “auto pubblicata” di una brillante tesi di laurea magistrale che ha ricevuto il massimo dei voti nel corso di laurea di Editoria e Scrittura del 2019 alla Sapienza di Roma, quindi un libro che ha il vantaggio di avere un approccio fresco e giovane, ma paga qualche piccola ingenuità e l’essere un po’ didascalico.

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Giornalismo digitale. Architettura, programmazione, ottimizzazione

Ci siamo chiesti in redazione a lungo se pubblicare anche questo libro di Davide Mazzocco, che è alla fine una specie di elaborazione storica dal nostro punto di vista, dato che è stato pubblicato nel 2012 ed ha obiettivi molto pratici (come organizzare l’attività di una redazione, sostanzialmente) ormai superati dal tempo e dalle tecnologie. Ma abbiamo trovato molti spunti e piccole perle sepolte nelle nozioni ormai obsolete e ci sentiamo di consigliarlo solo a chi sta cercando di ricostruire un ampio quadro storico e ha bisogno di vedere le cose dalla prospettiva di dieci anni fa. Il libro è il punto di partenza del libro del 2018 sempre di Mazzocco che abbiamo indicato poco sopra.

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Corso di giornalismo digitale. Teorie, pratiche e strumenti dell’informazione e della comunicazione nel mondo della rete: Sempre online

Per capire come evolve il mondo del giornalismo online questo libro offre alcuni spunti validi anche per l’autoaggiornamento o la formazione di una squadra di comunicatori che vogliano fare un salto di qualità e indirizzarsi verso contenuti di tipo giornalistico per la promozione di brand e prodotti. Valido.

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Manuale di Giornalismo Digitale: Come scrivere, condividere e monetizzare i tuoi contenuti editoriali

Sempre con l’obiettivo di avere un meccanismo di produzione di contenuti di valore informativo che siano anche monetizzabili, questo manuale di giornalismo digitale scritto da Alessandro Grandoni offre un’ottima via per capire quali sono le differenze rispetto alla professione giornalistica di un tempo e quali sono i modi per poter monetizzare l’attualità al giorno d’oggi.

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Digitale. La nuova era della comunicazione e informazione pubblica. Storia e prospettive del modello italiano

Francesco Di Costanzo e Domenico Bonaventura prendono il problema di petto e si occupano, giustamente secondo noi, dell’intero tema della comunicazione e informazione digitale anziché del solo giornalismo. Il lavoro estremamente aggiornato (è uscito a metà 2021) offre la strada molto interessante anche perché privilegia l’ambito dell’informazione pubblica, cioè la Pubblica amministrazione, e permette di capire quali sono gli esempi validi di comunicazione e informazione sviluppati ad esempio durante la pandemia.

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La deontologia del giornalista ai tempi dell’informazione digitale

Il lavoro di Michele Partipilo è fondamentale non soltanto perché è ben fatto e intelligente, ma anche perché tocca in questa nostra piccola lista di libri un argomento che viene sempre snobbato, cioè quello della deontologia: se il giornalismo è uno strumento insostituibile per la crescita qualitativa della società, la sua deontologia (cioè il “dover essere”, l’insieme delle regole che determinano la condotta dei giornalisti) dovrebbe essere il primo e non l’ultimo libro da leggere. Consigliato vivamente anche e soprattutto ai non addetti ai lavori.

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Giornalismo interculturale e comunicazione nell’era del digitale

Libro “antico” ma importante, questo testo di Maurizio Corte è tuttavia una gemma rara nel panorama della riflessione e dello studio dell’interculturalità nel nostro Paese. Lo si capisce anche solo scorrendo le domande alle quale il libro cerca di dare risposta: quale giornalismo, quale informazione, quale comunicazione attraverso i media in una società pluralistica come la nostra? Alla sfida dell’immigrazione e della diversità culturale come sanno (o non sanno) rispondere i media? Quali sono gli strumenti necessari per raccontare eventi, processi, situazioni, accadimenti propri di un mondo che è in continua e rapida trasformazione? Come leggere i media e come utilizzarli in un Paese con milioni di cittadini di origine straniera? E’ possibile un diverso modo di fare giornalismo e di comunicare, più efficace, più autorevole, più rispettoso della dignità delle persone?

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Ufficio stampa 2.0: Tra Media Relations e Digital Pr

Come cambia la professione di chi si occupa di comunicazione e di ufficio stampa con il digitale? La risposta è tutt’altro che semplice e lineare e in questo recente libro (2019) Fabio Brocceri fa il punto offrendo una prospettiva su tutto quello che il contesto della nuova informazione ha a che fare con le altre parole chiave del settore digitale: social media manager, digital pr, web content editor, community manager, web analyst, digital strategist, Seo manager.

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Brand journalist. L’azienda fa notizia

Spostiamo il discorso su un altro punto: la marca. Perché il digitale mette la marca direttamente in relazione con la clientela, bypassando sia i mediatori giornalistici che la pubblicità convenzionale (che è mediata da altri canali di comunicazione di massa). E in questa nuova relazione si può dialogare con una forma di storytelling differente che Mariagrazia Villa sviscera in questo recentissimo libro (fine 2020) che non è solo un manuale di come si faccia la professione di giornalista d’impresa ma anche perché riabilita la figura del reporter della marca, smontando il luogo comune che sia un giornalista di serie B.

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L’inviato speciale

Come i nostri affezionati lettori sanno molto bene, questa serie di libri alla fine offre (quasi) sempre un libro “fuori quota” che ci racconta qualcosa di ortogonale rispetto al tema della settimanale. Questa volta prendetelo come un divertissement con lo scopo di essere anche un detox: Scoop, in italiano tradotto come L’inviato Speciale, è un romanzo del 1938 uno dei libri giustamente più famosi di Evelyn Waugh, autore britannico nato nel 1903 e scomparso nel 1966. È una satira del giornalismo sensazionalista e dell’attitudine dei corrispondenti dall’estero e degli inviati speciali dei grandi giornali, una razza oggi sostanzialmente scomparsa. La trama: John Boot, brillante giovane scrittore, viene scelto da un quotidiano di punta per andare in Africa come inviato speciale e raccontare la crisi politica che ha colpito un piccolo stato tropicale. Ma per uno scambio di persona, sul luogo viene spedito William Boot, inetto giornalista di provincia. Peccato che a Ismaelia, (immaginario) stato africano cuore della crisi, nulla di rimarchevole avvenga; così, in una folle corsa a caccia dello scoop, tra i molti giornalisti accorsi da tutto il mondo scatta una vera e propria gara a chi la spara più grossa, una guerra del paradosso che arriva sino all’invenzione di eventi mai accaduti. Intanto William, incompetente più di ogni altro, passa il tempo in facezie, tanto da giungere sull’orlo del licenziamento per incapacità di fornire informazioni “succulente”; ma ecco che, in modo totalmente casuale, Boot scoprirà che davvero a Ismaelia è in atto un colpo di stato, e in virtù di ciò diverrà un eroe involontario e tragicomico della notizia da prima pagina.

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