Una sola puntata dei migliori libri per sapere tutto sul cinema non poteva bastare, ed eccoci qui dunque con la seconda parte. Perché per capire come funziona la settima arte ci vuole un approfondimento ad ampio spettro.
Quella che abbiamo visto nella prima parte è una serie di libri sull’analisi dei film da un punto di vista storico e scientifico. Ma c’è molto altro e molto di più da dire. In questa seconda parte facciamo invece una carrellata dei migliori libri per capire tendenze, particolarità e forme di autorialità che costituiscono lo scheletro portante dell’arte cinematografica.
Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.
La Nouvelle Vague Copertina
Quando si pensa al buon cinema di solito si pensa all’autore per eccellenza, cioè al regista. Ma è una costruzione culturale: il regista come centro dell’opera arriva solo a un certo punto e il suo ruolo diventa fondamentale grazie al contributo del movimento francese dell’ondata nuova di autori del 1959, cioè la Nouvelle Vague raccontata dai Cahiers du Cinéma. In questo libro di Michel Marie c’è la storia di uno dei movimenti cinematografici più famosi della storia del cinema. Conosciuto da tutti ma spesso frainteso o comunque poco compreso. Ecco l’occasione per capire cos’è stata veramente quella rivoluzione che oggi ci sembra scontata e acquisita.
Nouvelle vague italiana. Il cinema del nuovo millennio
Visto che abbiamo parlato di nouvelle vague in generale, adesso ne parliamo per quanto riguarda l’Italia, che si è ritagliata un ruolo alquanto particolare al riguardo usando il termine come rivisitazione dell’idea di cambiamento. Lo facciamo con il libro di Vito Zagarrio, critico di livello, che affronta uno dei momenti cruciali della storia del cinema italiano, vale a dire quello a cavallo degli anni duemila. Dopo «Cinema italiano anni novanta», infatti, Zagarrio prosegue in questo libro la re-visione del cinema nazionale, indagando gli anni duemila nelle sue dinamiche autoriali e tematiche: dagli autori tipici del nuovo millennio (Garrone, Sorrentino) ai vecchi e nuovi maestri (Bellocchio, i Taviani, Scola, Moretti, Tornatore), alla nuova generazione (Giovannesi, Guadagnino), al cinema al femminile (Rohrwacher, Nicchiarelli, Labate), al cinema del reale (Quatriglio, Bertozzi), al nuovo star system, al tema dell’identità di genere.
Il cinema secondo Hitchcock
Il maggior esponente della nouvelle vague è Alfred Hitchcock e questo libro racconta la storia del suo cinema grazie al genio creativo di François Truffaut. Un libro storico, una intervista-dialogo che si legge come un saggio contemporaneo e al tempo stesso come un dialogo platonico. Il lungo, appassionante dialogo svela al lettore la vita e le opere di un uomo incredibile e di un regista straordinario. Analizzando la vasta produzione di Hitchcock, i due parlano di invenzioni visive, montaggio, taglio delle inquadrature, narrazione. Ma il discorso sfocia volentieri nella sfera del sogno, dell’eros, delle emozioni e svela la figura enigmatica e geniale di Hitchcock, tanto rigoroso e metodico nella sua arte quanto umorale e lunatico nelle sue relazioni con il mondo. Un viaggio ipnotico nella mente di un uomo che con i suoi film è riuscito a segnare la storia della settima arte, ma soprattutto un grande libro sul cinema, frutto di lunghi colloqui tra due artisti consapevoli degli strumenti della propria arte.
Non ho risposte semplici. Il genio del cinema si racconta
Uno dei pochi altri geni del cinema paragonabili a Hitchcock è certamente quello di Stanley Kubrick, che in questo libro si svela grazie a una raccolta di interviste curata da Gene D- Phillips. Da Orizzonti di gloria a Full Metal Jacket, passando per 2001: Odissea nello spazio, Arancia meccanica e Barry Lyndon, quest’opera ripercorre le tappe della carriera di un cineasta spesso discusso, talvolta incompreso ma sempre indipendente fino all’ostinazione, che ci ha regalato alcune delle visioni più belle e profonde della storia del cinema. L’amaro, titanico sforzo di Kubrick, che lui per primo sembra scrutare sarcasticamente, nasce forse dalla sua precisa coscienza dei limiti del mezzo-cinema; e la sua volontà di spostarli sempre più avanti, nella sperimentazione estetica e tecnologica, ha dei tratti ludici ma anche da fatica di Sisifo. Forse anche per questo, oggi che al cinema tutto è possibile e non c’è niente da scoprire, la sfida visionaria e follemente artigianale di Kubrick ci sembra quasi la negazione del cinema del presente.
La mafia immaginaria. Settant’anni di Cosa Nostra al cinema (1949-2019)
Il cinema è una grande fabbrica di immaginari che si alimenta con delle rappresentazioni del reale supposto o immaginato. Uno dei grandi temi che caratterizza il cinema soprattutto italiano è la messa in scena della Mafia: Emiliano Morreale costruisce un documento fondamentale per capire il gioco di riflessi che viene ispirato e al tempo stesso modella la nostra società. Dal secondo dopoguerra, e ancor più dalla fine degli anni sessanta, la mafia siciliana è stata oggetto di decine di film e poi di fiction televisive, con un corredo riconoscibile e stereotipato di personaggi, situazioni, immagini: un codice che si è sovrapposto agli eventi storici, li ha modellati e ne ha influenzato la percezione. Frutto di una ricerca decennale, questo libro rappresenta il primo studio completo sui modi in cui il cinema ha raccontato Cosa Nostra. Una lettura documentata e provocatoria, che ribalta molti luoghi comuni. Il cinema italiano non ha quasi mai raccontato davvero la mafia, ma si è inventato un «mafiaworld» parallelo, che ha influenzato la percezione del fenomeno da parte dell’opinione pubblica, e perfino i modi in cui i mafiosi stessi si sono visti.
Lo schermo fra le righe. Cinema e letteratura del Novecento
Che rapporto c’è tra il cinema e la letteratura? La settima arte che nel novecento ha costruito il più grande e potente tra gli immaginari come si è posta rispetto al mondo della carta stampata? In questo saggio Vincenzo Maggitti ricostruisce per la prima volta il percorso di un cinema mentale che abita la letteratura del Novecento, dove la pagina diventa lo spazio di uno schermo inventato. Gli scrittori interessati da questa prospettiva (da De Amicis a Delmore Schwartz, da Nabokov a Manuel Puig) coprono l’arco dell’intero ventesimo secolo, e si muovono in un contesto transnazionale di cui il cinema interpreta la memoria, tanto individuale quanto collettiva.
Il grande addio. Chinatown e gli ultimi anni di Hollywood
Il primo di una ideale trilogia di film che raccontano il rapporto tra Hollywood e il mondo. Sam Wasson comincia con questo libro dedicato a Chinatown, uno dei più grandi film di sempre, regia di Roman Polanski, con Jack Nicholson e prodotto da Robert Evans e sceneggiato da Robert Towne. Hollywood, nella sua stagione più ribelle, avventurosa e creativa, dopo il classicismo ormai stantio della golden age e prima della svendita alle mega-corporazioni. Sam Wasson ci guida dentro la testa fratturata di un Polanski bambino nel ghetto di Cracovia e adulto davanti alla porta insanguinata della villa di Cielo Drive; negli abiti ben stirati di Jack Nicholson, un uomo senza padre e con troppe donne destinato a grandi imprese: nell’inquieta frenesia di Robert Towne, che contemporaneamente a Chinatown scriveva due storici film di Hal Ashby (L’ultima corvè e Shampoo) e intanto dava una mano a Coppola per risolvere le scene più delicate del Padrino; nella residenza di Robert Evans, Woodland, dove tra le fontane della piscina, le ragazze in bikini e le orchidee sempre fresche si faceva la storia del cinema: e infine, ma non ultimo, nella “nascita” di Los Angeles, avvenuta sulle macerie degli abusi di potere, della corruzione, della guerra dell’acqua, dell’addomesticamento del deserto, della mercificazione del sogno americano e dell’imboscamento dei segreti più terribili, uno dei quali ― il più terribile di tutti ― è il motore che fa girare Chinatown a un ritmo mai più eguagliato. Un libro potentissimo.
Che hai fatto in tutti questi anni. Sergio Leone e l’avventura di «C’era una volta in America»
Con questo libro Piero Negri Scaglione segna uno dei più alti traguardi nel racconto del cinema italiano e intanto apre al secondo volume della nostra ideale trilogia su Hollywood. Raccontare i diciotto anni che impiegò Sergio Leone a realizzare il suo capolavoro – diciotto anni di incontri, sconfitte, colpi di scena, di attori e truffatori – significa scrivere il grande romanzo di un artista, di un’ossessione, di un Paese intero. C’è un’avventura dentro l’avventura, una storia dentro la storia in C’era una volta in America: dal momento in cui è stato pensato per la prima volta a quello in cui è stato presentato a Cannes, evento speciale al Festival, passano diciotto anni. Diciotto anni durante i quali avviene di tutto. Ma dopo mezz’ora di film, la magia è svelata: altro che gangster movie, C’era una volta in America è un’opera-mondo, un’epica moderna, o postmoderna, l’unica possibile. «Nasco con il neorealismo, – diceva Sergio Leone, – ma ho sempre pensato che il cinema è avventura, mito, e che l’avventura e il mito possono raccontare i piccoli fantasmi che ognuno di noi ha dentro». Sono i fantasmi dell’amore non corrisposto che diventa volontà di potenza, della violenza, dell’amicizia, del tradimento, della vendetta, del desiderio e del suo lato oscuro, la delusione o – peggio ancora – la sua completa soddisfazione. I fantasmi di chi ha sognato il Sogno americano.
C’era una volta a Hollywood
Elisabetta Sgarbi porta avanti un’opera meritoria con la sua Nave di Teseo: pubblica i romanzi tratti dai film, le novelization degli autori. Come questo terzo e ultimo libro della nostra ideale e un po’ folle trilogia della Hollywood cinematografica. Questo è il romanzo scritto da Quentin Tarantino in parallelo al film: la storia di Rick Dalton, di Cliff Booth. Tarantino è uno degli autori contemporanei più importanti e i suoi film hanno segnato un’epoca del cinema a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila. Questo libro all’inizio sembra la sceneggiatura del film omonimo, peraltro piena di dettagli inediti, e già così bisognerebbe leggerlo. Ma andando avanti ci si accorge invece che il libro è molto di più: è il veicolo delle storie, dei pensieri, dei gusti e dei punti di vista dei personaggi, specie quelli che non abbiamo né visto né immaginato guardando il film. Spesso sono i punti di vista dello stesso Tarantino, che si interroga su molte cose ma anche e soprattutto su una sola: sul cinema.
Pubblicità e cinema. Testi e contesti tra semiotica e marketing
Rimettiamo i piedi per terra: non possiamo non guardare al cinema senza considerare un aspetto estremamente pragmatico ma fondamentale. Il suo rapporto con la pubblicità. Un universo continuo di rimandi e citazioni, un intricato susseguirsi di scambi e di parassitaggi. Il lavoro di Martina Federico e Ruggero Ragonese è fondamentale. Brand movie, product placement, trailer, transmedialità, le sigarette di Tarantino e gli spot di Wenders e Fellini, e ancora i fashion film, l’automobile di James Bond e il caffè di Nino Manfredi. Sono tanti e noti i legami fra la pubblicità e il cinema. Attori che diventano testimonial, marchi che fanno capolino fra le inquadrature fino a caratterizzare un luogo o un personaggio, richiami reciproci, storytelling e strategie di marketing multimediali.
Cinema e pubblicità. La relazione sorprendente
Impossibile analizzare un aspetto del cinema senza all’improvviso scoprire che le voci e i punti di vista sono tantissimi. Giuseppe Mazza apre una prospettiva opposta a quella del libro che lo precede in questa lista. Con una grande quantità d’informazioni e d’immagini, questo libro conduce i lettori alla scoperta di un’avventura culturale finora invisibile che ha segnato il nostro immaginario. Uno sguardo inatteso alla storia del cinema, un approccio integrato alla pubblicità, un contributo laterale ai visual studies? Un po’ tutte queste cose insieme, ma soprattutto una ricerca sulle radici e il futuro del linguaggio pubblico: unendo il gusto della divulgazione al rigore dell’approfondimento, “Cinema e pubblicità” rimescola le carte e guarda al paesaggio mediatico senza pregiudizi. In cerca di una nuova relazione con le merci. E di una visione più consapevole.
Manuale del film. Linguaggio, racconto, analisi
Una piccola coda teorica di analisi e ricerca. Questo lavoro di Gianni Rondolino e Dario Tomasi negli anni è divenuto un punto di riferimento per l’insegnamento del linguaggio cinematografico nei corsi universitari e una guida per tutti coloro che, amando il cinema, cercano con i film un rapporto che oltre la loro semplice visione. Attraverso ampie analisi di scene e sequenze tratte da film che appartengono a diversi momenti della storia del cinema, a differenti generi, stili e autori, il libro studia il linguaggio cinematografico in tutte le sue componenti: dalla sceneggiatura alla scenografia, dal punto di vista della macchina da presa a quello dei personaggi, dal fuori campo ai movimenti di macchina, dal montaggio al rapporto fra suono e immagine. A questo punto del nostro viaggio attraverso il cinema, la sua storia, le sue idee, la tecnica e il pensiero che ci sono dietro, è un volume imprescindibile anche per scoprire i rapporti con le serie tv, le altre arti e il digitale in genere.
Teorie del cinema. Il dibattito contemporaneo
Dove sta andando il cinema contemporaneo? Adrino D’Aloia e Ruggero Eugeni hanno costruito quest’opera che rimette in fila il dibattito dei giorni nostri con un lavoro di ricostruzione del dibattito accurata e ricchissima. Questa antologia presenta per la prima volta in italiano i contributi dei più autorevoli e originali rappresentanti dei film studies degli ultimi quindici anni. L’idea di fondo è che la riflessione sul cinema e sull’audiovisivo non si svolga in un perimetro chiuso e invalicabile, ma in aperto dialogo con altre discipline: con la filosofia, intorno al concetto di esperienza; con le scienze sperimentali, a proposito del concetto di organismo; con la teoria dei media, rispetto al concetto di dispositivo. Un’articolata introduzione e una postfazione intenzionalmente provocatoria permettono al lettore di comprendere “dal vivo” come il pensiero sul cinema, nei suoi rizomatici mutamenti, sia fondamentale per interpretare la complessità dell’esperienza mediale contemporanea.
Racconti di cinema
Questi trentatré racconti, raccolti da Emiliano Morreale e da Mariapaola Pierini, sono ricchissimi, varissimi e al tempo stesso semplici e toccanti. Una galleria di divi colti nei loro vezzi o fragilità, dietro la perfezione dell’immagine sullo schermo. L’Alberto Sordi di Mario Soldati, indolente, abitudinario, timorato di Dio e delle donne. O il Marlon Brando cui si rivolge Joyce Carol Oates in un’invettiva in versi da innamorata tradita: la spettatrice che da ragazzina ha saltato la scuola per vedere II selvaggio non può accettare che quell’uomo bellissimo abbia “soffocato la bellezza nel grasso”. E poi storie che hanno per protagonisti quella folla di individui il cui nome compare al massimo nei titoli di coda: sceneggiatori, produttori, scenografi, maestranze e figuranti alle prese col frenetico lavorio che rimane sempre fuori dall’inquadratura ma può condurre a dare la vita per il cinema. Gli scrittori hanno cominciato presto a fare i conti con la settima arte, raccontandone le meraviglie e le insidie, il lato sfavillante e il lato oscuro, come oscura e misteriosa è la sala cinematografica. E se è vero che oggi il cinema sembra avviarsi verso una fruizione solitaria simile a quella della lettura e viviamo nel tempo in cui la finzione dilaga nella realtà, potremo sempre interrogarci insieme a Domenico Starnone su chi abbia deciso di abolire la magia della parola “fine”.
Scolpire il tempo. Riflessioni sul cinema
Ultimo libro, quasi sognante, una raccolta di riflessioni sul cinema di un grande autore cinematografico di sempre. Questo libro è uno dei più noti e importanti saggi sull’arte cinematografica scritto dal grande regista russo Andrej Tarkovskij. Nuova edizione critica, rivista e corretta con note, indice e 60 fotografie nel testo. Quest’opera è una lezione di cinema che si sofferma su ogni film girato dall’autore: il libro è un’opera che deve essere letta da ogni amante del cinema.
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