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I migliori libri per predire il futuro

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Una breve introduzione al futuro: come sarà il domani? Oggi abbiamo delle tecnologie fantascientifiche (basterebbe per tutte la stra-abusata intelligenza artificiale) ma poi cosa succederà? E quali cambiamenti produrrà? Il marketing delle aziende parla di rivoluzioni in corso, magari entro domani, ma poi non si realizzano. È la solita storia: sopravvalutiamo i cambiamenti nel presente e sottovalutiamo quelli nel medio-lungo periodo.

Allora, per mettere un po’ di ordine, visto che certamente nessuno legge nella sfera di cristallo, siamo andati a cercare i grandi interpreti del sapere e a vedere come hanno immaginato il cambiamento del futuro. Le risposte sono nei libri che abbiamo selezionato, e molte sono davvero interessanti: si spazia dalle scienze naturali all’informatica, dalla storia e la statistica alla filosofia vera e propria. Senza perdere mai di vista, però, le cose che contano. Le previsioni e gli strumenti per farle e soprattutto per interpretarle.

Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.

migliori libri guida


Breve storia dell’intelligenza

È il libro introduttivo per capire di cosa si parla quando si parla di intelligenza, naturale o artificiale che sia. Nell’ultimo decennio, l’intelligenza artificiale, che fino a prima esisteva solo nell’immaginario della fantascienza, è diventata realtà. Produrre opere d’arte, leggere radiografie e guidare auto sono solo alcune delle sue attuali capacità. Eppure, rimangono ancora spazi della vita umana in cui non riesce ad arrivare: com’è possibile che sia capace di sconfiggere il più grande maestro di scacchi ma non sia in grado di caricare una lavastoviglie? Questo testo colma il divario tra sapiens e super-intelligenza raccontando l’evoluzione del cervello e rivelando come plasmare la prossima generazione di scoperte sull’AI.

Utilizzando una nuova prospettiva e con il supporto di molti neuroscienziati, Max Bennett identifica i cinque momenti chiave che hanno segnato i più importanti balzi evolutivi del cervello e restituisce un racconto alla portata di tutti del più misterioso organo umano. “Breve storia dell’intelligenza” cambia il modo in cui approcciamo le neuroscienze e l’intelligenza artificiale: guarda al passato per dirci molto sul nostro futuro umano e tecnologico.

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Pensieri lenti e veloci

Va capita la mente umana, per metà istintiva (pensa “velocemente”) e per metà razionale (pensa “lentamente”). Altrimenti non si capisce nulla. E ocme fare? Questo libro di Daniel Kahneman vale come un master universitario. Perché siamo stati abituati a ritenere che all’uomo, in quanto essere dotato di razionalità, sia sufficiente tenere a freno l’istinto e l’emotività per essere in grado di valutare in modo obiettivo le situazioni che deve affrontare e di scegliere, tra varie alternative, quella per sé più vantaggiosa.

Gli studi sul processo decisionale condotti ormai da molti anni dal premio Nobel Daniel Kahneman hanno mostrato quanto illusoria sia questa convinzione e come, in realtà, siamo sempre esposti a condizionamenti – magari da parte del nostro stesso modo di pensare – che possono insidiare la capacità di giudicare e di agire lucidamente.

Illustrando gli ultimi risultati della sua ricerca, Kahneman ci guida in un’esplorazione della mente umana e ci spiega come essa sia caratterizzata da due processi di pensiero ben distinti: uno veloce e intuitivo (sistema 1), e uno più lento ma anche più logico e riflessivo (sistema 2). Se il primo presiede all’attività cognitiva automatica e involontaria, il secondo entra in azione quando dobbiamo svolgere compiti che richiedono concentrazione e autocontrollo.

Efficiente e produttiva, questa organizzazione del pensiero ci consente di sviluppare raffinate competenze e abilità e di eseguire con relativa facilità operazioni complesse. Ma può anche essere fonte di errori sistematici (bias), quando l’intuizione si lascia suggestionare dagli stereotipi e la riflessione è troppo pigra per correggerla.

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Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita

Il libro non è nuovo, tutt’altro. Ma con questo testo Nassim Nicholas Taleb ha spiegato alle persone come pensare diversamente riguardo a tutto: dal Covid alla Borsa. È fondamentale per capire come guardare il mondo. Ma il nome da cosa deriva? Prima della scoperta dell’Australia gli abitanti del Vecchio Mondo erano convinti che tutti i cigni fossero bianchi: una convinzione inconfutabile, poiché sembrava pienamente confermata dall’evidenza empirica. L’avvistamento del primo cigno nero è stato quindi una sorpresa; ma non è questo il punto.

Il punto è che una conoscenza basata sull’esperienza pregressa è una conoscenza fallace, che ci rende fragili al cospetto dell’infinità di eventi che possono verificarsi. Basta un solo cigno nero per sbriciolare un’asserzione generale ricavata da millenni di avvistamenti di milioni di cigni bianchi. E allora perché ci ostiniamo a basare le nostre vite sulla previsione del futuro e sul controllo dei rischi? Perché continuiamo ad affidarci alle scelte basate sul già noto, come se non sapessimo che l’ignoto esiste e possiamo incontrarlo? Guerre, pandemie, crolli finanziari mondiali: com’è possibile che eventi simili riescano sempre a coglierci impreparati?

Con questo libro – ormai un classico della contemporaneità – Nassim Nicholas Taleb ci invita ad abbracciare l’improbabile e accettare, infine, che esso governi le nostre vite. Che sia per pianificare la struttura economica di un paese o i prossimi quindici anni della nostra esistenza questo è il libro da cui farci guidare.

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L’onda che verrà

Facciamo parlare i protagonisti. Mustafa Suleyman è stato uno dei co-fondatori di Deep-Mind, il laboratorio che ha creato una intelligenza artificiale capace di sconfiggere il campione (umano) di Go. Una cosa ritenuta impossibile. Oggi è capo dell’AI di Microsoft.

Cosa dice: ci troviamo sempre più vicini a una soglia critica nella storia della nostra specie. Molto presto l’intelligenza artificiale sarà tutto intorno a noi, organizzerà le nostre vite, gestirà attività complesse e le principali strutture di governo. Vivremo in un mondo dove sarà possibile stampare il dna, dove il dibattito su agenti patogeni ingegnerizzati e armi autonome sarà all’ordine del giorno, dove dotarsi di assistenti robot sarà lo standard e dove l’energia non mancherà. La realtà di domani è questa, eppure nessuno di noi è pronto ad affrontarla.

Dicevamo che è stato cofondatore della pionieristica società di intelligenza artificiale DeepMind, oggi parte di Google, Mustafa Suleyman si è mosso non alla periferia ma al centro di questa rivoluzione. Il prossimo decennio, sostiene, sarà caratterizzato da una vera e propria ondata di nuove e potenti tecnologie in rapidissima evoluzione. L’onda che verrà mostra come il cambiamento che ci attende genererà un’immensa ricchezza, ma al tempo stesso rappresenterà una minaccia per l’ordine globale. Oggi, mentre i nostri fragili governi vanno incontro al disastro come sonnambuli, l’umanità si trova di fronte a una prospettiva inquietante. Riusciremo a tracciare una via di fuga?

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Teoria letteraria per robot. Come i computer hanno imparato a scrivere

Inquietante, visionario, strepitoso. Dennis Yi Tenen fa forse di più con questo libro che generazioni di divulgatori. ChatGPT è solo l’ultimo dei moltissimi strumenti d’ausilio alla scrittura che l’umanità ha utilizzato fin dall’antichità. L’intelligenza artificiale e la scrittura sono due facce della stessa medaglia e provengono entrambe dalla stessa fonte: la creatività umana.

La dicotomia uomo-macchina nasce da una domanda mal posta: l’intelligenza è un fenomeno collettivo e le macchine ne fanno parte. Non da oggi, da sempre.

Questo libro è un viaggio nella storia nascosta dell’intelligenza artificiale: inizia con la filosofia araba medievale e procede con il sogno di un linguaggio universale, passando per le fabbriche di fiction hollywoodiane, i romanzi dell’Ottocento, e i sistemi di controllo aereo addestrati sui racconti popolari russi. In una insolita miscela di storia, tecnologia e filosofia, Dennis Yi Tenen ci svela l’insospettabile passato comune di letteratura e informatica. Mettendo in prospettiva i recenti sviluppi dell’intelligenza artificiale – che non è certo una sorta di genio magico realmente autonomo – ci invita a leggere oltre l’artificio, per comprendere i meccanismi del lavoro collettivo: anche una cosa semplice come il correttore automatico di un file di testo è in realtà il culmine di uno sforzo umano secolare e condiviso.

Strumenti intelligenti come i dizionari e i libri di grammatica hanno sempre accompagnato l’atto di scrivere, pensare e comunicare; il fatto che questi sistemi siano ora automatizzati non li rende vivi. Un dispositivo per il completamento automatico delle frasi può renderci scrittori «migliori», ma la verità è che il processo creativo si carica di valore solo attraverso la fatica dell’apprendimento e l’esperienza vissuta. E l’esperienza non può essere automatizzata da nessun dispositivo, per ingegnoso che sia.

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Ai 2041. Scenari dal futuro dell’intelligenza artificiale

Come sarà il mondo nel 2041? Che domande. Però vanno fatte alle persone giuste. L’intelligenza artificiale infatti è la tecnologia fondamentale del nostro presente, ma rappresenta soprattutto il nostro inevitabile destino. Entro poco più di due decenni molte abitudini della nostra vita quotidiana, così come molti aspetti del funzionamento delle nostre società, saranno stravolti e resi irriconoscibili dall’uso massiccio dell’AI.

L’interazione tra uomo e macchina rivoluzionerà l’intera scienza medica, modificherà i metodi di apprendimento nell’istruzione pubblica, così come cambierà per sempre il modo di fare comunicazione e intrattenimento. È possibile che l’AI presto ci liberi dalla dura routine del lavoro mettendo, rapidamente in discussione i principi del nostro sistema economico e sociale.

Eppure, insieme a questi imminenti progressi, l’AI porterà con sé anche numerosi rischi: da armi sempre più autonome e intelligenti a sistemi di sorveglianza massificati e totalmente invasivi. Ecco perché per Kai-Fu Lee, ex presidente di Google Cina, e Chen Qiufan, astro nascente della fantascienza cinese, il tema principale non è l’AI, ma l’umanità.

Del resto, se l’intelligenza artificiale, ci ha portati oggi a un punto di svolta epocale, la responsabilità di realizzare i suoi incubi o le sue promesse continua a spettare a noi umani. Per darne una dimostrazione Kai-Fu Lee e Chen Qiufan scrivono dieci racconti ambientati nell’imminente futuro. A San Francisco nasce una nuova industria intelligente per aiutare degli sfollati, mentre a Mumbai un adolescente si ribella all’AI che spia le sue relazioni d’amore. A Seoul dei robot diventano insegnanti di due gemelli orfani, mentre a Monaco uno scienziato informatico mette in pericolo il mondo intero. Guardando verso un orizzonte non troppo lontano, AI 2041 ci ricorda che l’uomo continuerà a essere l’unico artefice del suo destino

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Costruire la vita

Come si fa a costruire la vita? Non è è una domanda peregrina. Quando nel 1986, durante una serie di lezioni sui «grandi enigmi dell’evoluzione», vede proiettata una diapositiva in cui un pesce è collegato da una freccia a un «anfibio primitivo», il paleontologo specializzando Neil Shubin resta folgorato come da «un amore a prima vista».

È l’innesco di una ricerca che lo porterà alla scoperta relativa al Tiktaalik roseae (l’inner fish, il «pesce che è in noi») e poi all’analisi di tutte le transizioni anatomo-morfologiche più sofisticate, in primis proprio quella dai pesci agli ominidi bipedi.

Alla base di tale ricerca c’è un’illuminazione aforistica attinta da Lillian Hellman – «Ovviamente nulla comincia nel momento in cui pensi tu» –, ed elevata ad audace idea-guida: le innovazioni biologiche «non insorgono mai nel corso della grande transizione a cui sono associate», ma «hanno antecedenti nel tempo profondo».

Intrecciando piano storico e piano concettuale, Shubin riconduce le più recenti stazioni di questa messa a fuoco (dove paleontologia e biologia evolutiva vengono integrate da genetica e biologia dello sviluppo) ai tanti pionieri misconosciuti, visionari ed eterodossi, che le hanno anticipate, e chiarisce tutti gli snodi dialettici – a partire da quello tra «gradualismo» e «saltazionismo» nell’evoluzione – soggiacenti alla fantasmagoria di «assemblaggi» richiesti agli organismi per adattarsi a ogni ambiente.

E non cessa, in questo libro spiazzante e densissimo, di alimentare una domanda cruciale, che investe il rapporto tra caso e necessità nella «scultura dei viventi»: se cioè la nostra esistenza sulla Terra sia (anche) un effetto accidentale o solo l’esito di un percorso inevitabile.

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L’universo in una scatola

Il cosmo è molto più di quello che ci possiamo immaginare. Per varie ragioni, soprattutto di scala. «L’universo non cambia molto nell’arco di una vita umana, ciò che sappiamo dell’universo invece sì». Di questo adagio è un esempio eclatante la vicenda biografica di Pontzen, che, irresistibilmente attratto dall’astronomia sin dall’infanzia, è oggi uno degli specialisti più autorevoli nel campo delle «simulazioni» cosmologiche, elaborate con supercomputer sempre più sofisticati.

Muovendo dalla inattesa e sorprendente continuità tra «proiezioni» meteorologiche e cosmologiche, Pontzen ci guida lungo le tappe cruciali della scienza previsionale: ci porta per esempio nell’«imponente edificio in arenaria rossa» dello Smithsonian Institution, «il Castello» neogotico di metà Ottocento dove il direttore, Joseph Henry, deliziava gli ospiti predicendo i temporali su Washington.

E illumina, attraverso quelle stazioni di avvicinamento, ogni risvolto delle simulazioni cosmologiche in corso: l’avanguardia delle macchine (delle «scatole»), tra inedita potenza di calcolo, risoluzione sempre più alta e miglior conoscenza delle «condizioni iniziali»; la «ricetta eclettica» sottostante a ogni ricerca («parti uguali di fisica consolidata, trucchi computazionali e adattamento a ciò che è già noto»); e, soprattutto, il modo in cui vengono ridefinite «sostanze» elusive come la materia e l’energia «oscure», responsabili rispettivamente della rotazione delle galassie e dell’espansione dell’universo, al punto da risultare centrali nella «storia» qui delineata.

Quella storia, cioè, «che unisce i puntini tra i primi istanti dell’universo, la ragnatela cosmica dalle dimensioni inimmaginabili, e le galassie, le stelle e i pianeti che la abitano».

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Chip war. La sfida tra Cina e USA per il controllo della tecnologia che deciderà il nostro futuro

Dopo biologia, cosmologia e psicologia, la tecnologia pura. Tutto ruota attorno al chip: chi li controlla vince tutto. E come potrebbe essere diversamente?

Risorsa rara e contesa, il microchip è il nuovo petrolio su cui si fonda il mondo di oggi: dai missili ai forni a microonde, dagli smartphone al mercato azionario, praticamente tutto funziona grazie a questo semiconduttore da cui ormai dipendono gli equilibri militari, economici e politici globali.

Fino a poco tempo fa, gli Stati Uniti erano il paese leader nella progettazione e produzione di chip, e il loro status di superpotenza era garantito anche da questo assoluto predominio. Recentemente però la situazione è cambiata: il primato americano è insidiato da Taiwan, dalla Corea, dall’Europa e, soprattutto, dalla Cina, che sta investendo miliardi nello sviluppo della tecnologia puntando a farne un’importante leva di potere.

Nel suo libro, lo storico dell’economia Chris Miller spiega come questo semiconduttore sia arrivato a svolgere un ruolo fondamentale nella nostra vita, come gli Stati Uniti si siano lasciati sfuggire di mano i componenti chiave del processo di produzione, come la corsa al microchip contribuisca ad alimentare, tra Stati Uniti e Cina, una nuova guerra fredda.

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Invenzione e innovazion

Andiamo un po’ fuori strada. Anzi, fuori sacco, come è ormai tradizione di queste liste dei migliori libri di Macity. E cosa meglio di questo saggio scritto dall’autore più stimato da Bill Gates, che lo include sempre nelle sue liste di libri che bisogna assolutamente leggere?

In volume, forse il libro più facile da approcciare, il prolifico autore Vaclav Smil propone un viaggio nella storia dell’invenzione umana acuto e ben documentato. Insofferente al clamore che spesso accompagna le innovazioni, in questo libro Smil offre un lucido correttivo alle promesse eccessive create da qualsivoglia scoperta, dalle nuove cure per le malattie all’intelligenza artificiale.

L’autore ci ricorda che, anche una volta conclusa la parabola invenzione-sviluppo-applicazione, non è detto che si riesca ad arrivare a qualcosa di concreto. O, peggio ancora, che anche dopo il successo di un’invenzione, il suo futuro potrebbe essere contrassegnato da prestazioni insoddisfacenti, delusioni, ritiro dal mercato o danni collaterali.

Attingendo alle sue vaste conoscenze in campo storico e scientifico, Smil spiega la differenza tra invenzione e innovazione, per poi esaminare non solo le invenzioni che non si sono imposte come avrebbero dovuto (per esempio, il dirigibile, la fissione nucleare e il volo supersonico), ma anche quelle che si sono rivelate disastrose (la benzina al piombo, il DDT e i clorofluorocarburi).

Per concludere, l’autore offre una sua lista di desiderata, un elenco delle invenzioni di cui più abbiamo bisogno per far fronte alle sfide sconvolgenti del ventunesimo secolo. Ricco di esempi affascinanti analizzati con un approccio pragmatico, questo libro presenta un quadro che fa riflettere sulla follia che spesso va insieme con l’ingegnosità umana, e su come sia possibile, e doveroso, allineare le nostre aspettative alla realtà.

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Secondo e ultimo fuori sacco, sempre la solita eccezione delle liste dei migliori libri di Macity, ma ancora lo stesso autore, Vaclav Smil, uno dei più importanti scienziati della nostra epoca, che ci aiuta a leggere il mondo per come è davvero e non per come ce lo raccontiamo.

Quanto e perché è cresciuta l’altezza media della popolazione? Perché le auto elettriche non sono così risolutive quanto supponiamo? Mangiamo più pollo o più maiale, e perché? Che cos’è che rende felice la gente? Perché i vaccini sono il miglior investimento possibile? L’aspettativa di vita è arrivata al suo apice?

Utilizzando dati, statistiche, studi scientifici internazionali, e spaziando tra i temi più disparati – dalla fertilità ai rifiuti, dall’alimentazione alla tecnologia, dai trasporti alla medicina – Vaclav Smil smonta certezze assodate, ribalta luoghi comuni e getta luce su aspetti meno noti della realtà. E ci invita, mescolando storia, scienza e grande arguzia, a sfidare le narrazioni più diffuse e a interrogarci su ciò che riteniamo vero in questi tempi significativi.

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