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I migliori libri per la fantapolitica

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Chiamatela distopia, chiamatelo romanzo politico, chiamatelo come volete, ma quel che succede nella realtà è spesso già stato raccontato, in un modo o nell’altro, dalla fantasia. Si chiama fantapolitica e può essere fatta in tanti modi diversi.

Siamo andati a cercare una serie di autori classici e meno classici che ci raccontassero con gusto e garbo momenti della storia o eventi che fanno parte non solo dell’immaginario collettivo ma adesso purtroppo anche delle cronache. Buona lettura.

Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.

I migliori libri


Il mago del Cremlino

Ultimo uscito e con un tempismo incredibile, questo è il primo romanzo di un famoso saggista e consigliere politico italiano, Giuliano Da Empoli. Uomo colto e che ha girato il mondo, costruisce una specie di profezia prima che sia stata chiesta. La Russia è “la macchina degli incubi dell’Occidente” e questo romanzo, che è un viaggio alla scoperta della mente genialmente tortuosa di uno stratega del Cremlino, ci porta al cuore di quella macchina e di quegli incubi. Nel corso di una lunga notte, Vadim Baranov, l’uomo conosciuto come “il mago del Cremlino”, racconta gli uomini e le vicende che hanno accompagnato la trasformazione di un anonimo funzionario del Kgb nell’inesorabile Zar di oggi. Ispirato a una figura realmente esistente, Baranov è un personaggio di straordinaria originalità, lontano da come ci immaginiamo possa essere un consigliere di Putin: proviene dall’avanguardia artistica, ha prodotto dei reality tv, scrive romanzi sotto falso nome. È un uomo colto ma è anche un manipolatore senza scrupoli, capace di trasformare un paese intero nella scena di un teatro dove non esiste altra realtà che il compimento della volontà dello Zar. Un negromante che si nutre delle forze del caos per costruire il potere senza limiti del quale finirà col rimanere lui stesso prigioniero. Queste pagine si leggono come quelle di una tragedia antica animata da personaggi reali, piena di vendette, inganni e crimini. Ma al di là della radiografia implacabile del sistema con i suoi cortigiani, i suoi oligarchi, i suoi esuli braccati, le sue escort, i suoi killer, Il mago del Cremlino ci racconta la favola più tremenda di tutte: quella di un potere spietato, per il quale la violenza, come l’attualità ci ricorda tragicamente, costituisce l’unico orizzonte di sopravvivenza possibile. Al centro di questo sinistro palcoscenico si aggira un uomo imbalsamato in vita, solitario, paranoico, che lavora di notte: questo è diventato lo Zar, o forse è sempre stato così e “l’unico trono che gli porterà la pace è la morte”. Questo libro intenso, visionario, ha la grazia senza tempo di un classico pur nella sua bruciante attualità. L’erudizione, lo stile e l’arte di raccontare di Giuliano da Empoli conferiscono a questa storia cruda e brutale un livello di purezza quasi metafisica. È Il Principe di Machiavelli attraversato dalle nebbie di John le Carré, narrato con le cadenze della grande letteratura russa.

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Io sono il potere

Dal grande quadro internazionale alle indiscrezioni di uno dei personaggi invisibili che fanno parte del sottobosco del potere reale di oggi: i capi di gabinetto dei ministeri. Un libro anonimo che ha creato sensazione alla sua uscita, due anni fa. Chi muove i fili della politica italiana? Quali scambi si fanno, ogni giorno, nei ministeri? Su quali soluzioni al limite della legge si fonda la ragion di Stato? Un capo di gabinetto svela dall’interno le regole non dette e i segreti inconfessati dei palazzi del potere. “Ogni tanto qualcuno mi chiede che mestiere faccio. Non ho ancora trovato una risposta. La verità è che una risposta non esiste. Io non faccio qualcosa. Io sono qualcosa. Io sono il volto invisibile del potere. Io sono il capo di gabinetto. So, vedo, dispongo, risolvo, accelero e freno, imbroglio e sbroglio. Frequento la penombra. Della politica, delle istituzioni e di tutti i pianeti orbitanti. Industria, finanza, Chiesa. Non esterno su Twitter, non pontifico sui giornali, non battibecco nei talk show. Compaio poche volte e sempre dove non ci sono occhi indiscreti. Non mi conosce nessuno, a parte chi mi riconosce. Dal presidente della Repubblica, che mi riceve riservatamente, all’usciere del ministero, che ogni mattina mi saluta con un deferente ‘Buongiorno, signor capo di gabinetto’. Signore. Che nella Roma dei dotto’ è il massimo della formalità e dell’ossequio. La misura della distinzione. Noi capi di gabinetto non siamo una classe. Siamo un clero. Una cinquantina di persone che tengono in piedi l’Italia, muovendone i fili dietro le quinte. I politici passano, noi restiamo. Siamo la continuità, lo scheletro sottile e resiliente di uno Stato fragile, flaccido, storpio fin dalla nascita. Chierici di un sapere iniziatico che non è solo dottrina, ma soprattutto prassi. Che non s’insegna alla Bocconi né a Harvard. Che non si codifica nei manuali. Che si trasmette come un flusso osmotico nei nostri santuari: TAR, Consiglio di Stato, Corte dei conti, Avvocatura dello Stato. Da dove andiamo e veniamo, facendo la spola con i ministeri. Perché capi di gabinetto un po’ si nasce e un po’ si diventa. La legittimazione del nostro potere non sono il sangue, i voti, i ricatti, il servilismo. È l’autorevolezza. Che ci rende detestati, ma anche indispensabili. Noi non siamo rottamabili. Chi ha provato a fare a meno di noi è durato poco. E s’è fatto male. Piccoli, velleitari, patetici leader politici. Credono che la storia cominci con loro”.

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Arancia meccanica

Quello di Anthony Burgess è un capolavoro assoluto, da cui Stanley Kubrik ha tratto il film omonimo, potente e destabilizzante. La storia di Alex, della violenza che si porta dentro e di quella del mondo cinico e ottuso che pensa di poterlo curare. Un grande classico contemporaneo, terrificante e meraviglioso. «Per molti versi il libro sono io: perché quello che scriviamo riguarda molto quello che siamo. E il libro rivela una battaglia interiore con questa idea: quella del male. Non solo il male, ma il pericolo di provare a correggerlo. In linea di massima sono molto scettico riguardo all’uso del potere per cambiare gli altri. Alla fine noi, in quanto esseri umani, dobbiamo scendere a patti da soli con il dilemma del bene e del male, di ciò che è giusto e sbagliato, come di qualsiasi altra cosa. Dio non lo farà al posto nostro. Se un Dio c’è, è un Dio sovrumano: a lui poco importa delle motivazioni umane. Anche se al mondo non ci fossero più esseri umani i principî del bene e del male continuerebbero a esistere. Non credo che tra duemila anni, sempre se esisterà ancora, il mondo sarà meno malvagio, o meno buono. Il conflitto non finisce mai», ha scritto Anthony Burgess. Completano il volume un glossario, un’appendice di testi inediti dell’autore, alcune pagine annotate del manoscritto originale.

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1984 – Ediz. integrale.

Come non rileggere questo classico clamoroso di George Orwell? IL libro che ha cambiato il modo di intendere il futuro (oltre che la base per la citazione dello spot omonimo di Apple). È il più celebre romanzo di George Orwell ed è stato scritto nel 1948: invertendo le ultime due lettere dell’anno si ha il titolo del libro “1984”. Una guerra devastante ha suddiviso il pianeta in tre super-potenze, in lotta fra loro e governate da regimi totalitari: Oceania, Eurasia ed Estasia. È nella prima che Winston vive e lavora da uomo qualunque. Nell’animo, però, sembra l’unico a rifiutare la società voluta dal Partito e la filosofia imposta, che non permette tanto l’amore quanto il libero pensiero. La sua ribellione è interiore, ma col tempo si concretizza in azioni sempre più pericolose. La sua vita viene stravolta quando incontra Julia, una ragazza che solo in apparenza sembra calata nelle logiche del sistema. “1984” è un romanzo di grande importanza e attualità. Ammonisce contro ogni forma di totalitarismo, di falsificazione della realtà e della storia, corrotta dai mezzi d’informazione, e contro l’annullamento dell’identità individuale. Significativa è la traduzione italiana di “Big Brother”, che ormai è rimasta nel nostro immaginario come quella di “Grande Fratello” anche se in inglese sarebbe “fratello maggiore”.

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Per niente al mondo

Un nuovo classico di Ken Follett, uno dei più amati e bravi autori di romanzi di azione e fantapolitica. Il nuovo romanzo di Ken Follett costituirà una sorpresa per i suoi milioni di lettori perché segna un cambio di rotta rispetto ai suoi romanzi storici. Ambientato ai giorni nostri narra di una crisi globale che minaccia di sfociare nella terza guerra mondiale, lasciando il lettore nell’incertezza fino all’ultima pagina. Più di un thriller, “Per niente al mondo” è un romanzo ricco di dettagli reali che si muove tra il cuore rovente del deserto del Sahara e le stanze inaccessibili del potere delle grandi capitali del mondo.

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Non dirmi che hai paura

IL romanzo di Giuseppe Catozzella è un colpo al cuore. Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell’irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L’appuntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il “fratello di tutta una vita” le cambia l’esistenza per sempre. Rimanere lì, all’improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l’odissea dei migranti dall’Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.

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Mordi e fuggi. Il romanzo delle BR

Un ritratto, quello di Alessandro Bertante, crudele e reale più della realtà stessa. Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Il 12 dicembre la strage di piazza Fontana. Alberto Boscolo ha vent’anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole di più. Vuole realizzare un proprio progetto politico. Deluso dall’inconcludenza del Movimento Studentesco, si avvicina a quello che di lì a poco sarà il nucleo delle Brigate Rosse. I mesi passano, Alberto partecipa alle azioni dimostrative, alle rapine di autofinanziamento e al primo attentato incendiario, ma il suo senso di insoddisfazione non si placa. Vuole agire sul serio. Il gruppo organizza il sequestro lampo di Idalgo Macchiarini, un dirigente della Sit-Siemens, e lo sottopone al primo processo proletario. «Mordi e fuggi », scrivono i brigatisti. La stampa batte la notizia; nei bar degli operai non si parla d’altro, le Brigate Rosse sono pronte ad alzare il livello dello scontro. In una metropoli nebbiosa, violenta e indimenticabile, Alessandro Bertante dà vita a una vicenda umana tumultuosa e vibrante, nella quale, intrecciando fiction e cronaca, vediamo scorrere i fatti cruciali che innescheranno la tragica stagione degli anni di piombo. Un romanzo che non cerca facili risposte ma che apre nuove domande su uno dei periodi più drammatici della recente storia italiana.

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Fortuna

Una storia inventata che ha potenza e delicatezza. Nella sua prova narrativa più matura e provocatoria, Nicolò Govoni immagina un futuro possibile governato dall’egoismo e dalla competizione, per ricordarci che è soltanto insieme, restando uniti, che noi esseri umani possiamo davvero salvarci. In fuga da un’Europa al collasso, Hans, Juju e Nonna affrontano mille pericoli fingendosi una famiglia: una donna anziana e i suoi nipotini, in realtà tre estranei che lentamente imparano a tenersi per mano. Quando raggiungono Truva, la “Città della Speranza” (un gigantesco campo profughi in cui il potere è gestito dalla piattaforma online Fortuna) ricevono anche loro, come tutti gli ospiti, una tenda e un dispositivo elettronico. Niente cibo o vestiti, quelli te li devi guadagnare: ognuno è artefice del proprio destino, e nel campo la ricchezza si costruisce postando. Chi accumula più like e follower ha accesso privilegiato agli aiuti umanitari; i meno popolari si accontentano delle briciole. Mentre Hans lotta con i fantasmi del passato e la cinica Nonna cerca con ogni mezzo di procurarsi visibilità, è Juju a domandarsi che senso abbia un mondo in cui ci si salva solo a spese degli altri. Dentro di lei si nascondono uno spirito da leader e i semi della rivolta, ma dovrà imparare a credere in se stessa per alzare la voce e ritrovare, per gli abitanti di Truva e per quel bizzarro trio che chiama “famiglia”, «la speranza che ci sia ancora, anche qui dentro, un po’ di umanità».

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Notizie della signora Marthensen?

Fantasia o realtà? Autobiografia o invenzione? Luciano Violante alla fine degli anni Ottanta e sino agli anni Duemila è stato prima un magistrato e poi un politico dal ruolo eccezionale e tremendo. Qui racconta una storia che potrebbe essere una cronaca. Mentre il mondo politico-istituzionale è in subbuglio per l’imminente elezione del nuovo capo dello Stato e il principale partito della sinistra italiana è lacerato dallo scontro tra la vecchia guardia e le aggressive nuove leve, il giovane sostituto procuratore Berg, da poco trasferito a Roma, indaga sulla scomparsa di Grazia Marthensen, una signora dell’alta società esperta di finanza. Da un’intercettazione del compagno della donna, l’illustre avvocato Pastor, emergono elementi che potrebbero far pensare a interferenze illecite volte a impedire che il principale candidato, vicino alla sinistra, vada al Quirinale. Che fine ha fatto la signora Marthensen? Si tratta di rapimento, omicidio o solo di un allontanamento volontario? Che rapporti ci sono tra la sua sparizione e le manovre per influenzare la scelta del nuovo presidente della Repubblica? E che ruolo ha in tutto questo l’avvocato Pastor, le cui mire su quella carica non sono ignote? L’inchiesta si fa subito in salita per Berg: forze oscure cercano di fermarlo con ogni mezzo, passando ben presto dalle lusinghe alle intimidazioni. Per percorrere fino in fondo l’insidiosa e accidentata strada verso la verità, dovrà dar fondo a tutto il suo acume, la sua determinazione, e un po’ di fortuna.

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Il mare dei fuochi

Il romanzo di Marco Buticchi racconta una storia non lontana nel tempo, ma ancora di attualità tremenda. Estate 1980. Un aereo decolla con un leggero ritardo dall’aeroporto di Bologna. A bordo ottantuno persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Quel volo non completerà mai la sua tratta, finendo per inabissarsi nel Mediterraneo e dando vita a uno dei più intricati misteri della già tortuosa storia della Repubblica Italiana. Trentacinque giorni più tardi, nella stazione ferroviaria della stessa città, una mano assassina colloca un ordigno che uccide ottantacinque innocenti e ferisce gravemente oltre duecento persone. Le autorità indagano sui due eventi ma, anche a distanza di decenni, sembra impossibile approdare alla verità. Estate 2022. Più di quarant’anni dopo quei tragici giorni, Sara Terracini e Oswald Breil si imbattono in Michela Di Romeo, vedova di un servitore dello Stato deceduto nel 1995 mentre investigava su un traffico di rifiuti tossici scomparsi dopo essere stati caricati su carrette del mare. L’uomo aveva scoperto l’esistenza di una vera e propria flotta di navi che tra il 1985 e il 1992 fu deliberatamente affondata nel cuore del Mediterraneo con il suo carico di morte, generando interessi illeciti da capogiro. Quando si tratta di fare giustizia e risolvere un mistero, si sa, i Breil non possono tirarsi indietro. Sara e Oswald decidono così di aiutare la donna a fare luce sulla morte del marito… Ma quello che scopriranno supererà ogni loro previsione e riscriverà il passato. Tra inquietanti sparizioni e pericolosi legami che coinvolgono la malavita organizzata, apparati deviati dello Stato, terrorismo internazionale e finanzieri dai pochi scrupoli, Marco Buticchi offre una versione alternativa e incredibilmente verosimile di quarant’anni di storia italiana in un’avventura ad alto rischio per l’intero equipaggio del Williamsburg.

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Bomba atomica

Roberto Mercadini ci porta in una parte molto speciale del nostro passato prossimo: il racconto storico delle piccole cose che cambiano il senso di quelle grandi. Che senso ha raccontare la storia della bomba atomica? Nessuno, in apparenza. Perché tutti sappiamo già come va a finire. Il mattino del 6 agosto 1945, la bomba viene sganciata sulla città di Hiroshima. E fa circa centosessantaseimila vittime. Eppure, c’è un eppure. Perché questa è una storia diversa da tutte le altre. La sorpresa non sta nel finale, ma nei singoli passaggi. Un presidente che sale al potere nel momento sbagliato. Una rete di falsi sospetti e informazioni top secret. Un gruppo di eccentrici fisici convinti che i marziani siano qui tra noi, e che in nome della scienza non ci siano limiti che non si possano superare. E ancora: Nobel consegnati per errore, città create dal nulla, improvvise sostituzioni e rovesciamenti di sorte. Se dietro ogni grande disastro si nasconde una serie di casualità e di errori – più o meno piccoli, più o meno umani -, allora l’esplosione di Fat Man e Little Boy è senza dubbio la più grande catastrofe della Storia. Prendendo spunto da uno dei suoi monologhi più riusciti, Roberto Mercadini ci racconta protagonisti e retroscena di quell’evento devastante, e ci ricorda, in un mondo ossessionato dalla velocità e dal progresso, l’importanza della riflessione e della lentezza.

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Brucia la città

Aggiungiamo alla nostra serie una profezia letteraria di uno degli autori italiani che dagli anni Novanta ha saputo raccontare la trasformazione e la degenerazione del nostro Paese senza limiti. Questa volta con un romanzo di una dozzina di anni fa ma potentissimo. Giuseppe Culicchia è un grande. La trama: Allegra è sparita, e Torino non c’è più. O meglio c’è ancora, ma è così cambiata che si stenta a riconoscerla. E Iaio? Forse sta ancora con Allegra, e dovrebbe mettersi a cercarla sul serio, anche se a dire la verità non ne ha troppa voglia. È un mondo fatuo e paradossale, quello che sciama attraverso il Quadrilatero Romano della città dove gli operai di un tempo sembrano essere stati rimpiazzati da una tribù di creativi, modelle e giovani smaniosi di estasi a buon mercato; un circo a cielo aperto, un mondo alla rovescia, dove le bionde si tingono di nero, le ville al mare sono arredate come baite di montagna e gli adulti, incapaci di assolvere il loro ruolo, restano voci fuori campo, come nelle strisce dei Peanuts. Così non suona implausibile che Iaio e i suoi amici dj Zombi e Boh, strafatti di bamba a ogni ora del giorno e della notte, possano farsi testimonial della campagna “La Droga Ci Fa Schifo”, in un contesto popolato da improbabili assessori alle Notti Bianche, palazzinari assatanati e pubblicitari costretti a inventarsi sempre nuove iniziative di marketing. Tra conversazioni surreali, allucinazioni private e feste indimenticabili, i nostri tre eroi vagano per le strade di una Torino notturna, sporca, a tratti torbida e “proibita”, alla ricerca di un irraggiungibile equilibrio: perché sotto lo scintillio superficiale di tante vite si nascondono ferite profonde, dissimulate dai comportamenti indecifrabili di giovani uomini disorientati.

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Il ghostwriter

Questo romanzo di Robert Harris a suo tempo fu un vero e proprio romanzo-scandalo. Disegnava un ritratto che pareva quello di Tony Blair e soprattutto fotografava una stagione della politica britannica. Adam Lang è stato il premier britannico più longevo e controverso dell’ultimo mezzo secolo. E ora che ha lasciato il suo incarico, ha accettato uno dei più cospicui anticipi della storia per scrivere uno scottante memoriale sulla sua vita e sugli anni in cui è stato al potere. Per completare il libro, Lang assolda un ghostwriter che ben presto scopre molti più segreti di quanti l’ex primo ministro intenda rivelare, segreti che hanno il potere di alterare gli equilibri politici, segreti che hanno il potere di uccidere.

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I migliori libri per la fantapolitica


Londra anni Venti

Un altro romanzo, quello di Marco Varvello, la cui protagonista si chiama Allegra. Un romanzo contemporaneo, tra lockdown e tensioni nel Regno Unito sempre meno unito. Due solitudini in apparenza distanti e inconciliabili. Lei giornalista in carriera, lui camionista deluso e scontroso. Sembra una storia d’amore improbabile. Ma anche immaginare una Londra deserta, ridotta al silenzio, sembrava impossibile. Nel limbo della pandemia si incrociano le storie di Allegra e George. È una notte d’inverno quando lui, autista di TIR, si ritrova minacciato con una pistola nel porto di Belfast, dove aspetta di tornare a Londra. È così coinvolto nel riaccendersi delle tensioni in Ulster. Un destino che si ripete per George, figlio di nordirlandesi emigrati, orgoglioso difensore dei valori British. Niente di più diverso da Allegra, giornalista arrembante del Sunday Times. Le scuole giuste, le amicizie giuste. Si fa notare per le sue inchieste che simpatizzano per la gente di provincia, quella che ha creduto e votato per Brexit. Il loro incontro sfocia in una relazione che si nutre di segretezza nei mesi chiusi dei lockdown. Ma la realtà preme e impone scelte. La storia di due persone che devono fare i conti con il cambiamento radicale del loro Paese, che lo vogliano o no. Diventano così metafora di un’intera epoca: i turbolenti anni Venti del nuovo millennio.

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