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I migliori libri del surrealismo per portare a spasso la mente

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Il surrealismo è un movimento artistico e culturale nato nel 1924 che mira a creare un’arte che esprima la realtà interiore e i desideri inconsci dell’artista. Ma soprattutto è un movimento artistico e culturale divertente! Il surrealismo infatti utilizza tecniche come l’associazione libera di idee e l’uso di immagini strane e surreali per creare un’arte che è al tempo stesso strana e affascinante. E dotata di senso dell’umorismo, di gusto del paradosso, della ricerca di quel che nessuno cercherebbe mai. Anche della goliardia.

In Italia, il surrealismo ha avuto una storia piuttosto limitata rispetto ad altri paesi europei come la Francia o la Spagna. Tuttavia, alcuni artisti italiani hanno adottato alcuni elementi del surrealismo nella loro arte, creando un proprio stile unico. Durante gli anni ’30 e ’40, alcuni artisti italiani hanno iniziato a esplorare temi surrealisti nella loro arte e nella loro letteratura, creando un movimento noto come il “Surrealismo Italiano”. Questo movimento ha avuto un seguito limitato, ma ha influenzato alcuni artisti importanti nella storia dell’arte italiana.

Andiamo allora alla scoperta del surrealismo francese, mondiale e anche italiano, perché no.

Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.

I migliori libri


Manifesti del Surrealismo

Non si può cominciare senza passare da André Breton e i suoi manifesti (nel senso che sono stati più d’uno). Questo libro è considerato il testo fondamentale del surrealismo e definisce i principi e le intenzioni del movimento. Il volume riunisce la prefazione alla ristampa del Manifesto (1929), il Manifesto del Surrealismo (1924), l’Avvertimento per la ristampa del Secondo Manifesto (1946), il Secondo Manifesto del Surrealismo (1930), la Lettera alle veggenti (1925), Posizione politica del Surrealismo (1935), Prolegomeni a un Terzo Manifesto del Surrealismo o no (1942), Del Surrealismo nelle sue opere vive (1953).

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La mia vita segreta

Salvador Dalì è il surrealismo, o forse no, o forse di più. Chissà chi lo può dire. «Ho trentasette anni. È il 30 giugno 1941, giorno in cui promisi di consegnare questo manoscritto all’editore. Ho appena finito di trascriver qui i segreti della mia vita; la mia vita soltanto, infatti, mi conferisce l’autorità di farmi ascoltare. Desidero essere ascoltato. Sono l’incarnazione più rappresentativa del dopoguerra europeo, ne ho vissuto tutte le avventure, tutti gli esperimenti, tutti i drammi. Protagonista della rivoluzione surrealista, ho seguito giorno dopo giorno gli incidenti intellettuali e le ripercussioni che il materialismo dialettico di dottrine pseudofilosofiche ha fondato sui miti del sangue e della razza del nazionalsocialismo. Ho studiato teologia seriamente. Ho pagato caro, con le monete nere del mio sudore e della mia passione, il diritto alle diverse scorciatoie che mi sono state necessarie per giunger sempre primo. E mentre partecipavo a ogni ricerca, con il lucido fanatismo dello spagnolo, ho sempre d’altra parte rifiutato di iscrivermi a un qualsiasi partito politico. E come potrei farlo ora, quando la politica sta per essere annientata dalla religione? Sin dal 1929 ho instancabilmente studiato le scoperte delle scienze, che caratterizzano il nostro tempo. Se anche non ho potuto esplorare tutti gli anfratti di così mostruose specializzazioni, ne ho compreso tuttavia perfettamente il significato. Una cosa è certa: nulla, assolutamente nulla, nelle scoperte filosofiche, estetiche, morfologiche, biologiche, morali del nostro tempo nega la religione. Al contrario, il tempio consacrato alle “scienze specifiche” spalanca tutte le sue finestre per accogliere il cielo. E cos’è il cielo? Dove trovarlo? “Il cielo non si trova né sopra, né sotto, né a destra, né a sinistra, ma esattamente nel centro del petto di chi ha fede”. In questo momento non ho ancora fede e temo di dover morire senza cielo».

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Le vite dei surrealisti

Ma chi erano i surrealisti? Da dove venivano? Cosa facevano? Il Surrealismo nasce all’indomani della Prima guerra mondiale più come stile di vita che come vero e proprio movimento artistico. Indignati verso un establishment che aveva reso possibile quel massacro, i surrealisti elaborano una strategia dell’inconscio capace di liberare l’uomo dai lacci della ragione e delle convenzioni estetiche restituendo un ruolo centrale alla dimensione onirica ed erotica per mezzo dell’automatismo psichico. A partire dal 1924 André Breton, principale teorico di questa dottrina, per oltre quarant’anni tiene le fila di un insolente gruppo di intellettuali che tra diaspore, ammutinamenti ed espulsioni costituisce una delle esperienze artistiche più affascinanti e travagliate del Novecento. Desmond Morris realizza la sua prima personale surrealista nel 1948 e, mentre si appresta a diventare uno dei più celebri divulgatori scientifici della sua generazione, frequenta per anni gli irresistibili personaggi di cui snocciola qui le avventure: Roberto Matta che si fa marchiare a fuoco il nome del marchese de Sade per rientrare nelle grazie di Breton; Giacometti che disdegna Marlene Dietrich (e le sue quarantaquattro valigie) in favore di una prostituta, Caroline Tamagno, nota soprattutto nella mala parigina; Miro e Masson costretti da Hemingway a fronteggiarsi in un fallimentare incontro di boxe; Salvador Dalì in tenuta da palombaro che – stecca da biliardo in resta e due levrieri al guinzaglio – dà spettacolo davanti a centinaia di giornalisti all’esposizione internazionale surrealista del 1936. Trentadue storie eccentriche che si snodano fra i bistrot della ville lumière e i posti più incongrui, come lo zoo di Londra, per approdare infine a New York, dove cominciano a spargersi i primi semi dell’Espressionismo Astratto. Inseguendo le caleidoscopiche proliferazioni del Surrealismo incarnate da artisti estremamente diversi tra loro ― come Max Ernst, Picasso, Delvaux e Duchamp ― Morris ne celebra l’intensità, il delirio e il mistero che, come direbbe Magritte, «non si può spiegare, bisogna solo lasciarsene avvolgere».

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Arte contemporanea: metafisica, dada, surrealismo

Una visione più ad ampio spettro di una delle ottime Bussole di Carocci, che sono stati uno strumento di apprendimento “denso” fenomenale. Questa scritta egregiamente da Ilaria Schiaffini e che alza la testa e allarga il campo della ricerca. Metafisica, dada e surrealismo hanno sancito una rottura fondamentale nella tradizione delle avanguardie. Lo scardinamento del rapporto tra segni pittorici e realtà avviato da Giorgio de Chirico e la contestazione purificatrice di dada hanno determinato uno scarto concettuale decisivo, da cui ha preso le mosse in primo luogo l’indagine dell’inconscio del movimento bretoniano. Questo ribaltamento di prospettiva ha aperto la strada a una sperimentazione a tutto campo di tecniche, oggetti e strategie di comunicazione che costituisce un riferimento imprescindibile per le ricerche artistiche successive, fino ai nostri giorni. Il volume offre un’introduzione sintetica ai tre movimenti, delineati nei contesti storico-geografici di appartenenza. Tenendo conto dei contributi critici recenti sono messi a fuoco temi quali il rapporto fra tradizione e modernità, il confronto dell’artista con il mercato e la società dei consumi, il valore politico della protesta dada, il potere dell’immagine fotografica nella comunicazione di massa.

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Il surrealismo e la pittura

Il legame più stretto è quello tra surrealismo e pittura, l’arte figurativa per eccellenza (almeno, fino all’arrivo dell’intelligenza artificiale). Spiega Angela Sanna: Pubblicato nel 1928, in un’epoca di fervida elaborazione e definizione del movimento surrealista, Le surréalisme et la peinture costituisce la prima summa del pensiero di André Breton sulla pittura. Tra pagine liriche e passi polemici lo scrittore e poeta, capofila del movimento, delinea qui la complessa ed eterogenea ricerca che anima la fucina artistica surrealista in questa sua fase incipiente. Picasso, Max Ernst, Man Ray, Yves Tanguy, André Masson, Joan Mirò, Giorgio de Chirico, Hans Arp sono i principali protagonisti di questo saggio colto e pregnante, nella cui trama si intrecciano brani teorici, citazioni poetiche, réveries imperscrutabili, libere associazioni. In questo ricco florilegio Breton esprime le proprie impressioni e idee sottolineando non soltanto alcuni temi cruciali del surrealismo ma anche e soprattutto una concezione dell’arte anticonformista e fedele al modello interiore, all’esplorazione dell’inconscio e del sogno, all’obiettivo rivoluzionario. Le surréalisme et la peinture rivela altresì le doti poetiche e letterarie di Breton e la sua particolare declinazione dell’ut pictura poèsis che attraverso preziosi espedienti linguistici e frequenti rimandi alla poesia rende così inconfondibili le sue pagine sulla pittura.

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Archivio del Surrealismo. Ricerche sulla sessualità. Gennaio 1928-agosto 1932

Una indagine sul senso stesso del Surrealismo partendo da un particolare angolo di visione. Su un numero de La Revolution surrealiste del 1928 venne pubblicato il resoconto delle due prime sedute delle Ricerche sulla sessualità, condotte nell’ambito del gruppo su iniziativa di André Breton. Le sedute furono in tutto dodici, e l’ultima si tenne nel 1932. Qui viene presentata la totalità delle osservazioni scambiate durante quelle ricerche, il cui testo è stato ritrovato nell’Archivio André Breton. L’insieme costituisce un documento prezioso a duplice titolo. Innanzi tutto esso ci informa direttamente sul clima interno al gruppo surrealista in vari momenti del periodo 1928-1932 anni, com’è noto, di crisi del movimento. Inoltre, esso getta luce sulla diversità di atteggiamenti dei membri del gruppo riguardo ai problemi sessuali. A ciascuno era richiesta una completa franchezza, e ciò non avvenne senza difficoltà né senza provocare le reazioni più contrastanti, dall’esplosione di collera alla aperta ilarità. Ogni intervento è ricco di interesse, anche quando proviene da un partecipante episodico. Tuttavia i più notevoli, oltre a quelli di Breton, sono quelli di Aragon, di Artaud, di Eluard e di Max Ernst. I documenti in appendice dimostrano che quelle ricerche sarebbero cessate solo con la fine del movimento, poiché numerosi questionari, dal 1929 al 1965, prolungarono o completarono il dibattito iniziale.

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La donna, la libertà, l’amore. Un’antologia del surrealismo

Surrealismo da vedere a Milano. In occasione della mostra di Palazzo Reale, Milano, dedicata a Max Ernst (4 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023), Electa ripropone, in una veste grafica rinnovata, questa esemplare antologia a firma di Paola Dècina Lombardi, edita per Oscar Mondadori nel 2008 e ormai introvabile. Il volume completa Surrealismo 1919-1969. Ribellione e immaginazione, della medesima autrice, e rappresenta un importante contributo per la conoscenza del movimento artistico e letterario che ha segnato il Novecento. Che sia rappresentata come fiore o frutto, bambina o donna fatale, strega o fata, la figura femminile, oggetto di desiderio e di possesso quasi cannibalico, domina l’immaginario e la poesia dei surrealisti. Tra amore romantico d’ascendenza cortese e spirito di fronda trovano ampio spazio l’eros, lo humour e il gioco, la sofferenza dell’abbandono, il disincanto. E anche gli interrogativi e le discussioni su amore e sessualità, perversioni e libertinaggio, rapporto di coppia ed eros che approderanno negli anni Quaranta alla teorizzazione di Breton dell’amour fou. Da Breton, Eluard, Prévert e Queneau a Ungaretti, Delfini e Schwarz, Lorca e Nezval, Césaire e Senghor, Magritte e Man Ray, da Leonora Carrington e Claude Cahun a Joyce Mansour e Pénelope Rosemont, questa raccolta propone un’ampia scelta a livello internazionale di versi, inchieste, prose poetiche e testi in gran parte inediti in Italia. In appendice al volume, la cronologia dal 1919 al 1969 del movimento surrealista e un apparato bio-bibliografico. In copertina Leonora Carrington e Max Ernst in una fotografia di Lee Miller (1937)

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Surreal Photography: Creating The Impossible

Il volume è in inglese ma i contenuti sono prevalentemente visivi, perfettamente fruibili oltre che moderni. Con l’aggiunta che, se si legge questo linguaggio semplice e da manuale, si apprende veramente molto. La fotografia digitale surreale non è solo una piacevole estensione del repertorio di molti appassionati, ma si è saldamente affermata nel mondo dell’arte. Questo libro svela gli ultimi sviluppi del settore e demistifica le tecniche utilizzate dai moderni fotografi surreali, sia che privilegino la fotografia SOOC (direttamente dalla fotocamera) che le sofisticate manipolazioni digitali. Il libro, che illustra il processo di ripresa e di editing in modo che ogni lettore possa seguirlo ed emularlo, fornisce istruzioni passo dopo passo per la creazione di scene straordinarie. Con i contributi di numerosi artisti, tra cui Natalie Dybisz, Jon Jacobsen e Dariusz Klimczak, i lettori potranno esplorare diversi stili artistici, dai paesaggi impossibili ai ritratti inquietanti.

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Gli amanti

Umorismo adulto, graffiante, carnale. Marion Fayolle disegna i rapporti in maniera surreale con i suoi disegni umoristici. Un piccolo libro intenso che fa emergere i ruoli e le relazioni delle coppie. Una piccola gemma che dimostra come il surrealismo sia ancora vivo e lotti assieme a noi.

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Architettura e Surrealismo

Disponibile solo in formato Kindle, nonostante questo il libro di Anna Maria Palladino con le illustrazioni di Massimo Giacci è un capolavoro della riflessione architettonica declinata verso il Surrealismo. Il tema della città veloce ha ispirato molteplici visioni agli artisti degli inizi di questo secolo. Prescindendo infatti dalle descrizioni delle città industrializzate nella letteratura del secolo scorso, più legate a un’analisi sociale del fenomeno urbano, e caratterizzate perciò da un giudizio critico sulla nuova civiltà delle macchine, potremmo invece pensare al futurismo come a un primo approccio positivo nei confronti di una città trasformata, accelerata e in un certo senso vivificata dal progresso. Questo è un autentico viaggio teorico, visivo, rievocativo di ciò che è stato il Surrealismo e lo “sguardo” del Surrealismo sulla città, sulla sua costruzione e sul suo aspetto declinato attraverso l’espressione artistica in tutti i sensi: dalla pittura al cinema, dalla letteratura all’architettura. Un saggio che rappresenta anche un unicum il cui interesse va amplificandosi nel corso della lettura suscitando continuamente ulteriori stimoli di indagine e di scoperta.

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Valentina. La strega Baba Yaga (Vol. 1)

Come tutte le nostre serie dei migliori libri, alla fine qualche sorpresa. Se l’arte Surrealista ha una estetica visiva molto forte, non poteva non intersecare il fumetto. E, all’interno di questo mondo ampissimo e variegato, non toccare alcuni dei maestri tra cui Guido Crepax, uno dei più grandi autori italiani del Novecento che ha usato il Surrealismo come uno dei suoi strumenti espressivi principali. Nel creare la più pericolosa nemesi di Valentina, Crepax riprese il nome Baba Yaga dalla tradizione russa ma non si limitò a riportare su carta la strega delle fiabe. Quella che apparve nell’omonima storia del 1971 era in realtà una creatura nuova: antica e moderna, pericolosa e affascinante, attraente e repulsiva. Simbolo di un femminismo eccessivo e prepotente che mirava a sovvertire la società patriarcale, ma che al tempo stesso era metafora di un capitalismo autoritario e oppressivo. Nel rapporto tra Rembrandt, Valentina e Baba Yaga ci sono gli stessi dubbi e atteggiamenti contraddittori che dimostrava di avere nei confronti del soprannaturale. La storia della strega Baba Yaga si conclude in un secondo volume, indipendente.

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Le straordinarie avventure di Pentothal

Andrea Pazienza è stato un innovatore del fumetto italiano e ha usato il surrealismo per creare una forma d’arte unica e innovativa. In particolare, Le straordinarie avventure di Pentothal, il folgorante esordio di Andrea Pazienza, è un inno alla giovinezza, all’immaginazione e al desiderio. Nelle sue pagine la realtà irrompe in una storia a fumetti con un impeto mai visto prima: il movimento studentesco, l’università occupata, il bisogno fortissimo di essere amati, la fuga nel viaggio, nel sogno e nel delirio di uno stralunato alter ego di fronte alla minaccia del mondo adulto.

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Woyzeck

Dino Battaglia è stato uno dei fondatori della scuola italiana di fumetti e ha utilizzato elementi surrealisti in molte delle sue opere, come ad esempio questo suo Woyzeck. Quattro personaggi appartenenti a quattro diversi racconti del genere fantastico del grande Romanticismo tedesco, fuoriusciti dalle penne di Hoffmann, von Chamisso e Büchner. Quattro personaggi che il caso rende protagonisti di vicende all’insegna dell’orrore e del bizzarro. La forza rivelatrice delle chine del grande Dino Battaglia ci racconterà di un mercante di occhi e delle loro visioni, dei misteri di una casa disabitata e del suo letale richiamo; dei tormenti nella mente del povero Woyzeck e infine di un uomo che baratterà la ricchezza eterna in cambio della sua ombra.

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