UPS è l’acronimo di Uninterruptable Power Supply, e la sigla identifica gli accessori che in italiano si chiamano “gruppo di continuità”. Si tratta di apparecchiature usate per risolvere il problema di repentine mancanze di elettricità (per via, ad esempio, di un temporaneo blackout); alcuni modelli sono in grado di controllare variazioni di voltaggio eccessive per certe apparecchiature, erogando costantemente energia con una frequenza di oscillazione priva di variazioni accidentali, perfettamente sinusoidale.
Non tutti gli UPS sono uguali e, di seguito, vedremo in breve come sceglierli, di quali caratteristiche tenere conto, comprendere meglio cosa cambia da modello a modello e avere un minimo di basi per orientarsi tra le tante sigle alle quali è possibile imbattersi.
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Che cos’è un UPS
A grandi linee un UPS è un dispositivo che ha lo scopo di monitorare e mantenere adeguatamente alimentate apparecchiature già accese nel caso dovesse verificarsi un’avaria nella normale fornitura elettrica. Questo compito è portato a termine in vari modi ma in linea generale il sistema più diffuso consiste nell’uso di un parco batterie o supercondensatori che intervengono istantaneamente in caso di assenza di energia elettrica alla fonte.
Il vantaggio di un UPS collegato al computer è che, in caso di assenza di energia elettrica, il gruppo interviene istantaneamente, impedendo lo spegnimento del computer e del lavoro che si stava svolgendo in quel momento. Le batterie integrate negli UPS consentono di continuare a lavorare per alcuni minuti o persino ore (l’autonomia dipende dalla tipologia del gruppo, dalla capacità totale delle batterie, dallo stato di carica di queste ultime, dal livello di carico collegato e altri fattori ancora).
Ad ogni modo, in caso di assenza di energia elettrica, tutti i gruppi integrano un allarme acustico che consente all’utente di capire quand’è il momento salvare il lavoro in corso ed eventualmente chiudere il computer se il blackout si protrae per troppo tempo.
I vari tipi di UPS
Come abbiamo accennato, gli UPS non sono tutti uguali: ne esistono di vari tipi, con funzioni più o meno interessanti in base alla propria attività e per tutte le tasche. I gruppi di continuità si dividono a grandi linee in tre categorie (in ordine di qualità/costo):
Standby UPS: sono i tradizionali e più semplici gruppi di continuità; si limitano a fornire l’energia elettrica al computer e a intervenire in caso di necessità. Erogano tipicamente un voltaggio e una frequenza regolati; alcuni modelli consentono dii eliminare i disturbi presenti sulla rete di alimentazione (generando autonomamente la corrente alternata in uscita) ma hanno lo svantaggio di un consumo maggiore rispetto alle altre tipologie, per via della costante attività di raddrizzatori, inverter e altri elementi, attività che si somma a quella per la ricarica/mantenimento in carica delle batterie.
Line Interactive UPS: i gruppi di continuità “line-interactive” si trovano su un gradino superiore rispetto a quelli visti in precedenza. Anche questi monitorano il voltaggio in ingresso permettendo di proteggere il computer, tollerando continui abbassamenti di sottotensione e sovratensioni senza consumare la riserva limitata della batteria.
Questa tipologia di UPS sono quelli consigliati per consentire ai dispositivi collegati di lavorare in condizioni stabili; integrano un maggior numero di componenti rispetto agli UPS meno costosi, permettendo tipicamente di coprire un’ampia gamma di tensioni di ingresso variabili (uno dei fattori che aumenta la complessità e la spesa dell’UPS). I gruppi di continuità Line Interactive sono adatti in aree con carenze infrastrutturali, in cui la tensione alternata di linea è instabile, ha oscillazioni marcate o è molto distorta; tuttavia, se questi problemi si verificano costantemente, l’uso frequente della batteria ne riduce la capacità, riducendone l’autonomia e rendendola inefficace in caso di black-out di lunga durata. Inoltre, anche se le batterie non sono completamente scariche, l’uso frequente può̀ costringere a sostituirle più̀ spesso.
UPS online a doppia conversione: come il nome lascia intendere, gli UPS on-line a doppia conversione convertono l’alimentazione due volte. L’alimentazione in corrente alternata (con i suoi picchi di tensione, le distorsioni e altre anomalie) viene convertita in corrente continua; successivamente la corrente continua viene riconvertita in c.a. strettamente regolata dall’UPS. Quest’ultima può avere una frequenza diversa dall’ingresso, cosa non possibile con un UPS line-interactive. Se l’ingresso c.a. non rientra in un intervallo specifico, l’UPS preleva l’alimentazione dalla batteria in modo che la sua uscita non sia compromessa (tutto questo avviene ovviamente in millisecondi). Tra i vantaggi di questa tipologia di UPS: la maggiore compattezza e leggerezza, funzioni avanzate per regolare la frequenza di uscita ed eseguire la correzione del fattore di potenza (PFC), indipendentemente dal tipo di carico.
Come scegliere l’UPS più adatto?
La scelta dell’UPS dipende da vari fattori, dalle proprie esigenze e da quanto si è disposti a spendere. Se quello che cercate è un semplice accessorio per non perdere il lavoro quando usate il computer fisso, un qualsiasi UPS, anche uno di quelli economici, fa il suo lavoro. Questo anche se avete un impianto di domotica e volete proteggere il vostro gateway e il modem router da interruzioni di corrente: se il vostro sistema non vi segnala da solo le interruzioni di alimentazione potreste mettere un controllo di mancanza di carico su elettrodomestici come il frigorifero per sapere quando e come la corrente si è interrotta. Vi ricordiamo che comunque per la massima continuità di esercizio in questo caso sarebbe utile avere un modem anche con SIM 3G/4G che converta il collegamento web alla connessione cellulare in caso di caduta della rete telefonica fissa.
Se siete alla ricerca di un UPS che sia in grado di salvaguardare il lavoro ma proteggere anche le apparecchiature da sottotensioni/sovratensioni, sarà meglio optare per UPS tipo Line Interactive o a Doppia Conversione, in grado di regolare e filtrare l’alimentazione, senza alterare la forma d’onda della corrente ricavata dal carico.
Oltre alla tipologia di UPS, bisogna capire la potenza di cui si ha bisogno, un parametro che dipende dal le apparecchiature che si vogliono collegare al gruppo. Non basta, infatti, tenere conto solo dell’alimentatore del computer ma della somma del consumo di tutti i componenti installato al suo interno; l’alimentatore che è presente nei computer non fornisce mai il massimo output possibile ma il consumo dipende da quanti e quali componenti (CPU, scheda video, RAM, dischi, ecc.) sono sfruttati in quel momento.
La maggiorparte dei dispositivi in commercio indica l’assorbimento energetico in Watt (W), mentre nei gruppi di continuità si trova l’indicazione della loro capacità in VoltAmpere (VA). Per ottenere i Watt, si una, per un valore convenzionale del 70% dei Voltampere: in altre parole, bisogna dividere i watt richiesti per 0,7 per ottenere i voltampere ce servono all’UPS per garantire affidabilità e funzionamento corretto. Nelle specifiche tecniche dei vari computer, è possibile trovare anche i dati relativi al consumo. Sul sito Apple trovate le specifiche tecniche con assorbimento e output termico di iMac MacBook, MacBook Air, MacBook Pro, Mac Pro e iMac. Di seguito i link:
- Specifiche tecniche MacBook
- Specifiche tecniche MacBook Air
- Specifiche tecniche MacBook Pro
- Assorbimento e output termico di iMac
- Assorbimento e output termico di iMac Pro
- Assorbimento e output termico di Mac Pro
- Assorbimento e output termico di Mac mini
Per l’iMac Retina 5K da 27″ 2019, ad esempio, Apple indica un assorbimento di 71W se inattivo e fino a 262W con la CPU attiva al massimo; collegando a questo iMac un disco esterno (consumo medio 36W) arriviamo a consumo totale di (262+36) 298 W. Sarà dunque necessario un UPS da almeno (298/0,7) 425 VA. Per sicurezza sarà bene arrotondare il valore per eccesso, arrivando così ad un valore ideale di 500VA. Se non riuscite a trovare informazioni sui consumi delle apparecchiature che intendete proteggere con l’UPS, fate riferimento alle etichette presenti sui dispositivi; queste riportano il consumo massimo e avremo quindi una sovrastima del consumo. Se volete una stima precisa del consumo dei vari dispositivi dovete sfruttare un Wattmetro, accessorio (tipo questo) che si installa tra la presa di corrente e il dispositivo e consente di misurare in modo preciso il consumo in tempo reale.
Alcuni produttori di UPS sui siti offrono dei configuratori (a questo indirizzo quello di APC): basta indicare la tipologia di apparecchiatura che si vuole proteggere (es. un PC, il tipo di schermo, i vari accessori, ecc.) consigliando direttamente il modello più adatto alle nostre esigenze. Per un computer come l’iMac da 21,5″ basta tipicamente un UPS base da 500VA; un gruppo del genere basta e avanza anche per proteggere modem/router e apparecchiature di rete. Per computer di fascia più alta – esempio l’iMac da 27″ con accessori vari, sarà bene considerare un consumo attorno ai 500 / 600 watt e orientarsi su UPS tra 800 e 1200 VA.
Per server e altri dispositivi è bene rivolgersi a professionisti o aziende che si occupano di UPS ma a grandi linee esistono modelli specifici per tali esigenze, anche in configurazione rack. Stesso discorso per proteggere più macchine in ufficio: basta tipicamente moltiplicare il consumo per il numero di computer e dispositivi da proteggere, tenendo conto anche delle varie prese necessarie per collegare tutti i prodotti.
Altre caratteristiche
Oltre alla capacità di alimentazione (vA/kVA), lunghezza del cavo, collegamenti in uscita, altri elementi di cui potrebbe essere importante tenere conto sono: la diversa tipologia di collegamenti in ingresso o il tipo di “spina” (EC-320 C14, Schuko CEE 7/7P, IEC-320 C20); alcuni gruppi offrono protezione per la linea telefonia (utile, per proteggere il telefono e/o un fax) e una porta USB per la gestione dell’alimentazione dal computer. Collegando un UPS con porta USB ad una porta USB del Mac, dalla sezione Preferenze di Sistema > Risparmio Energia, è possibile impostare in automatico le opzioni di spegnimento.
macOS offre la possibilità di selezionare una o più opzioni per stabilire quando spegnere il sistema dopo la mancanza della corrente; spostando un semplice cursore è possibile specificare il tempo o il livello della batteria dopo il quale il Mac si spegne in automatico. Nelle specifiche non dimenticate infine di verificare il livello di rumorosità: alcuni UPS, quando intervengono, potrebbero essere rumorosi e fastidiosi da sentire; verificate il livello di silenziosità scegliendo quelli che indicano un percepibile a 1 metro dalla superficie dell’unità inferiore ai 50.0dBA.
Non solo per proteggere i computer
Un UPS in casa o in azienda è utile non solo per proteggere i computer ma anche altro: i dispositivi elettronici indispensabili per le comunicazioni, la sicurezza e lo svago potrebbero subire danni o guasti a causa di blackout improvvisi, oscillazioni della tensione e altri disturbi elettrici. L’UPS garantisce la protezione e l’alimentazione di riserva per vari dispositivi elettronici: Apparecchiature di rete wireless (router, modem, NAS), televisori, sistemi di sicurezza, console di gioco.
Quanta autonomia occorre per le apparecchiature collegate?
Dipende dal tipo di apparecchiature e da altri fattori. Ovviamente maggiore è il numero di apparecchiature collegate all’UPS, minore è l’autonomia totale, per cui è importante che il gruppo fornisca l’alimentazione di riserva solo alle apparecchiature più critiche, evitando ad esempio perifeche non fondamentali (le stampanti laser, ad esempio, ha picchi tali da sconsigliare il collegamento agli UPS).
Come avere cura dell’UPS
Come altri dispositivi elettronici, gli UPS non amano ambienti umidi, polverosi o particolarmente caldi; alcuni modelli sono dotati di di sistemi di raffreddamento a ventole per scongiurare il prematuro deterioramento delle betterie. Su alcuni UPS, specifiche spie consentono di monitorare lo stato delle batterie e altri parametri; altri produttori mettono a disposizione software e app di monitoraggio per ricevere notifiche in caso di guasti. Per allungare la vita di questi prodotti è bene evitare polvere, umidità e calore. È bene dunque installare l’UPS in un luogo asciutto, con adeguata ventilazione, e con poca polvere. Non installare l’UPS in zone dove temperatura e umidità hanno valori fuori dai limiti indicati nelle specifiche tecniche.
Qui sotto vi mostriamo una piccola selezione tra i tanti modelli disponibili sul mercato