Anche se oggi si parla moltissimo di smart watch, soprattutto grazie al successo di Apple Watch, ma il settore dei fitness tracker, chiamati da qualcuno in ossequio ad un’antica identità, anche contapassi, è ancora vivo e vegeto e il settore florido.
Il concetto di smart band nasce a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, quando arrivarono sul mercato alcuni modelli di Casio (allora il leader mondiale nei dispositivi elettronici da polso) che erano appunto definititi “contapassi”. In realtà non contavano i passi in senso letterale, ma li segnavano; offrivano infatti in beep sonoro cadenzato, che aiutava a mantenere il ritmo nella corsa o nella camminata.
Raccontarlo oggi sembra qualche cosa fuori dal tempo, ma c’era chi, come chi scrive, allora sfoggiava con un certo orgoglio un bracciale come questo, che era considerato decisamente avanzato per i tempi
Smartwatch e fitness tracker
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Il mondo è cambiato e al polso ormai troviamo una grande varietà di dispositivi. In particolare i fitness tracker, che potremmo anche definire come smart band sono state affiancate dagli smart watch.
Gli smart watch sono un’alternativa più complessa e sofisticata; grazie ad un display più grande (rispetto alle smart band con schermo) possono mostrare più informazioni, sono più indipendenti rispetto ad uno smartphone, possono memorizzare App che svolgono compiti tra i più disparati
Il re di questa nicchia è Apple Watch. Il mercato propone altri modelli paragonabili (come e più di tutti Fitbit Sense 2) ma l’orologio di Apple resta il parametro per qualità, idee e forza commerciale.
Ma allora perchè comprare una Smart Band? Le ragioni sono diverse, specialmente se si guarda ad alcuni indiscutibili vantaggi.
In primo luogo uno smart watch qualunque esso sia ha un consumo di batteria maggiore e conseguentemente un’autonomia minore. Anche il migliore smartwatch ha autonomia anche di tre volte ridotta rispetto ad una smartbanda.
Se poi lo scopo è solo il tracciamento delle attività quotidiane, andando oltre il fattore “voglio di più anche se non mi serve”, una smart band per molti di noi è più che sufficiente. Molte sono anzi in grado di fornire dal punto di vista del monitoraggio della salute, praticamente tutto quello che è capace uno smartwatch.
Poi perr avere uno smartwatch che davvero possa essere davvero più utile di una smart band si deve mettere in conto almeno il doppio del prezzo e infine non può essere usato, almeno senza suscitare qualche sguardo incuriosito, assieme ad un normale orologio.
È così che si che si è creato un mercato distinto: smart watch e smart band sono due prodotti del tutto differenti. Per questo noi qui ci occuperemo solo di smartband
Un po’ di storia
Come detto “Segnapassi” era il termine più adatto, ma con il tempo diventò contapassi per tutti (con un successo comunque contenuto) negli anni sino alla comparsa dei primi modelli di orologi o bracciali intelligenti che grazie a sensori erano davvero in grado di segnare i passi e più tardi, trasmetterli anche ad uno smartphone o ad un computer, adottando alla fine l’appellativo “smart”.
La svolta la fecero soprattutto i Fitbit (azienda un tempo molto vicina ad Apple, ma poi con il lancio di Apple Watch sua principale avversaria e ora di proprietà di Google) e Jawbone, (quest’ultima oggi non più sul mercato) che per primi misero assieme tecnologie esistenti (Fitbit, ad esempio, utilizzo il know-how che già aveva per i telecomandi di Nintendo Wii) che crearono i primi dispositivi in grado di registrare il movimento e contare, appunto, i passi.
Fitbit Tracker è stato forse il primo dispositivo in grado di registrare il movimento, mentre Jawbone UP fu il primo da polso, a cui sono seguiti vari modelli e marchi, in particolare in ambito sportivo, come Garmin e Suunto che oggi dominano nel settore degli smartwatch per il mondo dello sport. Al momento la maggior parte delle smart band viene da produttori asiatici, caratterizzate da offerte spesso poco originali ma con costi molto appetibili.
Di fronte ad una scelta così varia quindi abbiamo deciso di offrirvi una piccola guida, che vi permetta di capire potenzialità e differenze, e vi aiuti nella scelta migliore, oppure vi induca ad una consapevole rinuncia all’acquisto.
Le caratteristiche
Prima di parlare dei vari modelli è opportuno dedicare qualche minuto a capire le caratteristiche che identificano una smart band, come queste possono incidere e di quali avremo sicuramente bisogno.
Come il contapassi conta i passi
Come fa un fitness tracker a capire quanti passi facciamo? Per rispondere correttamente a questa domanda servirebbe parlare con uno degli sviluppatori dei marchi più famosi, ma si andrebbe troppo nello specifico, anche perché ogni marchio utilizza varianti della stessa tecnologia.
Riassumendo possiamo dire che tutti questi accessori hanno al loro interno un piccolo giroscopio, una componente che identifica il movimento nello spazio in ogni momento: quando un cambiamento di stato ha le caratteristiche del “passo”, questo viene registrato com tale.
A questo valori vanno aggiunte altre informazioni recuperate dai sensori e identificate come peculiari di un certo stato (riposo, sport, sonno) l’acquisizione del battito cardiaco, che identifica l’attività fisica e la qualifica.
Battito cardiaco
Praticamente tutti i modelli i oggi in commercio hanno al centro del sistema un sensore di battito cardiaco. Si tratta di un’importante componente perché può incidere, in base alle regole del software, sulla qualità dell’attività fisica: grazie al sensore e sommando i dati che arrivano da essi la smart band capisce quando camminiamo, quando corriamo, siamo in auto, nuotiamo o dormiamo e di conseguenza consegna questi stati al software che può così integrare i dati ricevuti dal giroscopio.
Pur non essendo una funzione strettamente necessaria, la rilevazione del battito cardiaco si integra ad altre informazioni per fornire, ad esempio, dati più precisi nel campo del consumo delle calorie e nella qualità dell’attività fisica.
GPS nei contapassi
La necessità di rendere il più possibile il contapassi indipendente dallo smartphone da tempo ha reso necessario l’uso di un chip GPS al suo interno: questo svolge molte funzioni; tra tutte ricordiamo quelle di indicare nel display (se presente) la posizione in tempo reale o di registrare il percorso dell’attività (per chi corre e vuole un riferimento nella mappa dell’attività svolta).
La presenza del GPS però può essere anche uno svantaggio: prima di tutto alza il costo in secondo luogo ha un consumo ingente e incide sull’autonomia. Per questo la maggior parte dei bracciali ha un modulo GPS generalmente spento, che si attiva solo in concomitanza di una specifica attività, mantenendo quindi basso il consumo di batteria. Altre smart band invece usano la funzione “GPS condiviso” che sostanzialmente usa il GPS dello smartphone per il tracciamento della posizione (se presente e collegato).
Registrazione ossigeno nel sangue
Un numero molto elevato di smartband è di funzionare da saturimetro, quindi è in grado anche di analizzare la saturazione di ossigeno nel sangue. La misura del Sp02 è stata resa molto popolare dal dilagare dell’epidemia del Coronavirus che provocava la riduzione della capacità di ossigenazione a causa dell’insorgere della polmonite interstiziale. Oggi la funzione ha perso molto del suo significato a meno di non avere patologie specifiche croniche dei polmoni o magari tenere sotto controllo apnee notturne.
Altre misurazioni (non affidabili)
Alcune smartband, solitamente le più economiche e di marchi sconosciuti, promettono anche una serie di altre misurazioni che però devono essere considerate del tutto inaffidabili. Una di queste è la pressione arteriosa o la temperatura del corpo in funzione medica. Allo stato attuale non esistono sistemi affidabili da polso per dire se abbiamo la pressione alta (non a caso Apple sta facendo da anni ricerche in questo ambito e forse solo nel 2024 potrebbe introdurre uno smarwatch con questa fuzione); per quanto riguarda la misura della temperatura, se intendiamo con essa la capacità di dirci se abbiamo la febbre, si deve assumenre ogni informazione in merito con grande cautela. I sensori sono largamente influenzati dalla temperatura esterna, dal movimento e delle situazioni specifiche.
Resistenza all’acqua
La resistenza all’acqua è uno dei punti più importanti: ad oggi, quasi possono essere usati anche in piscina, al mare o indossati sotto la doccia.
Restano da verificare due aspetti: la resistenza all’immersione e quella all’acqua salata. La prima è di solito indicata dal produttore (trovate qui un elenco esaustivo delle certificazioni) ma la capacità di un dispositivo di resistere sott’acqua dipende sia dal fattore pressione sia dal tipo di approccio, dato che per immergersi di solito ci si tuffa ad alta velocità e in quel momento la pressione sulle giunture o sulle parti mobili produce infiltrazioni più dell’immersione costante. Per questo i modelli più sicuri sono quelli senza pulsanti laterali.
La resistenza all’acqua salata dei fitness tracker è più discutibile e difficilmente è indicata: diversamente dall’acqua dolce, però, l’intrusione del sale tende a erodere le parti in gomma e a renderle meno elastiche. Al di là di quanto dichiarato dal costruttore, comunque, consigliamo di lavare con acqua corrente il dispositivo dopo ogni bagno al mare.
Batteria
La durata della batteria in ogni caso è uno dei fattori maggiormente variabili e discutibili rispetto alle specifiche indicate dal produttore. Dipende dall’uso che si fa dei fitness tracker,, dal numero di accensioni dello schermo, dai sensori in attività, dalla durata dell’allenamento.
A scopo precauzionale eviteremmo da dare troppa fiducia alle affermazioni di chi dice che una batteria di una smartband con schermo OLED da 1,5 pollici, con una caterva di sensori e decine di modalità di allenamento, dura 15 giorni. Questo è forse possibile riducendo però le funzioni e l’uso ad un livello tale da rendere la smart band stessa inutile.
Al momento le batterie al litio ricaricabili della maggior parte delle smart band in un contesto reale durano da tre a quattro giorni ad una una settimana. Non è molto di più (in alcuni contesti è persino di meno) di alcuni dei migliori fitness tracker come quelli di Garmin, ma va considerato che la batteria qui è molto più piccola. È in ogni caso un buon risultato se si considera che uno smart watch mediamente ha una batteria che non dura più di 48 ore e in altri casi come per Apple Watch la ricarica della batteria è una operazione giornaliera.
Lo stile, fondamentale per qualcuno
Se usate una smart band per fare sport, la forma e il look di un contapassi non sarebbero fondamentali, anche se a dirla tutta marchi come Nike, Adidas, Puma, Oakley e altri mettono comunque l’aspetto in grande evidenza.
Se non siete sportivi e portate il bracciale tutto il giorno, allora la forma e i colori sono importanti: molti marchi oramai permettono il cambio dei cinturini (tanto negli smartwatch quanto nelle smartband) con modelli dai colori vivaci o sobri, in diversi materiali.
Questo aspetto è però prioritario durante la scelta, fate attenzione: cambiare si può sempre, anche dopo l’acquisto, ma comporta spese extra.
L’App, fondamentale per tutti
Una delle differenze sostanziali tra i vecchi e nuovi contapassi sta nelle App “companion” per smartphone. Questi programmi si occupano di acquisire i dati che arrivano dai fitness tracker, elaborarli e tradurle in informazioni che ci guidano nello sfruttare il dispositivo per migliorare la salute, tracciare o creare programmi di allenamento. In pratica senza l’app il bracciale smart è un semplice display che fornisce informazioni puntuali (e spesso neppure tutte quelle di cui è capace), privo di significato effettivo e statistico.
Per questo la qualità delle app dovrebbe essere un parametro fondamentale nella scelta del tipo di bracciale e non essere scoperta dopo: su questo è difficile mettere in dubbio che Fitbit e Garmin offrono forse le migliori App in commercio.
Tenete però conto che sulle app si fonda una parte del sistema di profitto dei produttori di di bracciali. Un esempio è quel che accade a chi compra un bracciale Fitbit; una parte del suo funzionamento è fondato su un meccanismo Premium, quindi prevede un abbonamento. Questo piano arricchisce particolarmente l’esperienza ma si trasforma in un vincolo e un costo ricorrente che qualcuno potrebbe non ritenere giustificato.
In altri casi, come con Xiaomi, Honor o altri, per esempio, applicazioni scarne e l’assenza di un database attivo di utenti indeboliscono l’esperienza, resa spesso interessante solo dal prezzo molto accessibile.
Scegliere un fitness tracker
Scegliere un activity tracker oggi da una parte è semplice, perché sostanzialmente la quasi totalità offre una tecnologia di base molto avanzata; per questo trovarsi con qualche cosa di inutile è molto difficile
Ma allo stesso tempo, la ricchezza dell’offerta è importante e per questo un utente potrebbe sentirsi confuso e investire cifre troppo importanti per quel che gli serve oppure puntare a risparmiare quando invece servirebbero prodotti più specifici.
Serve anche capire bene quali sono le esigenze fondamentali: si desidera un tracker da tutti i giorni, leggero e poco intrusivo oppure volete qualche cosa di potente che rilevi davvero moltissime statistiche della giornata e parametri vitali, magari da analizzare da soli o con l’aiuto di un medico (che poi può verificare con strumenti più adatti i sospetti che avete).
Allo stesso modo serve capire bene se la vostra attività e obiettivo vi spingono verso un prodotto molto verticale o vi basta uno dispositivo più accessibile.
Non c’è una scelta unica per tutti, e anche dopo aver fatto la scelta questa potrebbe variare progressivamente e rendere necessario qualche cambiamento.
Il suggerimento che diamo è di documentarsi prima: nelle descrizioni abbiamo elencato il collegamento alle nostre recensioni, che vi invitiamo a leggere, per capire la natura e i dettagli tecnici.
I modelli
Ora procediamo nell’indicare i vari modelli che secondo noi vale la pena di tenere in considerazione per un acquisto. Precisiamo che questo mercato, come abbiamo accennato, è ormai abbastanza maturo. Questo provoca due diversi fenomeni di cui tenere conto.
Da una parte esiste un enorme quantità di dispositivi delle più disparate marche. I cinesi come sempre sono molto prolifici. Dall’Asia arrivano dispositivi di buona qualità e altri che invece non meritano di essere considerati neppure a fronte di prezzi stracciati. Se infatti è oggi facile le trovare le componenti per creare un hardware accettabile a costi appetibili non è affatto facile creare l’ecosistema che poggia sulle app. Problemi di privacy a parte, che vanno sempre messi in considerazione, e prodotti buggosi o mai aggiornati, neppure i migliori e più solidi degli asiatici hanno applicazioni alla pari con i marchi più importanti.
Un secondo aspetto da tenere in considerazione è che il mercato delle smartband ha rallentato parecchio la sua evoluzione nel corso degli ultimi anni. Per questa ragione un dispositivo rilasciato un paio di anni fa è ancora molto valido e non troppo diverso da uno rilasciato oggi.
Fitbit Charge 6
Il Charge 6 (provato da noi qui) rappresenta un esempio di quel che dicevamo sopra. È l’ultimo modello di una serie storica iniziata nel 2014 ma che ancora oggi è un parametro assoluto del mercato.
Charge 6 offre anch’esso un design pulito e di classe, con un misto di metallo e altri materiali, cinturini intercambiabili, display a colori e diversi sensori, come ECG per la salute del cuore, EDA Scan per la gestione dello stress e un GPS integrato.
Passando dalla versione 5 alla versione 6, Charge introduce un pulsante fisico e un nuovo quadrante, con numeri grandi, colorati e ben visibili. Oltre a questo ha anche un sistema più accurato per la misurazione del battito cardiaco e nuove modalità sportive.
Tra le funzioni che introduce, in conseguenza dell’acquisto avvenuto molti anni fa di Fitibit da parte di Google, c’è l’integrazione con alcuni servizi di Big G ad esempio Mappe e Google Pay. Permette anche di controllare i filmati Youtube.
La batteria dura fino ad una settimana, ha un display a colori luminosissimo e che monitora costantemente una enorme quantità di variabili personali, grazie a sensori molto sofisticati. Non è economico, ma per quantità di informazioni e funzioni non è paragonabile a nessun reale concorrente diretto: solamente gli smart watch di fascia alta possono batterlo.
Fitbit Luxe
Fitbit Luxe è stato primo modello del nuovo corso Fitbit: caratterizzato da un design molto più sofisticato dei modelli che l’hanno preceduto, questo bracciale offre un display a colori, autonomia sino a 5 giorni, cinturini intercambiabili e una App molto completa che può contare su informazioni “crowd sourced” e un database storico (l’abbiamo provato qui).
Uno dei benefici di essere un utente Fitbit, infatti, è che è possibile misurare ogni valore rilevato con la media degli altri utenti (in forma anonima) per capire anche da soli il proprio stato fisico e modificare, con consigli sempre dell’App, il proprio comportamento.
Costa più o meno quanto il Fitbit Charge 5 (anche se non così tanto meno) e può essere pensato anche come regalo per qualcuno.
Garmin vívosmart 5
Un’alternativa ai prodotti di Fitbit sono quelli di Garmin. Il Vivosmart 5 è un’ottima alternativa a quelli della concorrenza. Le dimensioni sono ridotte, così come il display, ma le funzioni non mancano, per un prodotto che comunque è sempre di un grande marchio come Garmin e che può contare su una App davvero ben fatta e completa.
L’autonomia della batteria è di 5 giorni che si raggiunge solo disabilitando alcune funzioni, ma il Garmin vívosmart rappresenta un protagonista importante per chi cerca un compagno da polso per l’attività normale di tutti i giorni.
Il prezzo è importante ma garantisce l’accesso alla App di Garmin, per cui può essere un buon mix per chi cerca un apparecchio discreto da portare in ufficio, alternandolo a quello più potente da indossare in gara.
HONOR Band 7
Contraddistinta da un prezzo di accesso davvero interessante, HONOR Band 7 ha dalla sua un display AMOLED, 96 Modalità di Allenamento e una ampia scalabilità delle personalizzaoni per chi ha uno smartphone Android.
Una delle peculiarità è lo schermo di generose dimensioni se si pensa che si tratta di una smartband: ben 1,47 pollici (Apple watch da 41 mm ha uno schermo da 1,9 pollici) e nonostante questo offre una buona autonomia. In più è impermeabile fino a 5 atmosfere ed offre un’infinita serie di allenamenti possibili (persino il salto della corda)
Xiaomi Smart Band 8
Il bracciale di Xiaomi è stato per lungo tempo il principale antagonista delle proposte di Fitbit, soprattutto per via del prezzo estremamente aggressivo dei primi modelli: arrivata all’ottava generazione (e in attesa della nona che sta per debuttare) questa smartband è cresciuta molto e si trova a gareggiare in un mercato più articolato, dato che per esempio non è più la regina del costo.
L’ultima versione è comunque notevole dal punto di vista tecnologico: display AMOLED da 1,62 pollici, con visibilità maggiore del 25% rispetto alla generazione precedente per visualizzare ancora più informazioni, con maggiore chiarezza ed efficienza. Offre informazioni peculiari la misurazione del VO₂ max, che misura la quantità massima di ossigenazione da raggiungere durante l’attività fisica. Mi band 7 supporta 150 modalità sportive, coprendo così quasi tutte le discipline, dagli sport all’aria aperta alle attrezzature da palestra.
Xiaomi Smartband 8 succede alla Smartband 7 introducendo diverse (qui il confronto) tra le principali: batteria a maggior durata, schermo più luminoso, un maggior numero di attività sportive, un sistema di aggancio cinturini che permette di sostituirli a proprio piacimento, una nuova copertura frontale. Li elenchiamo perchè in commercio si trova anche la versione 7 che potrebbe essere interessante se lo sconto fosse di rilievo.
Fitbit Ace 3
Fitbit Ace 3 è un prodotto molto particolare in questa selezione perché non è per tutti, ma solo per i bambini, nel dettaglio per quelli dai 6 anni in su. Realizzato con le giuste accortezze tecniche hardware, quindi con una protezione maggiore rispetto ad esempio al Fitbit Luxe, offre un display monocromatico e una funzionalità semplificata.
L’App di Fitbit è la stessa, ma il profilo applicabile è di tipo bambino, quindi servo di un account genitore che può monitorare le caratteristiche, i risultati e impostare le modifiche. Il battito cardiaco è volutamente assente perché in quella specifica fascia d’età i valori non sono rilevanti nelle statistiche.
Noi l’abbiamo provato e ne abbiamo parlato qui, il prezzo è anche particolarmente allettante per chi ha un occhio al budget ma vuole un accessorio di qualità.
Polar M430
Polar è un marchio che negli anni ha popolato il polso di moltissimi utenti smart le cui esigenze però sono decisamente professionali e non casual.
In questa carrellata infatti il Polar M430 è decisamente il prodotto non tanto più avanzato, ma quello che probabilmente è pensato per chi fa sport in modo assiduo oppure agonista, e desidera rilevazioni efficaci e una lettura molto attenta, istantanea e al polso direttamente durante l’attività.
Il prezzo è importante ma si tratta del miglior esempio di miglior ibrido tra Fitness Tracker e Smartwatch sportivo.