I Mac con processori Intel hanno i giorni contati: il futuro è dei Mac con ARM. L’anticipazione circola da anni ma questa volta Jean-Loius Gassée offre una analisi ancora più dettagliata di tutti i vantaggi e delle importanti ragioni che spingono Cupertino verso questa scelta strategica e che, secondo Gassée, inevitabilmente porteranno al divorzio tra Apple e Intel.
A gettare nuova benzina sul fuoco delle speculazioni dei Mac con ARM è stata naturalmente l’introduzione di Apple A7, il primo processore per smartphone e tablet con architettura a 64bit. Lo stesso Gassée ma anche gli analisti scettici su un possibile divorzio Apple-Intel, hanno dovuto rivedere le proprie convinzioni con il lancio di una CPU estremamente potente, che potrebbe essere semplicemente adattata in una versione per poter funzionare su computer portatili e desktop.
Intel applica un costo di 378 dollari per un processore Intel Core i7 destinato ai MacBook Pro, inoltre da mesi i computer Apple temporeggiano con modesti upgrade di velocità in attesa dei nuovi processori Intel Broadwell in ritardo. Così per Gasseé la prima ragione di Apple per abbandonare Intel è rappresentata proprio dal costo: per Cupertino costruire Mac con ARM permetterebbe una sostanziale riduzione dei costi delle CPU, con la possibilità di ridurre i prezzi e/o di incrementare gli utili. In secondo luogo la dissipazione di calore e i consumi. I processori Intel sono basati su una architettura molto complessa che risulta inefficiente, questo per mantenere la compatibilità con il passato, incluso Windows. I processori Intel consumano di più e scaldano di più, soprattutto rispetto ai processori ARM, più semplici da progettare, più parchi nei consumi.
Il terzo e ultimo vantaggio che Apple otterrebbe costruendo Mac con ARM è dato dal controllo totale: niente più ritardi che dipendono da altri costruttori e controllo completo della piattaforma, inclusa la componente strategica e fondamentale dei processori. Anche se, rileva Gassée, la strategia di controllo assoluto è una eredità di Steve Jobs, Apple sembra averla abbracciata a tutto campo. Per tutte queste ragioni secondo Gassée è solo questione di tempo: gli utenti Mac, gli sviluppatori e gli analisti che hanno già vissuto la grande migrazione dai Mac Power PC ai Mac Intel dovrebbero farsene una ragione: il mondo Mac migrerà ancora, questa volta verso i Mac con ARM. In un futuro che non sembra poi così lontano vedremo un MacBook Air o un iMac con processore Apple A con più memoria cache integrata, gestione grafica di livello desktop con supporto per schermi Retina e clock elevati, in definitiva una CPU Apple Ax progettata per computer.