Salvare le opere d’arte dalle scritte dei graffitari si può oggi grazie ad un’app : Autography, un progetto che vuole trasformare il vandalismo contro i monumenti nel mondo reale in una testimonianza e in un ricordo nel mondo digitale e virtuale dell’app. I visitatori del Duomo di Firenze, grazie a questa iniziativa dell’Opera di Santa Maria del Fiore, potranno lasciare il proprio segno ed essere certi che rimarrà per sempre senza mai venir cancellato da alcun restauro: al posto del muro di mattoni, i visitatori potranno dipingere e scrivere su iPad tramite l’app Autography e i loro segni verranno salvati per sempre nell’archivio storico dell’Opera di Santa Maria del Fiore.
L’Opera, con il progetto di Autography, trasferisce il desiderio del visitatore di lasciare un segno del proprio passaggio dal mondo reale e dalla superficie materiale a un mondo virtuale a una superficie digitale: e così la superficie monumentale si salva dal graffito e anche il graffito, tramite l’app, si guadagna l’immortalità nell’archivio storico dell’Opera di Santa Maria del Fiore.
L’app consente di lasciare il proprio graffito digitale in una delle postazioni con tablet create ad hoc sul Campanile di Giotto e sulla Cupola del Brunelleschi: gli artisti potranno scrivere e disegnare scegliendo tra gli strumenti penna, pennarello, pennello, spray e matita, con i colori preferiti e sulle diverse superfici messe a disposizione. E naturalmente dare sfogo alla propria creatività, senza arrecare offesa e danni ai monumenti e collaborando a costituire un documento destinato a durare nei secoli come i documenti dell’Archivio storico dell’Opera del Duomo.
Lasciare un segno sul muro, che sia la firma, una dichiarazione d’amore, il simbolo della propria fede, un disegno, perché sia indelebile per sempre: è questo l’obiettivo di tanti graffittari, artisti di strada, vandali, o comunque vengano chiamati, ma un obiettivo che ha un prezzo carissimo per i monumenti. Autography è il primo caso di sensibilizzazione contro i graffiti che promuove i graffiti stessi, ma in un’accezione diversa, la dimensione digitale, e che arriva in seguito ad un impegnativo lavoro di restauro delle superfici degli interni del Campanile di Giotto e della Cupola di Brunelleschi, in condizioni di degrado e deturpati da scritte, graffiti e lesioni sui muri.
Non è la prima volta che Firenze è all’avanguardia nel rapporto tra arte e tecnologia: ricordiamo la
