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I governi spiano utenti Apple e Google sfruttando le notifiche push

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Governi non meglio precisati spiano gli utenti smartphone sfruttando le notifiche push. Lo riferisce Reuters riportando a sua volta quanto afferma il senatore statunitense Ron Wyden, il quale ha richiesto informazioni al Dipartimento di Giustizia, affermando che funzionari stranieri sono riuscii a ottenere indicazioni sulla localizzazione degli utenti  sia da saevrer Google, sia da server Apple.

Non sono chiari i dettagli ma nella lettera del senatore si fa riferimento a un sistema che consentirebbe ad alcuni governi di tracciare gli smartphone.

App di vario tipo, scrive Reuters, fanno affidamento sulle notifiche push, avvisi che è possibile attivare sui dispositivi per ricevere aggiornamenti, messaggi, notizie e altri aggiornamenti. Quando arrivano le notifiche in questione, l’utente sente/vede un avviso, e queste sono inviate passando da server gestiti da Apple o Google, un meccanismo che, secondo il senatore, consente a queste ultime di sfruttare una posizione di eccezione che può “facilitare la sorveglianza governativa” tenendo conto di come gli utenti usano le app.

Il senatore chiede al Dipartimento di Giustizia la “revoca o modifica” di qualsiasi policy che ostacoli il dibattito pubblico sullo spionaggio tramite notifiche push.

I governi spiano utenti Apple e Google sfruttando le notifiche push
Le notifiche push passano gli APN (Apple Push Notification service); se una notifica non può essere consegnata subito al destinatario (es: l’iPhone è spento o offline) i server dedicati possono memorizzarla fino a 30 giorni (a meno che non diversamente specificato dal mittente).

Un portavoce di Apple ha dichiarato che il problema sollevato da Wyden offre l’opportunità di condividere alcuni dettagli con gli utenti sul monitoraggio delle notifiche push da parte dei governi e spiega: “Il governo federale ci ha proibito di condividere qualsiasi informazione”. E ancora: “Ora che questa tecnica (di controllo, ndr) è diventata pubblica, stiamo aggiornando le nostre comunicazioni sulla trasparenza per documentare in dettaglio questo genere di richieste” (Apple pubblica annualmente un documento indicando in dettaglio le richieste di informazioni da parte di autorità governative e forze dell’ordine).

Il Dipartimento di Giustizia non ha risposto alla richiesta di chiarimenti da parte di Reuters im merito alle notifiche push, e neanche Google, almeno finora, non ha fornito risposte.

Per tutte le notizie che trattano di sicurezza informatica rimandiamo i lettori alla sezione dedicata di macitynet.

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