Riserva non poche sorprese la previsione di bilancio Samsung per il trimestre che va da luglio a ottobre. La multinazionale è stata costretta a richiamare 2,5 milioni di Galaxy Note 7 con batterie difettose, circolano ancora dubbi sulla affidabilità dei terminali sostitutivi, senza contare il danno in denaro e in immagine. Ciò nonostante la multinazionale prevede un incremento dei profitti del 5,6%. per un totale di 7 miliardi di dollari, quindi persino superiore alla media delle previsioni degli analisti Thomson Reuters.
Ma è anche interessante rilevare, come riporta Reuters, che sempre nel terzo trimestre si prevede un fatturato in diminuzione del 5,2%. Pur tenendo presente che si tratta di dati e percentuali previsti, che verranno definite con l’annuncio ufficiale verso la fine di ottobre, ci troviamo con un terminale top di gamma difettoso, un calo di fatturato e un sensibile incremento dei profitti.
A spiegare questo apparente controsenso arrivano gli analisti. Innanzitutto continuano a vendere bene Galaxy S7 e S7 Edge mentre il danno generato dal caso Note 7, per ora stimato a poco meno di 1 miliardo di dollari, è più che compensato dalle vendite in crescita delle divisioni chip, memorie e display del colosso.
Ma c’è anche un altro curioso effetto legato alla crisi Note 7 con ripercussioni positive sul bilancio Samsung trimestrale. In breve il richiamo dei terminali difettosi e la costruzione di quelli sostitutivi genera una maggiore domanda di componenti, sopratttutto chip di memoria, le cui scorte sono già piuttosto limitata da tempo. Questo genera ulteriori pressioni sulla domanda, e di conseguenza sui prezzi che tendono ad aumentare.
Il caso Note 7 sta spingendo anche i costruttori concorrenti a far man bassa di componenti e memorie, Apple inclusa, per produrre più terminali e sfruttare a proprio favore la crisi del Note 7. Questa corsa verso gli approvvigionamenti non può che fare bene a Samsung che è il principale costruttore di chip di memoria al mondo. Secondo gli analisti di TrendForce i prezzi dei chip DRAM aumenteranno più del 10% tra ottobre a dicembre. Ma la pressione si sta già facendo sentire anche per i chip di memoria NAND: anche il loro prezzo è previsto in salita nei prossimi mesi.